'Accogliere il dono del tempo': riflessioni su un incontro importante

ph: Francesco Tribuzio
BARI - «Qual è il volto davanti al quale nostra madre e nostro padre si sono incontrati, se non il nostro?». Leopold Szondi
 
Nella sale de “La Madonnina Life § Care” presieduta dal Dr. Alberto Nerini ha avuto luogo l’incontro con S.E. Re.ma Mons. Nicola Girasoli Nunzio Apostolico in Slovacchia sul tema “ Accogliere il dono del tempo” con la partecipazione di Don Corrado Germinario , Docente Emerito di Teologia, Grazia Andidero, responsabile della Sezione di Bari Associazione Crocerossine d'Italia Onlus e Santa Fizzarotti Selvaggi, Vice presidente nazionale della stessa Associazione che con il Dr Alberto Nerini ha organizzato l'evento.
 
Un incontro ”che è stato un inno alla vita un caldo invito a perseverare, sperare e desiderare sempre". E S.E Mons . Nicola Girasoli ha sottolineato che fondamentale è sognare nella condivisione delle esperienze foriera di un intreccio di relazioni ben diverso dalie aspettative della reciprocità che spesso nel rapporto con l’ altro ci ferisce. Il dr Daniele Amoruso ha poi dato la parola a don Corrado Germinario che ha ricordato quanto San Paolo afferma e cioè che siamo da sempre nella mente eterna pur essendo noi nel tempo citando il Qoelet: “Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato".

La Responsabile della Sezione di Bari Associazione crocerossine d’Italia Onlus ha consegnato al Nunzio Apostolico una targa quale segno di gratitudine per aver accolto l‘invito cosi come la dott. ssa Alessia Nerini, dopo aver salutato i presenti e ringraziato Mons. Girasoli, ha donato al Nunzio Apostolico una preziosa immagine della Vergine Maria . Giusepoe Cionfoli con la sua duttile meravigliosa voce ha allietato l ‘ incontro con brevi brani musicali tra i quali “Solo grazie“ per rendere grazie al Signore del dono della vita.
ph: Francesco Tribuzio
Qui di seguito le riflessioni di Santa Fizzarotti Selvaggi sul tema:
 
ACCOGLIERE IL DONO DEL TEMPO

«Qual è il volto davanti al quale nostra madre e nostro padre si sono incontrati, se non il nostro?»
Si riporta qui di seguito la riflessione sull’incontro di Santa Fizzarotti Selvaggi.
 
Trasformazioni
 
Le trasformazioni invisibili e silenziose, come afferma Malde Vigneri, in noi tutti accadono sin da quando nasciamo e non ci accorgiamo di nulla se non quando la nostra rappresentazione del Sé incontra il mutamento del corpo e poi della fragilità del tempo che consuma il corpo ma non certo il sentire. La “scissione della senilità” non annienta tutto ciò che l’ essere è dentro di sé : il corpo è delizia e croce , ricordando M. Milner in un suo testo. Ci crocifigge lentamente ma non distrugge la fierezza dell’essere nel tempo . Si osservino gli autoritratti di Leonardo e di De Chirico che non negano i mutamenti del volto dal quale però traspare la fierezza di tutto ciò che di è realizzato , il senso della sfida e la grata consapevolezza di esistere , di essere al mondo, come scrive M. Heidegger.Si osservi la tenacia di Papa Francesco, luminoso esempio per il Suo essere al servizio di tutti nonostante i vari problemi . Il tempo è un dono che consente di conoscere noi stessi pur nel nostro essere comunque un mistero, di conoscerci attraverso gli altri: l’Io senza il Tu è prigioniero. E poi conoscere la natura, il mondo, i popoli, le civiltà. La vita è un sogno, scrive William Shakespeare , una vita sognata dalla mente genitoriale e forse sognata da un Altro e in questo Altro speriamo di svegliarci davvero.
 
La nostra vita : un scintilla tra due eternità.
 
