LECCE -Il Ministero della Giustizia italiano è stato condannato a risarcire con un milione di euro la famiglia di Salvatore Monda, un poliziotto penitenziario che prestava servizio presso il carcere di Lecce. La sentenza rappresenta un precedente importante in Italia e affronta una questione spinosa legata alla salute dei lavoratori del settore penitenziario.
Salvatore Monda è deceduto all'età di 44 anni a causa di un tumore ai polmoni, nonostante non avesse mai fumato in vita sua. Il segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) della Puglia, Federico Pilagatti, ha sottolineato che il collega ha trascorso ore ed ore durante il suo servizio a inalare il fumo passivo, il che ha avuto un impatto devastante sulla sua salute.
Questa sentenza rappresenta un importante riconoscimento del legame tra l'esposizione prolungata al fumo passivo sul posto di lavoro e il rischio per la salute dei lavoratori. Anche se la sentenza non risolve completamente il problema del fumo passivo nelle strutture penitenziarie, evidenzia la necessità di prevenire e proteggere i lavoratori da questo pericolo.
Il sindacato chiede urgentemente misure come l'installazione di aeratori nelle sezioni detentive, il riconoscimento di tutte le patologie contratte dai lavoratori legate al fumo passivo come cause di servizio, la fornitura di dispositivi di protezione come mascherine e un'indennità specifica per i poliziotti penitenziari che lavorano a stretto contatto con la popolazione detenuta, compensando il rischio per la loro salute.
Inoltre, il sindacato si rivolge al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché il Ministro della Giustizia Nordio non presenti alcun appello contro la sentenza, poiché le responsabilità sono state chiaramente dimostrate. Si chiede invece al Ministro di presentare le richieste del sindacato al prossimo Consiglio dei Ministri come un primo passo verso il risarcimento dei danni causati a migliaia di poliziotti penitenziari costretti a lavorare in ambienti altamente inquinati per anni.
Salvatore Monda è deceduto all'età di 44 anni a causa di un tumore ai polmoni, nonostante non avesse mai fumato in vita sua. Il segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) della Puglia, Federico Pilagatti, ha sottolineato che il collega ha trascorso ore ed ore durante il suo servizio a inalare il fumo passivo, il che ha avuto un impatto devastante sulla sua salute.
Questa sentenza rappresenta un importante riconoscimento del legame tra l'esposizione prolungata al fumo passivo sul posto di lavoro e il rischio per la salute dei lavoratori. Anche se la sentenza non risolve completamente il problema del fumo passivo nelle strutture penitenziarie, evidenzia la necessità di prevenire e proteggere i lavoratori da questo pericolo.
Il sindacato chiede urgentemente misure come l'installazione di aeratori nelle sezioni detentive, il riconoscimento di tutte le patologie contratte dai lavoratori legate al fumo passivo come cause di servizio, la fornitura di dispositivi di protezione come mascherine e un'indennità specifica per i poliziotti penitenziari che lavorano a stretto contatto con la popolazione detenuta, compensando il rischio per la loro salute.
Inoltre, il sindacato si rivolge al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché il Ministro della Giustizia Nordio non presenti alcun appello contro la sentenza, poiché le responsabilità sono state chiaramente dimostrate. Si chiede invece al Ministro di presentare le richieste del sindacato al prossimo Consiglio dei Ministri come un primo passo verso il risarcimento dei danni causati a migliaia di poliziotti penitenziari costretti a lavorare in ambienti altamente inquinati per anni.