Conversano, il Maestro Riccardo Muti alla presentazione della legge sulle bande musicali: 'Diventi nazionale'

TINA RAUCCI - Un grande ritorno quello del maestro Riccardo Muti in Puglia, nel contesto che lo ha visto artisticamente formarsi fin da ragazzo. Nato a Napoli e cresciuto nella città di Molfetta, il Maestro Muti non ha mai perso di vista le sue radici, allontanandosene per km ma non per ricordi e ispirazioni.

“Le radici sono ciò che di più importante abbiamo” ha introdotto il Maestro Muti, lasciandosi andare anche a qualche confidenza personale con il pubblico: “In realtà mi sono innamorato della musica proprio attraverso le bande musicali degli eventi, tradizioni e degli usi molfettesi. Ricordo ancora che negli anni ‘80 a Philadelphia, accingendomi a suonare le sinfonie di Braun e Beethoven, ascoltavo la musica delle marce funebri molfettesi. Mi davano il senso delle radici, dell’appartenenza ad un mondo così diverso da quello americano, sgargiante e tecnologico.”

Le bande musicali pugliesi hanno omaggiato con più composizioni, dal sagrato della cattedrale al centro storico, l’arrivo del celebre maestro d’orchestra in occasione della presentazione ufficiale della legge regionale sulle bande musicali.

“E’ molto importante che questa legge non si limiti all’ambito regionale, bensì diventi legge nazionale, interessando anche le altre regioni d’Italia. Non dimentichiamo che la cultura è uno degli elementi per eliminare o diminuire la criminalità anche tra le nuove generazioni. Proprio le bande sono espressione di cultura, di armonia di tradizioni e di comunità da secoli; per cui forte è anche la loro valenza sociale” ha proseguito il Maestro Muti.

“Attraverso questa legge la Puglia si è riappropriata ancora una volta della sua identità e delle sue tradizioni, al fine di tutelarle e valorizzarle. Come il Maestro Muti ha ribadito l’importanza per ciascuno delle proprie radici, così valorizziamo la musica delle bande: un patrimonio radicato a pieno titolo nelle nostre radici e nella nostra storia, che ancora oggi sono il modo migliore per formare una cultura musicale in tutte le generazioni, a partire dai ragazzi e dagli adolescenti” ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione svoltasi a Conversano.

Attraverso la legge in questione si promuove la formazione delle nuove generazioni che entrano a far parte delle bande musicali, si apre la strada alla digitalizzazione e vengono stanziate più risorse per far fronte alle esigenze delle bande, tenendo conto anche della necessità di alloggi preposti al pernottamento nelle varie tappe della programmazione concertistica.

“La Regione Puglia ha costruito il suo intero patrimonio sul tema dell’identità. Questa legge inserisce a pieno titolo la musica delle bande tra i beni culturali immateriali del nostro patrimonio.

Così proseguiamo nell’ottica di una strategia che finanzi e copra i costi a cui le bande musicali devono far fronte, dalla tournée all’acquisto o al restauro degli strumenti musicali” ha dichiarato Aldo Patruno, direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. Per Grazia Di Bari, consigliera regionale delegata alle Politiche Culturali: “Finalmente siamo riusciti ad approvare questa legge che ci dà la possibilità di valorizzare e di tutelare un patrimonio incredibile che è costituito appunto dalle bande. Questo risultato arriva dopo due anni e viene celebrato da un nome importante come quello del maestro Riccardo Muti”.

Al termine della conferenza stampa, il Maestro Riccardo Muti ha apportato la sua firma sulla legge regionale, ribadendo inoltre il proposito di confrontarsi con il Ministro Sangiuliano affinché possa varcare i confini della regione Puglia, nell’interesse di tutte le bande d’Italia. Per suggellare il ritorno tanto atteso nella terra da cui la sua formazione artistica è nata e si è consolidata, al maestro Muti sono stati donati gli spartiti originali di suite per balletti, risalenti al 1969 del maestro Michele Lufrano, suo docente negli anni dell’adolescenza a Molfetta.

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