Una nuova stella nell’Universo del dialetto barese


VITTORIO POLITO
– L’Universo del dialetto barese di arricchisce di una nuova stella, quella di una grande opera «U Tèstamènde Nève – Le saggre scretture grèche-crestiane de la Bibbie veldate a la barèse» (Independently Ed. Pag. 656, € 26, disponibile da Amazon). Un’opera di grande prestigio, tradotta e curata in lingua barese da Luigi Canonico, che mette a nostra disposizione.

“La Bibbia secondo il canone dei cristiani, è divisa in due grandi parti, chiamate rispettivamente ‘Antico’ (o Vecchio) Testamento, e ‘Nuovo’. «Il Nuovo Testamento, contiene l’alleanza nuova, in sostituzione della precedente, per cui Gesù Cristo ha avvinto a sé, in virtù della sua morte espiatrice, non più una particolare nazione, ma l’umanità intera. Naturalmente, questa “nuova alleanza” non è riconosciuta dal giudaismo dei tempi cristiani, il quale perciò respinge il Nuovo Testamento.». (Da Enciclopedia Italiana Treccani).
Il Nuovo Testamento in dialetto barese di Luigi Canonico, noto poeta dialettale barese, autore anche dei quattro Vangeli tradotti nella nostra prima lingua “U Vangèle chendate da le quatte Vangeliste: Matté, Marche, Luche, Giuanne” (Stampa Pressup, Roma 2014), è un arduo e complesso lavoro che l’autore regala ai baresi ed a tutti coloro che si interessano alla “nostra” lingua (cultori, scrittori, poeti, religiosi, simpatizzanti, ecc.). Si tratta delle Scritture Greche-Cristiane della Bibbia, comunemente identificate come “Nuovo Testamento”, che si compone dei seguenti ventisette libri: I Vangeli di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni, gli Atti degli Apostoli, le lettere dell’apostolo Paolo ai Romani, due lettere ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, due lettere ai Tessalonicesi, due lettere a Timoteo, a Tito, a Filemone, agli Ebrei, la lettera del discepolo Giacomo, due lettere dell’apostolo Pietro, tre lettere dell’apostolo Giovanni, la lettera del discepolo Giuda e, ultima, la Rivelazione di Giovanni, nota come “Apocalisse”.
Il testo si avvale di un considerevole impiego di vocaboli dialettali, sconosciuti e spesso ricercati, non presenti negli attuali dizionari, un’opera di traduzione di Canonico, non facile, per la difficoltà a trasformare i racconti evangelici nel vivace dialetto barese, redatto con note in calce e interessanti Appendici esplicative finali.
Canonico scrive nell’introduzione: «Veldà a le lèngue o a le dialitte ca se parlene iosce le Saggre Scretture, ca rappresèndene le penzìire e le ditte du Criatore, iè na sorte de rèsponzabeletà vèrse de Iìdde ca nge l’ha ddate, e vèrse de tutte le chidde ca l’avonn’a lèsce. Mò, pegghiadeve u piacère de lèsce nìinde de mène ca le Saggre scretture Greche Crestiane, a la barèse! – E, ancora - Non zò ffatte nudde de spèciale. Chiuttoste, qualungue sbaglie fatte veldanne le Scretture a la lèngua barèse pote depènde da nguacch’e pponde de gnorandetà mè sope a la lèngua barèse». Non mi resta che rimandare i lettori al testo originale e lasciare ad essi il piacere di leggere in dialetto barese un fondamentale testo religioso.
Canonico ha pubblicato in dialetto barese anche i seguenti libri: “Abbassce o muèle” (poesie); “Mile e na notte” (proverbi baresi); “Iarrie du paise mì” (poesie) e, in lingua italiana, “Il freddo vento dei Balcani - Racconti dal Porto”, un testo con molte attinenze alla città di Bari. Insomma un barese da inserire fra quelli DOC.

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