‘Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro': intervista all'autrice Santa Fizzarotti Selvaggi


VITO FERRI - Abbiamo intervistato l'autrice Santa Fizzarotti Selvaggi in occasione della presentazione del suo nuovo libro a Castello Marchione dal titolo 'Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro'.

Buonasera, Santa Fizzarotti Selvaggi. Grazie per essere qui con noi oggi. Cosa l'ha ispirata a scrivere il suo libro "Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro"?

Tesoro c’è una ripetizione nel seguente periodo e te lo invio corretto libro "Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro"? Nel 1978 incontrai casualmente Paolo Finoglio. In un intervallo scolastico , insegnavo in quel periodo Italiano e Storia in una Scuola Media a Putignano , mi recai su invito dell’allora sindaco di Conversano Prof. Domenico Macchia ,con il quale dividevo la cattedra , al Monastero di San Benedetto poiché erano appena giunte da Roma le dieci tele raffiguranti dieci episodi della “Gerusalemme Liberata” del Tasso acquistate al Conte Manzolini dal Comune di Conversano con il contributo della Provincia e della Regione. Mi soffermai ad osservare incuriosita nelle sale del Monastero alcuni rotoli spiegati per terra, abbastanza logorati: erano queste le opere di Paolo Finoglio. Rividi in quell’occasione l’avvocato Giovanni Ramunni, amico di mio padre Angelo, al quale devo oltre a una profonda e vera amicizia, anche la pubblicazione di un lavoro da me curato insieme ad altri esperti e amici dal titolo “ Paolo Finoglio L’altro Sguardo” 1980 , Schena Editore. L’anno precedente avevo pubblicato con presentazione del Sindaco prof. Macchia il libro “ Appunti …Paolo Finoglio” con il contributo della Regione Puglia. Si tratta di una lettura del tutto inedita delle dieci tele, effettuata con il contributo di due miei amici artisti Anna Nunziante e Enzo Di Gioia: ponevo , credo per la prima volta , in relazione i dieci episodi dipinti da Fino con i versi del Tasso. Di lì in poi ho visto riprodurre tale lettura ma come accade spesso non ho visto la fonte citata. Ideai e allestii con i miei due amici una prima mostra didattica nel nel Museo di San Benedetto presentata da noti storici dell’arte e visitata anche da Achille Bonito Oliva, giunto per l’occasione su nostro semplice invito. Seguirono seminari e dibattiti su questo autore fino a quando ritrovai un’altra amica a me cara : la restauratrice Titti Matera de Bellis che stava restaurando appunto le tele del Finoglio presso la Sovrintendenza. Se pur con diversi strumenti entrambe ipotizzammo l’autoritratto del Finoglio in una delle tele: quella appunto di Olindo e Sofronia. Ad osservare attentamente le tele tutti i personaggi si guardano ad eccezione di uno solo che in penombra guarda oltre la tela con l’atteggiamento di chi tiene in mano la tavolozza e lo specchio . Era poi in uso nel Seicento che il pittore si ponesse all’interno della scena: una sorta di firma. E fu teorizzata in modo puntuale da chi vi parla la sequenza delle quattro tele dedicate ad Armida e Rinaldo con particolare riferimento all’amore, ma di questo tutti poi ne hanno parlato evitando con cura di ricordare coloro che per primi se ne erano occupati. Non nego l’amarezza.


Il suo libro si basa su ricerche e contributi di prestigiosi studiosi. Quali sono le scoperte più interessanti che ha fatto durante questa ricerca?

Paolo Finoglio trascorse a Conversano gli ultimi cinque anni della sua vita avvolto quasi di mistero a causa della sua avventurosa esistenza: naturalmente non si tratta soltanto di un pittore manierista, ma della personalità di un uomo che, alternando la pittura agli affari, ha lasciato appunto alcune delle più belle opere di tutto il Seicento italiano meridionale circa il ciclo della “Gerusalemme liberata. “