Ognuno di noi è portatore di una storia che lascia sin dal primo respiro intravedere la meraviglia dell’avventura di questo esistere colmo di sentimenti, una storia che può essere pienamente vissuta e goduta comunque a qualsiasi età. Invero come scrive Pavese il mestiere di vivere è il più difficile. A volte il dolore riempie più dell’amore e da questo dolore talora non si vuole andare via poiché in qualche modo ci tiene compagnia finanche nella età più tarda in cui non si dovrebbe perdere il senso del gioco per rimanere dentro sempre bambini.
 
La “texture” dei sentimenti appartiene a tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro provenienza, il loro status . La primavera e l’estate sono il frutto dell’autunno e dell’inverno: in Giovanni si legge che “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.”

L’inverno è una stagione lunga e apparentemente buia, e io invece penso che sia la stagione che freme di vita e prepara la primavera, il risveglio così come Botticelli ce lo presenta nella sua famosa opera pittorica in cui Clori giunge accompagnata da Zefiro, il vento del nord ovest che la rapisce per amore e la mette incinta; una trasformazione… D’altra parte è dalle tenebre che nasce la luce.
 
Le età dell’uomo, alle nostre latitudini, sono quattro proprio come le nostre stagioni ciascuna con il suo fascino . Non si tratta di mera consolazione perché è un privilegio poterle vivere tutte. Ad alcuni non è concesso: il tempo infatti è un dono con i suoi grandi sogni fatti di luci ed ombre . Non è mai troppo tardi per desiderare, sognare , sperare, progettare , immaginare, amare. Ricordiamo a noi stessi che il cuore dell’Altro è anche il nostro cuore che batte all’interno della condivisione dell’umano destino. Questo non è una valore astratto ma si incarna nei nostri gesti, nei nostri sguardi, nel nostro agire quotidiano, nella nostra vita. Pensare al dono del tempo facilita in noi la nascita di un Uomo Nuovo.

E’ la conoscenza il ” vero e unico antidoto” ad atteggiamenti, comportamenti e fenomeni pregni di pregiudizi. Un certo ageismo subdolo serpeggia discriminando coloro che sono avanti con gli anni. Nell’ antica Roma i Senatori (Senex) alla fine davano indicazioni ai cosiddetti giovani, ma dimenticavo che invece della rupe Tarpea oggi esistono altre situazioni emarginanti E’ l’ Umanità la terra promessa, il sogno degli esseri umani in attesa di giorni nuovi nella condivisione fertile di ideali.
L’Umanità nella sua dimensione agapica è la Stella Polare in tutte le fasi della vita. Sulla rotta dell’Umanità si aprono le contrade della conoscenza e germoglia l’Amore, quella dimensione in cui nessun uomo può sentirsi solo.

La “qualità della vita” propria e altrui non significa negazione della realtà ma transita attraverso una diversa capacità di ascolto di se stessi e di coloro che vivono in condizioni di vulnerabilità e difficoltà. Nel conoscere l’Altro possiamo incontrare il nostro vero volto. E’ questa la sfida con noi stessi.
 
Tutto cambia nella storia della Natura e della Cultura, dei Popoli, delle Società e delle Istituzioni. Tutto muta sulla Terra e nel Cielo, negli spazi siderei. L’essere umano tende a rimanere immutato nella sua piu’ profonda essenza identitaria: ma la conoscenza e l’amore possono facilitare l’accettazione della trasformazione. Chi siamo noi se non l’insieme di luce e tenebre, essere e non-essere, bene e male, odio e amore, vita e morte, frammento del tutto quale segno della natura, quale creatura alla ricerca di sé nella continua trasformazione delle cose?

Siamo forse quel “non-ancora” che nella pienezza dell’esistere svela parti di noi e del mondo mentre si sviluppa e si struttura il discorso della coscienza nel trascorrere del tempo, nella materia che diviene, nell’avvicendarsi del giorno e della notte, metafora del rinnovarsi della vita, tra i raggi del Sole e della Luna in compagnia delle Stelle.

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