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A volte non si sa come cominciare a mettere un pò di ordine nella nostra mente sempre più attonita dinanzi a una superficialità di contenuti e comportamenti.
Ringrazio il CIF provinciale, guidato da Cristina Maremonti . per aver dato a me l’opportunità di riflettere su tanti aspetti della nostra contemporaneità dopo l’ incontro del 18 settembre u.s al Circolo Barion in occasione della presentazione del libro del giovane talentuoso scrittore Rocco Anelli dal titolo “I bagnanti”, Les Flaneurs edizioni. Presenti anche il noto Maestro di Storia della Musica Nicola Scardicchio e la docente A. Chiara Scardicchio, Associato di Pedagogia generale Università degli Studi “Aldo Moro” Bari. Sono state molte le riflessioni scaturite in me ricordando invero gli insegnamenti dei grandi Maestri della Facoltà di Filosofia della nostra Università, oggi con il nome di Aldo Moro, e mi riferisco in modo particolare ai professori Lidia de Rita , ordinario di Psicologia generale con la quale mi sono formata , a Franca Pinto Minerva, ordinario di Pedagogia con la quale ho sempre collaborato , a Franco Fanizza , ordinario di Estetica del quale sono stata assistente per lunghi anni avendo avuto un comando ministeriale e che mi ha dischiuso i cosiddetti orizzonti di senso che molti ripetono in modo un po’ reiterativo e spesso fuor di “ senno e di senso”. Ma si evitino le polemiche inutili e si cerchi di guardare la realtà con occhi liberi da condizionamenti.
Riflettendo in libertà … credo che necessiti distinguere con chiarezza le Arti dalle Scienze. Una “lectio magistralis “del grande indiscusso Antonio Zichichi, che ebbi l onore di presentare nell’ Aula Magna della nostra Università anni orsono in occasione di un suo prezioso lavoro “ Perché credo in Colui che ha fatto il mondo” ,chiari’ a tutti che la Scienza si definisce tale quando il fenomeno è riproducibile . Ora, Signori e Signore, l’ essere umano si riproduce ma gli individui come i fiocchi di neve non sono riproducibili nella loto peculiare identità . Non esistono individui identici , ma simili : non lo sono nemmeno i gemelli e non lo saranno forse nemmeno i cloni perché l’ ambiente fa esprimere diversamente i geni.
Le Arti, produzione umana come lo è la Scienza, non sono assolutamente Scienza perché si contestualizzano nell’ ambito vasto della Conoscenza che a sua volta si inscrive nel registro dell’ accadere, ovvero della non ripetitività, dell’inaspettato. Le Arti sono sogni ad occhi aperti. Si legga o si rilegga con attenzione il famoso saggio di Freud “Il poeta e la fantasia“ prima di avventurarsi in territori scivolosi. Gli artisti sono capaci, in una sorta di rèverie, di vedere le scene dei sogni. Le Arti, infatti, consentono di accedere ai luoghi onirici e così ci svelano angoli più oscuri e segreti. Il testo onirico, d’altra parte come sempre scritto e affermato, ci vive sia in stato di veglia che di sonno. Si tratta però di restituire all'artista la sua funzione di trasformatore di linguaggi che non riproducono fedelmente le scene del sogno, ma le rappresentano presentandole al mondo. L’Arte dunque non è Scienza perché non è riproducibile. se mai è imitabile : ma entrambe si avvalgono della Tecnica che nella sua accezione originaria (dal greco τέχνη [téchne], sta per "saper fare", "saper operare" ed è l'insieme delle norme applicate e seguite in un'attività, sia essa intellettuale che manuale. Dunque la Tecnica e applicazione delle scoperte scientifiche e abilità manuali per le Arti in genere e in maggior misura per le arti figurative e plastiche. E d’altronde in ambito musicale esistono vari brani dedicati alla “ Primavera “ composti da autori ragguardevoli quali Stravinsky, ma sono tutti diversi ….Ogni composizione artistica è unica e dunque non riproducibile se non giusto tramite la tecnica pianistica (se pur opinabile) e la tecnologia. Ma in sé il brano è unico: dunque non è scienza, ma arte.
