VITO FERRI - Nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 settembre, l'ex boss mafioso Matteo Messina Denaro ha perso la sua battaglia contro una grave forma di tumore al colon. Le sue condizioni di salute si erano deteriorate rapidamente, concludendo una vita segnata da crimini e latitanza.
Messina Denaro, noto come uno dei padrini più pericolosi e inafferrabili della mafia siciliana, è deceduto presso l'ospedale San Salvatore de L'Aquila, dove era stato ricoverato dopo essere stato arrestato nel gennaio del presente anno. Era in regime di detenzione 41 bis, il più rigoroso, nel carcere di massima sicurezza del capoluogo abruzzese. Il suo arresto aveva portato alla luce il suo stato di salute già compromesso, a causa del cancro al colon.
Il detenuto aveva espresso chiaramente la sua volontà nel testamento biologico, rifiutando l'accanimento terapeutico. I medici avevano quindi interrotto l'alimentazione parenterale endovenosa, rispettando le sue volontà. La situazione si era aggravata ulteriormente quando era entrato in uno stato di coma irreversibile, privo di speranze di recupero.
L'ex boss della mafia siciliana era stato latitante per quasi 30 anni, su un totale di 61 anni di vita. La sua cattura era avvenuta mentre stava ricevendo cure per il tumore alla clinica La Maddalena di Palermo, rendendo pubblica la sua fragilità fisica.
Dopo la sua morte, la salma di Matteo Messina Denaro è stata trasferita all'obitorio del carcere di L'Aquila. Prima di essere tumulato a Castelvetrano, il suo corpo dovrà essere sottoposto a un'autopsia. Nel corso degli ultimi giorni, Messina Denaro ha incontrato alcuni familiari e ha dato il cognome alla sua figlia Lorenza, la cui esistenza era rimasta nascosta fino ad allora.
La morte di Messina Denaro segna la fine di una figura controversa e temuta nella storia della mafia siciliana, che ha segnato profondamente la Sicilia e l'Italia per decenni. La sua cattura e il suo successivo deterioramento fisico rappresentano un capitolo importante nella lotta contro la criminalità organizzata.
Messina Denaro, noto come uno dei padrini più pericolosi e inafferrabili della mafia siciliana, è deceduto presso l'ospedale San Salvatore de L'Aquila, dove era stato ricoverato dopo essere stato arrestato nel gennaio del presente anno. Era in regime di detenzione 41 bis, il più rigoroso, nel carcere di massima sicurezza del capoluogo abruzzese. Il suo arresto aveva portato alla luce il suo stato di salute già compromesso, a causa del cancro al colon.
Il detenuto aveva espresso chiaramente la sua volontà nel testamento biologico, rifiutando l'accanimento terapeutico. I medici avevano quindi interrotto l'alimentazione parenterale endovenosa, rispettando le sue volontà. La situazione si era aggravata ulteriormente quando era entrato in uno stato di coma irreversibile, privo di speranze di recupero.
L'ex boss della mafia siciliana era stato latitante per quasi 30 anni, su un totale di 61 anni di vita. La sua cattura era avvenuta mentre stava ricevendo cure per il tumore alla clinica La Maddalena di Palermo, rendendo pubblica la sua fragilità fisica.
Dopo la sua morte, la salma di Matteo Messina Denaro è stata trasferita all'obitorio del carcere di L'Aquila. Prima di essere tumulato a Castelvetrano, il suo corpo dovrà essere sottoposto a un'autopsia. Nel corso degli ultimi giorni, Messina Denaro ha incontrato alcuni familiari e ha dato il cognome alla sua figlia Lorenza, la cui esistenza era rimasta nascosta fino ad allora.
La morte di Messina Denaro segna la fine di una figura controversa e temuta nella storia della mafia siciliana, che ha segnato profondamente la Sicilia e l'Italia per decenni. La sua cattura e il suo successivo deterioramento fisico rappresentano un capitolo importante nella lotta contro la criminalità organizzata.