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La nascita di porcini, chiodini, finferli e altre varietà – sottolinea la Coldiretti – per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e temperature moderate all’interno del bosco. Con i funghi è però necessario evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che – evidenzia la Coldiretti – vanno dalla pianificazione dei percorsi all’evitare punti ripidi o pericolosi, dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche, oltre a utilizzare per la raccolta cestini di vimini, che arieggiano i funghi e favoriscono la diffusione delle spore, mentre è meglio evitare le buste di plastica.
E se in Lombardia – evidenzia Coldiretti – si stima un aumento di circa 1/5 rispetto all’anno scorso in particolare in alcune zone delle valli bergamasche, tra la Valle Imagna e la Valle Brembana che però hanno subito i danni delle grandinate degli ultimi giorni, in Veneto e Friuli Venezia Giulia – spiega Coldiretti – sulle Dolomiti bellunesi con il ritorno del caldo si attende la ripartenza del boom di porcini, finferli, mazze da tamburo e imbutini interrotto da maltempo e frane, mentre in Piemonte e Liguria la crescita non è ancora partita in grande stile, anche se nei boschi bisogna fare i conti con le distruzioni causate dai cinghiali che devastano intere zone di raccolta. Situazione in evoluzione in Emilia Romagna, sugli Appennini fra Modena e Bologna, mentre nel Centro Italia sono le zone della Lunigiana in Toscana a guidare le crescite, insieme alla fascia settentrionale dell’Umbria, positivo anche il Lazio con aumenti fino al +20%, mentre al Sud, ad eccezione di alcune aree della Sila in Calabria dove si stima un +10% rispetto al 2022, si paga il prezzo delle altre temperature estive, poche piogge e diversi incendi.
I funghi rappresentano una risorsa importante per un Paese come l’Italia che può contare su circa 11,4 milioni di ettari di bosco che copre il 40% della superficie del Paese, segnati spesso purtroppo – precisa la Coldiretti – dall’abbandono, incuria e dall’azione criminale dei piromani. L’attività di ricerca – continua la Coldiretti – non ha solo una natura hobbistica, che coinvolge moltissimi vacanzieri ma spinge il turismo di settembre, scelto quest’anno da 9,8 milioni di italiani, con una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, grazie anche alle numerose sagre autunnali.