VITTORIO POLITO - Secondo lo storico Vito Antonio Melchiorre (1922- 2010), è generale convinzione che il culto di San Nicola era diffuso a Bari assai prima del 1087, data in cui i 62 marinai portarono nella nostra città le ossa del Santo di Myra, come si legge nel suo libro “Storie Baresi” (Levante, 2010).
Ciò si evince anche dalle numerose chiese dedicate allora al suo nome. Una di queste era intitolata a “San Niccolò de Monte” e, secondo una cronaca dell’Anonimo Barese, era stata edificata nel mese di settembre 1027 (da intendersi 1026 in base al computo secondo il calendario bizantino che fissava l’inizio dell’anno al 1° settembre). Il citato documento recita testualmente “Anno 1027, Ind. X. Factus est Sanctus Nicolaus de monte mense Septembris”. Dove fosse stato ubicato il tempio non è dato sapere, ma forse è lo stesso nel quale fa menzione una pergamena dell’Archivio Capitolare barese, datata 1073, Ind. XI, che contiene un atto nel quale è scritto che “un certo Johannes presbiter et monachus ricevette in consegna da Angelus Diaconus una ecclesia Sancti Nycolai de Monte, onde reggerla ed officiarvi il culto”.
Di tale chiesetta, l’Anonimo Barese, ne parla anche fra
gli eventi del 1079, riferendo che il 3 febbraio tali Passarizzi e Stinizzi,
uccisero in quel luogo, un tale chiamato Basilium Meli Pezzi. Il redattore
precisa anche che in quella giornata Bari era insorta contro il Duca Roberto,
distruggendo il castello di Portanova e che nel giorno di San Marco i due
assassini furono accecati. I motivi della fosca vicenda i documenti non li
chiariscono, l’unica possibile ipotesi è quella relativa al luogo in cui era
ubicato il tempio di San Niccolò del Monte. Secondo l’erudito Emmanuele
Mola, a poca distanza dalla città , esisteva un posto salubre chiamato
“Monte”, con molte ville, dedicato alla Vergine delle Grazie.
Sempre secondo Melchiorre, con uno sforzo di fantasia, si riesce a collegare tali eventi all’omonimo sito del Rione San Pasquale, forse coincidente con l’attuale via Celso Ulpiani, conosciuto fino a 60-70 anni fa con il nome di “Graziamonte” e al quale fanno riferimento alcuni documenti nei quali si fa cenno di un certo Monsignor Hebraeorum nell’attiguo rione Carrassi, ove vennero scoperti all’inizio del ‘900 i resti di un cimitero ebraico.
Sempre secondo Melchiorre, con uno sforzo di fantasia, si riesce a collegare tali eventi all’omonimo sito del Rione San Pasquale, forse coincidente con l’attuale via Celso Ulpiani, conosciuto fino a 60-70 anni fa con il nome di “Graziamonte” e al quale fanno riferimento alcuni documenti nei quali si fa cenno di un certo Monsignor Hebraeorum nell’attiguo rione Carrassi, ove vennero scoperti all’inizio del ‘900 i resti di un cimitero ebraico.
Tutto vero. Il cimitero ebraico fu rinvenuto durante gli scavi per la realizzazione dei villini postelegrafonici, in particolare quello che attualmente si affaccia su corso Benedetto Croce difronte all'ex clinica Santa Rita. Fu fatta comunicazione alla sovrintendenza archeologica di Taranto che ne effettuo sopralluogo e effettuò rilievi ma poi fu tutto coperto e si proseguà con le costruzioni. I reperti furono prelevati dalla sovrintendenza.
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