MONOPOLI - Tra i più grandi violisti da gamba in circolazione, Teodoro Baù presenta un omaggio a Johann Sebastian Bach (e non solo) per la rassegna Apulia Antiqua curata da Sentieri Armonici, sabato 16 settembre (ore 20), nella chiesa di San Domenico, a Monopoli. Il programma, con il quale nel 2021 il musicista ha vinto la MA Bruges Competition, nell’ambito del prestigioso festival di musica antica che si svolge in Belgio, include, oltre alla trascrizione per questo strumento delle Partite n. 2 e n. 3 per violino solo composte dal genio di Eisenach, tre pagine di Karl Friedrich Abel tratte dal manoscritto di Drexel e la Passacaglia «L’angelo custode» dalle «Sonate del Rosario» del 1676 di Heinrich Ignaz Franz Biber.
Caleidoscopio è il termine giusto per descrivere l’attività di un trascrittore musicale. Il suo compito, infatti, è cambiare l’immagine, che viene riflessa, scomposta, per creare un’ulteriore immagine. La quale, tuttavia, spiega Baù, non esisterebbe senza l’elemento originale. Allo stesso modo un trascrittore fa i conti con l’elaborazione di un testo già esistente, e cerca di riprodurlo da una parte rispettandone il contenuto, dall’altra adattandone il contenuto allo strumento che ha fra le mani, in un processo per niente dissimile a quello di un traduttore che non rende un testo in maniera letterale, ma viene incontro agli stilemi della lingua di arrivo, quasi con lo scopo di rendere il suo lavoro impercettibile a chi non conosca l’originale. E questa è la prassi che ha guidato la composizione di questo programma, che si apre con un blocco di pezzi di Karl Friedrich Abel, compositore molto vicino a Bach, del quale fu studente a Lipsia. Tra l’altro, nel suo manoscritto di Drexel si trovano le ultime creazioni per viola da gamba sola, prima dell’oblio che la storia riservò allo strumento, alle cui caratteristiche armoniche il restante impaginato è stato adattato nella fase di trascrizione.
Info 327.8575626. Biglietti su www.apuliantiqua.events
Caleidoscopio è il termine giusto per descrivere l’attività di un trascrittore musicale. Il suo compito, infatti, è cambiare l’immagine, che viene riflessa, scomposta, per creare un’ulteriore immagine. La quale, tuttavia, spiega Baù, non esisterebbe senza l’elemento originale. Allo stesso modo un trascrittore fa i conti con l’elaborazione di un testo già esistente, e cerca di riprodurlo da una parte rispettandone il contenuto, dall’altra adattandone il contenuto allo strumento che ha fra le mani, in un processo per niente dissimile a quello di un traduttore che non rende un testo in maniera letterale, ma viene incontro agli stilemi della lingua di arrivo, quasi con lo scopo di rendere il suo lavoro impercettibile a chi non conosca l’originale. E questa è la prassi che ha guidato la composizione di questo programma, che si apre con un blocco di pezzi di Karl Friedrich Abel, compositore molto vicino a Bach, del quale fu studente a Lipsia. Tra l’altro, nel suo manoscritto di Drexel si trovano le ultime creazioni per viola da gamba sola, prima dell’oblio che la storia riservò allo strumento, alle cui caratteristiche armoniche il restante impaginato è stato adattato nella fase di trascrizione.
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Cultura e Spettacoli