VITTORIO POLITO – In questi ultimi tempi si parla del grano fermo in Ucraina a
causa della guerra per l’opposizione della Russia, con presunte ed inutili
motivazioni, al trasferimento dell’indispensabile prodotto per affrontare la fame nel
mondo, soprattutto dell’Africa.
Com’è noto, l’accordo post-bellico sul grano del Mar Nero, prevedeva il ritorno del grano ucraino sui mercati internazionali e che dopo lo scoppio della guerra, è stato nuovamente bloccato dalla Russia. Il presidente turco Erdogan, dopo aver discusso del tema con il presidente russo Vladimir Putin, si dice fiducioso al ripristino dell’accordo.
Auspicando che si possa tornare al più presto al riattivazione dell’intesa, pensiamo alla leggenda delle navi granarie di San Nicola, ricordato da Maria Teresa Bruno nel libro da lei curato “S. Nicola nelle fonti narrative greche”, pubblicato nel 1985 nella collana della Biblioteca del Centro Studi Nicolaiani, che potrebbe, con il suo miracoloso intervento, far riavviare le trattative o, in mancanza, “provvedere” a duplicare la leggenda ricordata.
Alcuni monaci hanno raccontato che San Nicola era venerando ed angelico nell’aspetto e che emanava profumi fragranti di santità tali, che con una sola apparizione rendeva migliori coloro che si imbattevano in lui, rendendoli migliori. Ecco una leggendaria prova.
L’autrice narra di un episodio avvenuto nel territorio della Licia. In un periodo in cui scarseggiava il grano. Approdarono nel porto di Andriake delle navi alessandrine cariche di grano, ed i mercanti riferirono del loro arrivo a San Nicola. Il Santo sopraggiunse da Mira ad Andriake chiedendo ai marinai delle navi di scaricare un po’ di grano da ogni nave «affinché non moriamo di fame». I marinai si opposero, ribadendo «non possiamo fare questo, poiché il grano è del popolo della capitale». Ma San Nicola chiese ancora una volta di scaricare da ciascuna nave cento moggi dal carico (il moggio è un’antica misura di capacità per aridi, soprattutto per le granaglie), impegnandosi di salvaguardare l’impunità per i marinai presso il ricevitore di Costantinopoli.
I marinai scaricarono il grano, ripartendo quindi per Bisanzio e appena giunti misurarono il grano, trovando i loro carichi così come li avevano imbarcati ad Alessandria. Non mancava proprio nulla. L’equipaggio si meravigliò di questo prodigio e raccontò ai ricevitori il miracolo straordinario di San Nicola e tutti gloriarono Dio, che dà sempre grazia a quelli che lo amano.
Il Santo, a sua volta, fece misurare il grano prelevato dalle navi e lo distribuì a tutti. E tutti glorificarono Dio in ogni occasione, poiché il grano ricevuto bastò per ben due anni. E poiché avevano conservato parte per la semina, godettero anche successivamente dei benefici di Dio, per mezzo dell’intercessione del suo servo Nicola.
La leggenda è raccontata anche da padre Gerardo Cioffari O.P., storico della Basilica di San Nicola di Bari, nel suo libro “San Nicola – La vita, i miracoli, le leggende” (Basilica di San Nicola Editore, 2014).
Com’è noto, l’accordo post-bellico sul grano del Mar Nero, prevedeva il ritorno del grano ucraino sui mercati internazionali e che dopo lo scoppio della guerra, è stato nuovamente bloccato dalla Russia. Il presidente turco Erdogan, dopo aver discusso del tema con il presidente russo Vladimir Putin, si dice fiducioso al ripristino dell’accordo.
Auspicando che si possa tornare al più presto al riattivazione dell’intesa, pensiamo alla leggenda delle navi granarie di San Nicola, ricordato da Maria Teresa Bruno nel libro da lei curato “S. Nicola nelle fonti narrative greche”, pubblicato nel 1985 nella collana della Biblioteca del Centro Studi Nicolaiani, che potrebbe, con il suo miracoloso intervento, far riavviare le trattative o, in mancanza, “provvedere” a duplicare la leggenda ricordata.
Alcuni monaci hanno raccontato che San Nicola era venerando ed angelico nell’aspetto e che emanava profumi fragranti di santità tali, che con una sola apparizione rendeva migliori coloro che si imbattevano in lui, rendendoli migliori. Ecco una leggendaria prova.
L’autrice narra di un episodio avvenuto nel territorio della Licia. In un periodo in cui scarseggiava il grano. Approdarono nel porto di Andriake delle navi alessandrine cariche di grano, ed i mercanti riferirono del loro arrivo a San Nicola. Il Santo sopraggiunse da Mira ad Andriake chiedendo ai marinai delle navi di scaricare un po’ di grano da ogni nave «affinché non moriamo di fame». I marinai si opposero, ribadendo «non possiamo fare questo, poiché il grano è del popolo della capitale». Ma San Nicola chiese ancora una volta di scaricare da ciascuna nave cento moggi dal carico (il moggio è un’antica misura di capacità per aridi, soprattutto per le granaglie), impegnandosi di salvaguardare l’impunità per i marinai presso il ricevitore di Costantinopoli.
I marinai scaricarono il grano, ripartendo quindi per Bisanzio e appena giunti misurarono il grano, trovando i loro carichi così come li avevano imbarcati ad Alessandria. Non mancava proprio nulla. L’equipaggio si meravigliò di questo prodigio e raccontò ai ricevitori il miracolo straordinario di San Nicola e tutti gloriarono Dio, che dà sempre grazia a quelli che lo amano.
Il Santo, a sua volta, fece misurare il grano prelevato dalle navi e lo distribuì a tutti. E tutti glorificarono Dio in ogni occasione, poiché il grano ricevuto bastò per ben due anni. E poiché avevano conservato parte per la semina, godettero anche successivamente dei benefici di Dio, per mezzo dell’intercessione del suo servo Nicola.
La leggenda è raccontata anche da padre Gerardo Cioffari O.P., storico della Basilica di San Nicola di Bari, nel suo libro “San Nicola – La vita, i miracoli, le leggende” (Basilica di San Nicola Editore, 2014).