Arte e Scienza, come momenti di Conoscenza del reale che insieme possono ridare insieme un “senso” alla nostro esistere al mondo che si oppone a Thanatos ( alcuni preferiscono dire Morte ma non è la stessa cosa) che a sua volta diviene il motore primo della vita , di Eros . Senza Thanatos staremmo a ciondolare nella foresta forse in uno stato di assoluta “lieta" inconsapevolezza…
L'idea di una ricerca scientifica intorno ai fenomeni artistici non è una novità, ma è da ritrovarsi nel pensiero di Aristotele. Platone invero non stabilì una distinzione tra arte e scienza: arte però sono la politica e la guerra, arte è la filosofia, arte è la medicina. Arte è tutto ciò che scaturisce dall'uomo mentre altro dall'arte è la natura. Aristotele dunque distinse il "possibile", come luogo dell'arte, dal "necessario" come aspetto peculiare della sfera scientifica. Nel corso della storia numerose sono state le scissioni e le dicotomie tra ambito scientifico ed artistico fino a giungere alle teorizzazioni delle filosofie romantiche ed idealistiche (da Schelling a Croce ) che connotavano l'artista come "genio e sregolatezza" e lo scienziato come individuo con " rigidi schemi metodologici". In realtà una relazione profonda appare tra attività artistica e attività scientifica :entrambi i processi hanno, infatti, come caratteristica essenziale la progettazione, la trasformazione della natura delle cose, la possibilità di reinventare oggetti e situazioni con lo sguardo rivolto all’eternità. Una illusione di eternità che ci consente di tollerare la realtà. In verità, e giusto per ricordare il senso della applicazione tecnica, gli artisti durante l'età classica e poi in epoca romana, nel medioevo fino all'età moderna erano considerati artigiani. Si racconta che Fidia per la classe dominante non era se non un operaio che lavorava per vivere e per questo degno di poca stima: gli schiavi infatti lavoravano.
La Scienza e l'Arte si costruiscono come Conoscenza ( di qui impropriamente si definiscono le conoscenze umane come Scienze umane) nel contesto di più ampie sperimentazioni ma con metodologie differenti. Il problema dell'Arte in fondo è il problema della comunicazione che si sviluppa in modo complesso ponendo in permanente discussione la natura del pensiero, il problema della Scienza è quello di mettersi di traverso a Thanatos, a Sorella Morte.
Ma è il corpo il vero laboratorio dei sensi, lo strumento della conoscenza: in tale ottica il corpo e la corporeità finiscono per coincidere e armoniosamente corrispondere. Un corpo senza corporeità firma la morte dell'Eros, la perdita della seduzione e la disfatta del sé. Il “corpomente” è un enigma. Ma oggi l’antropologia, di cui si discetta in modo talora improprio, la psicoanalisi, la neuroestetica, la filosofia si incrociano e si integrano nella parola dell’arte e nella parola della scienza che sempre possono condurci con metodi differenti alla scoperta del nostro Sé, della nostra mente, del nostro corpo, del nostro Io che è sempre un Io corporeo, come si legge in Freud e successivamente in Milner. Invero quando si scrive in noi si muovono forze sconosciute e a distanza di tempo talora cogliamo il nostro dire , come accaduto a Rocco Anelli. In definitiva un “ Après-Coup”. Questa la continua iniziazione che ci conduce verso lidi altri, alla scoperta del Sé, dell’Altro, dell’Alterità come tale inscritta nel vasto pensiero dell’universo , citando J. Guitton . Scaturisce di qui “l ’inventio “ e della scienza nel suo rigore metodologico e della parola delle arti che fondono e confondono immaginazione e realtà. La coscienza diventa pertanto quel percorso doloroso della mente che attraverso le arti tutte, ma forse in modo particolare tramite la scrittura, la narrazione e la poesia , considerata da Simonide di Iuli la sorella maggiore di tutte le arti , si perde nel cercare “ l’oggetto assente” per poi ritrovarsi in un “ presente” meno dolente. In ogni caso una “esperienza amorosa” che giace nascosta nel nostro passato rimosso e che si manifesta nell’evento del linguaggio, del pensiero inteso nella sua dimensione universale, nella scrittura come accaduto al nostro giovane autore . La cultura, quale sostanza di pensiero corporeo, in tal senso, non ha gerarchie, né confini, ma solo le lame inesistenti di orizzonti evanescenti. La cultura è emozione che a sua volta “ è la madre del pensiero “ . Il che , appunto , invita noi tutti a non fornire a coloro che ci ascoltano concetti approssimativi e fuorvianti.