BARI - – Il potenziamento dello Screening per prevenire il carcinoma colorettale, le nuove terapie per curare i tumori gastrointestinali e il trattamento multidisciplinare nei percorsi terapeutici garantiti ai pazienti: sono i temi al centro del convegno, in programma domani, 9 settembre, all’Ospedale San Paolo di Bari “Good news in gastrointestinal cancer”, organizzato e promosso dalla Oncologia Medica dell’Ospedale San Paolo, di cui è responsabile l’oncologo Francesco Giuliani.
L’obiettivo dell’incontro formativo è fornire le più recenti acquisizioni nel trattamento multidisciplinare delle neoplasie gastrointestinali attraverso la partecipazione di esperti regionali ed extraregionali. Ad aprire il dibattito, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, del direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, e del direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce. A cui seguiranno gli interventi dei relatori mirati a illustrare le novità in ambito diagnostico e terapeutico, partendo dallo stato dell’arte dello Screening del colon retto.
I programmi di Screening sono tra le attività maggiormente incentivate dalla ASL che ha impresso una accelerata nella estensione degli inviti destinati alla popolazione target. Ed è proprio nello Screening del colon retto che, tra il 2022 e i primi sei mesi del 2023, si è registrata la crescita più significativa: nel corso del 2022 sono stati 94.663 gli inviti generati e 17.972 gli esami effettuati, mentre da gennaio a giugno di quest’anno gli inviti diffusi sono già a quota 59.819. “Questo significa – spiega il direttore generale Antonio Sanguedolce – che, in proiezione, a fine 2023 riusciremo a raggiungere una estensione elevata e di pari passo ad aumentare l’adesione da parte della popolazione. L’azione della ASL – attraverso la sua rete con un centro hub Screening al Di Venere che coordina gli ospedali San Paolo, Perinei di Altamura e San Giacomo di Monopoli – è organizzata in modo tale da coprire il fabbisogno dell’intero territorio aziendale. Non trascureremo la sensibilizzazione con gli strumenti di informazione e comunicazione a nostra disposizione per arrivare a tutti i cittadini e alle cittadine per far capire l’importanza della prevenzione”.
Lo screening per la prevenzione del tumore del colon retto prevede l’esecuzione, ogni due anni, di un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Il materiale necessario per il test (“il kit”) può essere ritirato nella farmacia più vicina. Se il test è negativo, il risultato viene inviato a casa. Se il test è positivo, la ASL invita ad eseguire esami di approfondimento. Un test positivo non indica necessariamente la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma suggerisce fortemente l'esecuzione di un esame di secondo livello quale la colonscopia, garantita dai centri ASL, in collaborazione con l’Istituto Tumori Bari e il Policlinico.
Il confronto tra gli esperti porrà l’attenzione anche sul miglioramento ottenuto negli ultimi anni nel trattamento delle neoplasie gastrointestinali: conseguenza, da una parte, dello sviluppo e dell’impiego di nuovi farmaci, e dall’altro, dell’utilizzo di differenti strategie di trattamento che mirano a conservare e/o migliorare i risultati ottenuti con gli approcci standard riducendo gli effetti collaterali delle terapie. Lo conferma il responsabile della Oncologia Medica del San Paolo, Francesco Giuliani. “Tali miglioramenti – spiega Giuliani - si sono osservati nel trattamento del carcinoma gastrico, grazie ai risultati ottenuti con l’impiego della immunoterapia in aggiunta alla chemioterapia, nei tumori del fegato e delle vie biliari dove è possibile oggi utilizzare sequenze di terapie farmacologiche, cosa impensabile fino a pochi anni addietro, nel tumore del retto, neoplasia che richiede la stretta collaborazione di più figure specialistiche, e dove i risultati degli studi recenti mirano ad ottimizzare al meglio il ruolo dell’oncologo, del chirurgo e del radioterapista”.
