LECCE - La sentenza di condanna all'ergastolo è stata confermata in Appello per Paulin Mecaj, 32 anni, e Andrea Capone, 29 anni, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Giovanni Caramuscio, l'ex direttore di banca di 69 anni ucciso con due colpi di pistola la sera del 16 luglio 2021 a Lequile, in provincia di Lecce, mentre si trovava a prelevare denaro da uno sportello bancomat in compagnia di sua moglie.
I due accusati, Paulin Mecaj e Andrea Capone, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo di arma. La conferma della condanna all'ergastolo sottolinea la gravità del crimine e l'intenzione della giustizia di perseguire in modo rigoroso coloro che commettono atti di violenza così atroci.
Inoltre, i due condannati sono stati obbligati a risarcire il danno in separata sede nei confronti dei familiari di Giovanni Caramuscio, che si sono costituiti parti civili nel processo. Questo è un passo importante verso il riconoscimento del dolore e della sofferenza subita dai familiari della vittima.
Durante il processo, sia Paulin Mecaj che Andrea Capone avevano cercato di chiedere perdono ai familiari della vittima, esprimendo rimorso per l'orrore che avevano causato.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni, ma questa conferma della condanna riafferma la determinazione delle autorità giudiziarie nell'assicurare che chi commette gravi reati violenti venga adeguatamente punito, con l'ergastolo come massima pena per questo odioso omicidio.
I due accusati, Paulin Mecaj e Andrea Capone, sono stati ritenuti colpevoli di omicidio volontario, rapina aggravata e porto abusivo di arma. La conferma della condanna all'ergastolo sottolinea la gravità del crimine e l'intenzione della giustizia di perseguire in modo rigoroso coloro che commettono atti di violenza così atroci.
Inoltre, i due condannati sono stati obbligati a risarcire il danno in separata sede nei confronti dei familiari di Giovanni Caramuscio, che si sono costituiti parti civili nel processo. Questo è un passo importante verso il riconoscimento del dolore e della sofferenza subita dai familiari della vittima.
Durante il processo, sia Paulin Mecaj che Andrea Capone avevano cercato di chiedere perdono ai familiari della vittima, esprimendo rimorso per l'orrore che avevano causato.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni, ma questa conferma della condanna riafferma la determinazione delle autorità giudiziarie nell'assicurare che chi commette gravi reati violenti venga adeguatamente punito, con l'ergastolo come massima pena per questo odioso omicidio.