BARI - “Il caso denunciato da una paziente oncologica – che, insieme ad altri pazienti, è stata sottoposta all’iniezione del radiofarmaco ed ha atteso al gelo, ad una temperatura di 15 gradi, per quattro ore, prima di essere informata che la pet-tac era fuori uso – riapre la piaga di un macchinario inaffidabile, spesso rotto e sottoposto a continui e costosi interventi di manutenzione. Parliamo di persone immunodepresse, che sono state esposte al rischio di gravi complicanze e infezioni, quando già dal giorno prima si sapeva che il macchinario era rotto e non vi era alcuna certezza che potesse essere riparato in tempi brevi. Già ad inizio aprile scorso avevo segnalato il problema, quando la stessa pet-tac era in riparazione ormai da un mese, privando i pazienti della possibilità di eseguire in loco un esame insostituibile per rilevare anomalie di tessuti e organi in tempi brevi, con la massima accuratezza e con minore assorbimento di radiazioni. Agli utenti, dunque, non restava che un’alternativa: pagare per sottoporsi all’esame in una struttura privata o fuori provincia, con enormi disagi. All’epoca la Asl di Lecce si affrettò a ridimensionare il problema, precisando che le urgenze e i follow up erano comunque garantiti". Così in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
"Stessa reazione piccata anche a luglio scorso - prosegue -, quando denunciammo che al polo oncologico del Fazzi le prenotazioni delle visite erano sospese almeno fino a settembre, e dunque per i pazienti oncologici a rischio recidiva era impossibile programmare una visita di controllo per tutta l’estate e addirittura fino a novembre. La Asl rispose che urgenze e visite di controllo erano garantite, sostenendo la piena operatività del CorO che invece, come testimoniano i pazienti, non solo non risponde al telefono ma neppure al citofono".
"Tornando alla pet-tac - evidenzia Pagliaro -, è evidente che il problema non è stato risolto alla radice come io sollecitavo, chiedendo la sostituzione dell’apparecchio. Si creano liste d’attese estenuanti, quando ai pazienti oncologici dovrebbero essere assicurati esami immediati. Molti non hanno la possibilità di pagare per sottoporsi all’esame nelle strutture private o di raggiungere ospedali lontani, e subentra la disperazione. Questo è inaccettabile e disumano, così come il funzionamento per appena due-tre ore al giorno del COrO, il Centro di Orientamento Oncologico che dovrebbe prendere in carico tutti i pazienti oncologici e che spesso risulta irraggiungibile. Viene così a mancare un punto di riferimento fondamentale per pazienti fragili, già duramente provati dalla malattia e vessati da continue attese, ritardi, trafile inutili e disservizi. Il mancato raccordo tra Oncologico e COrO ostacola la presa in carico e il sostegno ai pazienti gravati da problematiche molto serie e invalidanti. Non si tratta di numeri ma di persone che meritano un’assistenza adeguata, pronta e costante. Ecco perché torno ad incalzare la Asl e l’assessore alla sanità affinché risolvano una volta per tutte le carenze operative del polo oncologico leccese, dotandolo di personale sufficiente e di strumenti diagnostici efficienti. Il tempo della pazienza è esaurito, i pazienti oncologici prima di tutto”, conclude.
"Stessa reazione piccata anche a luglio scorso - prosegue -, quando denunciammo che al polo oncologico del Fazzi le prenotazioni delle visite erano sospese almeno fino a settembre, e dunque per i pazienti oncologici a rischio recidiva era impossibile programmare una visita di controllo per tutta l’estate e addirittura fino a novembre. La Asl rispose che urgenze e visite di controllo erano garantite, sostenendo la piena operatività del CorO che invece, come testimoniano i pazienti, non solo non risponde al telefono ma neppure al citofono".
"Tornando alla pet-tac - evidenzia Pagliaro -, è evidente che il problema non è stato risolto alla radice come io sollecitavo, chiedendo la sostituzione dell’apparecchio. Si creano liste d’attese estenuanti, quando ai pazienti oncologici dovrebbero essere assicurati esami immediati. Molti non hanno la possibilità di pagare per sottoporsi all’esame nelle strutture private o di raggiungere ospedali lontani, e subentra la disperazione. Questo è inaccettabile e disumano, così come il funzionamento per appena due-tre ore al giorno del COrO, il Centro di Orientamento Oncologico che dovrebbe prendere in carico tutti i pazienti oncologici e che spesso risulta irraggiungibile. Viene così a mancare un punto di riferimento fondamentale per pazienti fragili, già duramente provati dalla malattia e vessati da continue attese, ritardi, trafile inutili e disservizi. Il mancato raccordo tra Oncologico e COrO ostacola la presa in carico e il sostegno ai pazienti gravati da problematiche molto serie e invalidanti. Non si tratta di numeri ma di persone che meritano un’assistenza adeguata, pronta e costante. Ecco perché torno ad incalzare la Asl e l’assessore alla sanità affinché risolvano una volta per tutte le carenze operative del polo oncologico leccese, dotandolo di personale sufficiente e di strumenti diagnostici efficienti. Il tempo della pazienza è esaurito, i pazienti oncologici prima di tutto”, conclude.