L’aggiornamento degli operatori e l’impiego di cure moderne sono punti di forza della Unità Operativa di Oncologia della ASL che nel 2022 ha erogato oltre 15mila prestazioni e, già nei primi sette mesi di quest’anno, ha assicurato 10mila trattamenti chemioterapici e oncologici, prendendo in carico oltre 700 nuovi pazienti, a conferma della propria centralità nel contesto provinciale della assistenza sanitaria.
L’obiettivo dell’incontro formativo è fornire le più recenti acquisizioni nel trattamento multidisciplinare delle neoplasie gastrointestinali attraverso la partecipazione di esperti regionali ed extraregionali. Ad aprire il dibattito, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, del direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, e del direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce. A cui seguiranno gli interventi dei relatori mirati a illustrare le novità in ambito diagnostico e terapeutico, partendo dallo stato dell’arte dello Screening del colon retto.
I programmi di Screening sono tra le attività maggiormente incentivate dalla ASL che ha impresso una accelerata nella estensione degli inviti destinati alla popolazione target. Ed è proprio nello Screening del colon retto che, tra il 2022 e i primi sei mesi del 2023, si è registrata la crescita più significativa: nel corso del 2022 sono stati 94.663 gli inviti generati e 17.972 gli esami effettuati, mentre da gennaio a giugno di quest’anno gli inviti diffusi sono già a quota 59.819. “Questo significa – spiega il direttore generale Antonio Sanguedolce – che, in proiezione, a fine 2023 riusciremo a raggiungere una estensione elevata e di pari passo ad aumentare l’adesione da parte della popolazione. L’azione della ASL – attraverso la sua rete con un centro hub Screening al Di Venere che coordina gli ospedali San Paolo, Perinei di Altamura e San Giacomo di Monopoli – è organizzata in modo tale da coprire il fabbisogno dell’intero territorio aziendale. Non trascureremo la sensibilizzazione con gli strumenti di informazione e comunicazione a nostra disposizione per arrivare a tutti i cittadini e alle cittadine per far capire l’importanza della prevenzione”.
Lo screening per la prevenzione del tumore del colon retto prevede l’esecuzione, ogni due anni, di un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Il materiale necessario per il test (“il kit”) può essere ritirato nella farmacia più vicina. Se il test è negativo, il risultato viene inviato a casa. Se il test è positivo, la ASL invita ad eseguire esami di approfondimento. Un test positivo non indica necessariamente la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma suggerisce fortemente l'esecuzione di un esame di secondo livello quale la colonscopia, garantita dai centri ASL, in collaborazione con l’Istituto Tumori Bari e il Policlinico.
Il confronto tra gli esperti porrà l’attenzione anche sul miglioramento ottenuto negli ultimi anni nel trattamento delle neoplasie gastrointestinali: conseguenza, da una parte, dello sviluppo e dell’impiego di nuovi farmaci, e dall’altro, dell’utilizzo di differenti strategie di trattamento che mirano a conservare e/o migliorare i risultati ottenuti con gli approcci standard riducendo gli effetti collaterali delle terapie. Lo conferma il responsabile della Oncologia Medica del San Paolo, Francesco Giuliani. “Tali miglioramenti – spiega Giuliani - si sono osservati nel trattamento del carcinoma gastrico, grazie ai risultati ottenuti con l’impiego della immunoterapia in aggiunta alla chemioterapia, nei tumori del fegato e delle vie biliari dove è possibile oggi utilizzare sequenze di terapie farmacologiche, cosa impensabile fino a pochi anni addietro, nel tumore del retto, neoplasia che richiede la stretta collaborazione di più figure specialistiche, e dove i risultati degli studi recenti mirano ad ottimizzare al meglio il ruolo dell’oncologo, del chirurgo e del radioterapista”.
L’aggiornamento degli operatori e l’impiego di cure moderne sono punti di forza della Unità Operativa di Oncologia della ASL che nel 2022 ha erogato oltre 15mila prestazioni e, già nei primi sette mesi di quest’anno, ha assicurato 10mila trattamenti chemioterapici e oncologici, prendendo in carico oltre 700 nuovi pazienti, a conferma della propria centralità nel contesto provinciale della assistenza sanitaria.