BARI - Ci voleva la raccapricciante vicenda di Caivano per rendere concreto il programma di Agenda Sud del ministro Valditara che veniva agitato da mesi senza che vi fosse uno straccio di contenuto su questa iniziativa rivoluzionaria del Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’adozione (30 agosto) e la diffusione (18 settembre) dello specifico Decreto Ministeriale rendono un po’ più chiaro il contenuto e i limiti di un’iniziativa che nelle intenzioni dovrebbe contrastare la dispersione scolastica sul nostro territorio. Lo evidenzia in una nota il Segretario generale Flc Cgil Puglia Ezio Falco.
I dati
Sono 43 le istituzioni scolastiche pugliesi del primo e del secondo ciclo che riceveranno uno stanziamento di € 140mila per attività di contrasto alla dispersione scolastica. 24 di queste, tutte scuole secondarie (di primo e secondo grado), accederanno a una parte dei € 34 milioni con cui verrà finanziato l’investimento più concreto e interessante del piano, ovvero l’assunzione per due anni di docenti aggiuntivi per gli insegnamenti di italiano, matematica e inglese. A conti fatti, in Puglia, si tratterà di circa 60 docenti in più per ogni anno scolastico – un’inezia, insomma – che dovrebbero costituire il cuore dell’iniziativa di prevenzione, contrasto e recupero della dispersione. Sono numeri certamente risicati per raggiungere il risultato auspicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Molte di più sono invece le istituzioni scolastiche pugliesi che verranno finanziate con fondi dedicati ad iniziative di formazione dei docenti, attività di ampliamento pomeridiane ed attività sportive con un’attribuzione distinta di € 140mila, € 100mila, € 60mila ed € 20mila. In Puglia le scuole coinvolte in questo piano sono 346.
I limiti dell’intervento
Ancora una volta gli interventi di contrasto alla dispersione sono affidati a finanziamenti straordinari che durano il tempo di uno spot. Non si tratta per nessuno di questi interventi di capitoli della spesa ordinaria dello stato, ma della rimodulazione di finanziamenti PNRR o PON, fondi, dunque, destinati ad esaurirsi rapidamente, nell’arco di un biennio o giù di lì. Come se la dispersione scolastica e, soprattutto, le condizioni sociali ed economiche che ne sono all’origine, dovessero sparire quasi d’incanto tra due anni.
Tra le scuole che riceveranno personale docente aggiuntivo in Puglia troviamo diversi istituti liceali: quasi la metà (10) di questi sono licei scientifici, classici, o istituzioni convittuali. Difficile pensare che proprio lì si annidino sacche di dispersione così gravi da necessitare, in una condizione di risorse scarse, di un intervento così deciso, forse il più significativo di tutto il programma. Ancora una volta, dunque, torna il tema di chi e come decida che debbano essere ripartite le risorse che servono a finanziare interventi così importanti sulle scuole del nostro territorio. In virtù di alcuni non meglio precisati indicatori INVALSI e INDIRE, di fatto alcune scuole focolaio della dispersione rimangono fuori ed altre, in cui evidentemente il disagio si manifesta in maniera meno acuta, ricevono interventi e fondi aggiuntivi. In ultimo, ma forse costituisce il limite principale, nessuno ha chiesto alle scuole su cui spalmare gli interventi di quali avessero concretamente bisogno e quante risorse sarebbero state necessarie per sostenerli. Nessuno ha chiesto se le scuole pugliesi e meridionali fossero nelle condizioni di gestire la mole di risorse, talvolta ingente, che vengono riversate nelle nostre amministrazioni. Si dà ampio mandato all’autorità di gestione (per le risorse che provengono da PON e simili) o all’autorità di missione (per i fondi che provengono dal PNRR) di stabilire priorità, tempi, modalità di presentazione di progetti, ammissione a finanziamento e rendicontazione. Autorità che peraltro al momento non hanno fatto pervenire alcunchè pure agli istituti interessati, rischiando di generare progettualità improvvisate, inadeguate ai reali bisogni o al contesto in cui operano le scuole, se non alla restituzione degli stessi fondi, data l’impossibilità oggettiva di gestire ulteriori programmi di finanziamento oltre a quelli già operanti con la stessa modalità verticistica e improvvisata. La lotta alla dispersione scolastica non può essere lasciata all’improvvisazione e non può essere affidata ad interventi spot. Un fenomeno complesso non può essere contrastato in maniera estemporanea ed eterodiretta, senza un ascolto vero di quanti vi operano. Diversamente, si rischia il pressapochismo prestato allo spot governativo che va bene per qualche giorno, ma che nel lungo periodo non solo non cambia nulla, ma rischia di convincere le nostre comunità che sia un fenomeno endemico e invincibile, contro il quale non è possibile far nulla, alimentando l’inerzia e il senso di fallimento di un intero sistema che, invece, quotidianamente, anche senza roboanti annunci e fondi spostati da una parte all’altra, con senso del dovere prova a prevenire disagio, dispersione e devianza.
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