CASTELLANA GROTTE - Un nuovo farmaco riduce drasticamente lo sviluppo dei tumori del colon, del pancreas, del
fegato e della colecisti: la sua azione impedisce ad un enzima (autotassina) di produrre un
fosfolipide (acido lisofosfatidico, LPA). E’ questo il risultato di alcune ricerche dell’Irccs
“Saverio de Bellis” di Castellana Grotte. Andiamo per gradi: LPA gioca un ruolo chiave
nelle malattie tumorali dove è responsabile di maggiore aggressività e diffusione
metastatica. Di qui la necessità di bloccare gli effetti di LPA. La strategia utilizzata dal dott.
Matteo Centonze, primo firmatario della pubblicazione scientifica, insieme ad altri
ricercatori dell’istituto pugliese specializzato in gastroenterologia, è stata quella di evitare
la formazione di LPA a monte, inibendo l’Autotassina ed impedendo così la proliferazione
tumorale.
“L’attività antitumorale di questa molecola è molto evidente in tutti i test effettuati e per tutti i tumori studiati, riferisce il direttore scientifico Gianluigi Giannelli, anche a concentrazioni molto basse”. Ovviamente siamo ancora in una fase di sperimentazione preclinica e, quindi, non applicabile al momento ai pazienti, come sottolinea Giannelli. “Questi sono passaggi obbligatori e fondamentali per capire se un farmaco può avere un futuro impiego clinico. Sulla base dei nostri dati – spiega il direttore scientifico – avvieremo entro un paio di mesi una sperimentazione su pazienti che si concluderà la prossima primavera, per individuare i soggetti che maggiormente possono giovarsi di tale terapia. Successivamente, entro l’anno prossimo, conclude Giannelli, partirà una sperimentazione clinica di fase 1 presso il nostro Istituto”.
Una prospettiva importante, come sottolinea il direttore generale Tommaso Stallone: “è motivo di grande orgoglio per il nostro Istituto sviluppare una nuova terapia, prima sperimentalmente e poi su pazienti, grazie alla possibilità di eseguire studi clinici di fase 1. Il lavoro serio premia e non è stato un caso – ricorda Stallone – essere riusciti ad abilitare il “de Bellis” come primo centro in Puglia, ed unico tra gli Irccs pubblici, a poter eseguire studi di Fase 1”.
“L’attività antitumorale di questa molecola è molto evidente in tutti i test effettuati e per tutti i tumori studiati, riferisce il direttore scientifico Gianluigi Giannelli, anche a concentrazioni molto basse”. Ovviamente siamo ancora in una fase di sperimentazione preclinica e, quindi, non applicabile al momento ai pazienti, come sottolinea Giannelli. “Questi sono passaggi obbligatori e fondamentali per capire se un farmaco può avere un futuro impiego clinico. Sulla base dei nostri dati – spiega il direttore scientifico – avvieremo entro un paio di mesi una sperimentazione su pazienti che si concluderà la prossima primavera, per individuare i soggetti che maggiormente possono giovarsi di tale terapia. Successivamente, entro l’anno prossimo, conclude Giannelli, partirà una sperimentazione clinica di fase 1 presso il nostro Istituto”.
Una prospettiva importante, come sottolinea il direttore generale Tommaso Stallone: “è motivo di grande orgoglio per il nostro Istituto sviluppare una nuova terapia, prima sperimentalmente e poi su pazienti, grazie alla possibilità di eseguire studi clinici di fase 1. Il lavoro serio premia e non è stato un caso – ricorda Stallone – essere riusciti ad abilitare il “de Bellis” come primo centro in Puglia, ed unico tra gli Irccs pubblici, a poter eseguire studi di Fase 1”.