di CARLO CALENDA, LEADER DI AZIONE - ROMA - Si è concluso ieri sera l'incontro con la Presidente Meloni e le altre opposizioni sul salario minimo.
Per la prima volta, dopo tanti anni, Governo e opposizioni hanno discusso per due ore nel merito di una proposta sul lavoro.
Niente slogan, niente fuffa. Ai dubbi, di merito e circostanziati, espressi dalla Presidente del Consiglio abbiamo risposto dettagliatamente e io credo efficacemente.
È stato un incontro interlocutorio ma il dato positivo è che nessuno ha sbattuto la porta.
La proposta che ci ha fatto Meloni è di un dialogo su un intervento più ampio, dentro il quale non c'è nessun pregiudizio a discutere sul salario minimo. Vuole affrontare tutte le questioni del lavoro e dei salari con la manovra finanziaria e invita le opposizioni a continuare il confronto con il supporto del CNEL.
Per una volta si parla di numeri, contratti e dati, non di rumore inutile. È solo un primo passo e l'esito non è affatto scontato. Ma è un passo.
Noi andiamo avanti con questa battaglia, che è fondamentale per i 3.5 milioni di lavoratori poveri del nostro Paese, e raccoglieremo le firme a supporto della nostra proposta.
Il salario minimo non è la panacea di tutti i mali, ma è una cosa molto precisa: serve a garantire una soglia minima di retribuzione sotto la quale nessun cittadino dovrebbe lavorare.
Per la prima volta, dopo tanti anni, Governo e opposizioni hanno discusso per due ore nel merito di una proposta sul lavoro.
Niente slogan, niente fuffa. Ai dubbi, di merito e circostanziati, espressi dalla Presidente del Consiglio abbiamo risposto dettagliatamente e io credo efficacemente.
È stato un incontro interlocutorio ma il dato positivo è che nessuno ha sbattuto la porta.
La proposta che ci ha fatto Meloni è di un dialogo su un intervento più ampio, dentro il quale non c'è nessun pregiudizio a discutere sul salario minimo. Vuole affrontare tutte le questioni del lavoro e dei salari con la manovra finanziaria e invita le opposizioni a continuare il confronto con il supporto del CNEL.
Per una volta si parla di numeri, contratti e dati, non di rumore inutile. È solo un primo passo e l'esito non è affatto scontato. Ma è un passo.
Noi andiamo avanti con questa battaglia, che è fondamentale per i 3.5 milioni di lavoratori poveri del nostro Paese, e raccoglieremo le firme a supporto della nostra proposta.
Il salario minimo non è la panacea di tutti i mali, ma è una cosa molto precisa: serve a garantire una soglia minima di retribuzione sotto la quale nessun cittadino dovrebbe lavorare.
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