Nucleare: sì o no?

(distelAPPArath/Shutterstock)
VITTORIO POLITO - La nota di Onofrio Introna sul nucleare, riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 15 settembre, ricordando che al referendum del 1987 “gli italiani si erano opposti”, dimostra che molti nostri connazionali dicono spesso e volentieri “no” a tutto (nucleare, carbone, disinquinamento, ecc.), dimenticando che essi stessi sono i produttori e gli utilizzatori di certe energie. Ciò dimostra che la scarsa conoscenza sul tema fa da padrona in queste scelte, dal momento che non tutti conoscono perfettamente l’importanza del problema.

Un proverbio ricorda che «L’ignoranza è l’ottavo sacramento», che si aggiunge per paradosso ai 7 noti a tutti, dal momento che anch’esso fornisce perdono, clemenza e giustificazione. L’ignoranza non è considerata un peccato e anche se non scusa, dimostra chiaramente la non conoscenza di certi argomenti e quindi l’impossibilità a fare una scelta, come quella del referendum citato.

Molti non sanno che l’energia nucleare garantisce una stabilità delle reti elettriche e permette di ridurre la dipendenza da importazioni energetiche necessarie per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. D’altro canto l’Italia è circondata da centrali nucleari, mentre noi diciamo no senza valide ragioni.

Quindi le centrali nucleari non sono affatto insidiose e “un governo che si rispetti”, che non è sempre lo stesso da oltre 30 anni, può benissimo cambiare marcia dopo tale periodo senza il suggerimento di chicchessia. Da non dimenticare che il pericolo viene da più parti: alluvioni, terremoti, guerre, esplosioni, armi, gas, senza dimenticare quanto è accaduto recentemente in Emilia Romagna, il terremoto del Marocco, il disastro della diga in Libia, ecc., altro che dal nucleare.

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