Non vi sono molti documenti scritti che permettono una conoscenza dei fatti. Ma eccezionale è tutto il suo ciclo pittorico che scopre in piena luce quelli che dovevano essere le tematiche del tempo, i conflitti di uomo e di artista nei confronti della Committenza mentre contemporaneamente sviluppava insieme ai Santi e alle Madonne, “personaggi vibranti di passioni e sentimenti, dai volti ambrati accesi di improvvisi rossori e dai corpi avvolti in seriche stoffe svolazzanti delle note acute di bianchi squillanti e fiabesche policromie.” Non si dimentichino le citazioni pittoriche che traggono ispirazione da Artemisia Gentileschi

Nelle sue dieci tele emerge un paesaggio quasi monocromo e drammatico che si accompagna a cieli notturni, ingombri di nubi e tensioni. Grandi suggestioni teatrali affiorano dalle scene pregne di una straordinaria coreografia mentre i personaggi sono intrisi di espressività, splendono di luce irreale mentre il gesto, l'intensità degli sguardi svelano un linguaggio profondo e dimenticato. E quei goffi cavalli antropomorfi, costruiti con legno e stoppa, giganteschi in primo piano, sembrano essere stati immaginati come sinistre macchine belliche o progetti contemporanei per una scenografia. Sempre più mi convinco che le tele sono teleri per scene teatrali . In quel tempo erano in uso le rappresentazioni teatrali nelle corti.

In questo lavoro ho inteso occuparmi di aspetti che mi sembra che fin ad ora siano sfuggiti all’attenzione di coloro che si occupano di tale straordinaria vicenda . Le tre figure femminili rappresentate nelle tele sono tre donne musulmane che si innamorano degli eroi cristiani : Armida , Clorinda , Erminia. Ecco nella tela di Clorinda e Tancredi sul campo di battaglia emerge una sensualità travolgente .Un Eros che oggi è diventato mercimonio perdendo il suo vero orizzonte di senso. Dallo scontro l’incontro : il dialogo amoroso, la conversione. Omnia vincit Amor ,l’amore vince ogni cosa, ha scritto Virgilio. Ma ciò che trovo straordinario è che nel nell’episodio di Olindo e Sofronia è proprio Clorinda , il fiore della cavalleria musulmana a salvare i due giovani cristiani. E oggi invece si continua a discettare in modo talora improprio di tante cose manipolando le coscienze.

L'evento di presentazione del libro al Castello Marchione di Conversano sembra essere stato un grande successo. Potrebbe condividere alcuni momenti salienti dell'evento e come è stato accolto il suo lavoro?

Sono molto emozionata per tale incontro, per le autorità culturali, scientifiche, istituzionali, politiche, per il pubblico che ha partecipato con grande interesse, per la vostra generosità, per Scaffale Web sempre presente, e per gli illustri relatori quali il Magnifico Rettore dell’Università degli studi “ Aldo Moro “ di Bari Prof Stefano Bronzini che ha colto nel lavoro la categoria del possibile e ha ricordato la ricorrenza del primo trapianto di rene eseguito nell’Italia Meridionale a Bari cinquanta anni fa ( 10 ottobre 1973) da Francesco Paolo Selvaggi con il prof. Marinaccio , lo scrittore Vinicio Aquaro la cui cultura è nota a tutti, la maestria del giornalista scrittore Michele Cristallo nel condurre l’incontro, l’equilibrio del Sindaco di Conversano Avv Giuseppe Lovascio , appassionato della sua terra. E poi i due giovani artisti : il talentuoso pianista Francesco Perrini e la meravigliosa attrice Stefania Papa che ha recitato brani tratti dal monologo immaginario di Isabella Filomarino , colei che invitò a corte il suo “ amato “ pittore..

Infine, cosa si augura che i lettori traggano dal suo libro "Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro"?

Mi auguro che traggano il senso profondo del lavoro che riguarda l’Amore universale.

Grazie mille per la sua presenza e per le sue illuminanti parole, Santa Fizzarotti Selvaggi. Auguriamo il miglior successo al suo libro "Paolo Finoglio, lo sguardo dell'Altro".

In foto: Prima mostra didattica sulle tele de “La Gerusalemme Liberata“ del Tasso dipinte da Paolo Finoglio. Ideata e curata da Santa Fizzarotti Selvaggi nel museo di San Benedetto (1980) con la collaborazione di Enzo Di Gioia e Anna Nunziante.

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