ROMA - Il mondo del cinema italiano piange la perdita di uno dei suoi luminari, il regista Giuliano Montaldo, scomparso nella sua casa di Roma all'età di 93 anni. Nato a Genova nel 1930, avrebbe compiuto 94 anni il prossimo 22 febbraio. Alla sua scomparsa, accanto a lui c'erano sua moglie Vera Pescarolo, la figlia Elisabetta e i suoi due nipoti Inti e Jana Carboni. La famiglia ha annunciato che non si terranno esequie pubbliche, rispettando così la volontà del defunto regista.
Montaldo, noto per essere stato uno degli ultimi grandi registi formatisi nel dopoguerra alla scuola del neorealismo italiano, ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo del cinema con la sua carriera lunga e prolificante. La sua opera è stata caratterizzata da un profondo impegno civile, evidente soprattutto nella trilogia composta da "Gott mit uns" (1970), "Sacco e Vanzetti" (1971) e "Giordano Bruno" (1973). Questi film hanno esplorato tematiche legate al potere militare, giudiziario e religioso, dimostrando l'abilità di Montaldo nel portare sullo schermo storie che riflettevano la realtà e le questioni sociali dell'epoca.
Oltre al cinema, Montaldo è stato attivo anche in produzioni televisive, come il kolossal in otto puntate "Marco Polo", dimostrando la sua versatilità e il suo costante desiderio di raccontare storie significative.
Nonostante la sua carriera dietro la macchina da presa, Montaldo ha mantenuto un piede nell'interpretazione, recitando in diversi film, inclusi "Achtung banditi" (1951) e "Cronache di poveri amanti" (1954) di Carlo Lizzani, "Il caimano" di Nanni Moretti e "Tutto quello che vuoi" (2017) di Francesco Bruni, dove ha interpretato il ruolo principale accanto al giovane Andrea Carpenzano.
La sua influenza nel cinema italiano e internazionale è stata significativa, e il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi. Un esempio notevole è il film "Sacco e Vanzetti," che ha fatto guadagnare a Riccardo Cucciolla la Palma d'Oro come migliore attore a Cannes, per la sua interpretazione di Nicola Sacco, uno dei pugliesi della storia più famosi al mondo.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Montaldo, definendolo "un grande regista e un grande sceneggiatore italiano". Ha sottolineato l'importanza del film "Sacco e Vanzetti" nel portare alla luce una parte significativa della storia e ha ricordato Montaldo come un partigiano che, attraverso il cinema, è riuscito a trasmettere storie e valori importanti per tutti noi.
Con la sua morte, l'Italia perde uno dei suoi maestri del cinema, ma l'eredità cinematografica e culturale di Giuliano Montaldo continuerà a vivere attraverso le sue opere intramontabili.
Montaldo, noto per essere stato uno degli ultimi grandi registi formatisi nel dopoguerra alla scuola del neorealismo italiano, ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo del cinema con la sua carriera lunga e prolificante. La sua opera è stata caratterizzata da un profondo impegno civile, evidente soprattutto nella trilogia composta da "Gott mit uns" (1970), "Sacco e Vanzetti" (1971) e "Giordano Bruno" (1973). Questi film hanno esplorato tematiche legate al potere militare, giudiziario e religioso, dimostrando l'abilità di Montaldo nel portare sullo schermo storie che riflettevano la realtà e le questioni sociali dell'epoca.
Oltre al cinema, Montaldo è stato attivo anche in produzioni televisive, come il kolossal in otto puntate "Marco Polo", dimostrando la sua versatilità e il suo costante desiderio di raccontare storie significative.
Nonostante la sua carriera dietro la macchina da presa, Montaldo ha mantenuto un piede nell'interpretazione, recitando in diversi film, inclusi "Achtung banditi" (1951) e "Cronache di poveri amanti" (1954) di Carlo Lizzani, "Il caimano" di Nanni Moretti e "Tutto quello che vuoi" (2017) di Francesco Bruni, dove ha interpretato il ruolo principale accanto al giovane Andrea Carpenzano.
La sua influenza nel cinema italiano e internazionale è stata significativa, e il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi. Un esempio notevole è il film "Sacco e Vanzetti," che ha fatto guadagnare a Riccardo Cucciolla la Palma d'Oro come migliore attore a Cannes, per la sua interpretazione di Nicola Sacco, uno dei pugliesi della storia più famosi al mondo.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Montaldo, definendolo "un grande regista e un grande sceneggiatore italiano". Ha sottolineato l'importanza del film "Sacco e Vanzetti" nel portare alla luce una parte significativa della storia e ha ricordato Montaldo come un partigiano che, attraverso il cinema, è riuscito a trasmettere storie e valori importanti per tutti noi.
Con la sua morte, l'Italia perde uno dei suoi maestri del cinema, ma l'eredità cinematografica e culturale di Giuliano Montaldo continuerà a vivere attraverso le sue opere intramontabili.