LECCE - Aumentano le prestazioni assistenziali erogate dall’Inps. A conferma di un quadro socio-economico sempre più influenzato dalla congiuntura negativa. Ieri mattina, nell’Auditorium del museo «Sigismondo Castromediano» di Lecce, è stato presentato il rendiconto sociale Inps per l’anno 2022.
Dopo gli indirizzi di saluto rivolti dall’arcivescovo metropolita Michele Seccia e dal vicepresidente della Provincia Antonio Leo, ha aperto i lavori Salvatore Labriola, presidente del comitato provinciale Inps di Lecce. «Il rendiconto sociale di fine mandato – ha detto Labriola – ha preso in esame lo stato di salute del welfare nel 2022 nella nostra provincia, in uno scenario socio-economico caratterizzato da profonde trasformazioni ed evoluzioni che la crisi pandemica ha imposto. L’utilizzo sempre più esteso delle tecnologie e delle applicazioni digitali – ha aggiunto – hanno accelerato i trend di cambiamento in atto in tutti i comparti produttivi e lo stato di emergenza ha obbligato l’Inps ad affrontare l’annoso problema di un sistema digitale che appariva datato e poco rispondente alla grande domanda di sopravvivenza delle famiglie. Negli ultimi quattro anni, il comitato ha esaminato ben 12.285 ricorsi, accogliendone 497».
Hanno preso la parola, poi, Antonio Balzano, direttore provinciale Inps Lecce che ha snocciolato i numeri contenuti nel rendiconto 2022 e Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico di «Aforisma School of Management» che ha illustrato la situazione socio-economica nel Salento.
È stato sottolineato che, in linea con la tendenza nazionale e regionale, l’andamento demografico resta negativo, in conseguenza di un aumento dei decessi e di una diminuzione progressiva delle nascite. Inoltre, si rileva un andamento prevalentemente crescente del numero degli emigrati, mentre il numero degli immigrati segue un andamento oscillatorio.
Sul versante del mercato del lavoro, in provincia di Lecce, è possibile osservare un aumento del tasso di occupazione a fronte di una riduzione sia del tasso di disoccupazione sia del tasso di inattività. Tra il 2021 ed il 2022 il numero di assunzioni è aumentato, così come il numero di cessazioni di rapporti di lavoro, provocando una sostanziale riduzione del saldo netto, dato in linea con quanto accade a livello regionale che nazionale. Nel quadriennio 2019-2022, il numero delle pensioni liquidate ha subìto lievi oscillazioni, ma l’importo medio mensile risulta più basso sia della media regionale sia di quella nazionale. Ad oggi risultano erogate circa 219mila pensioni.
Per Stasi, «l’eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale salentino rappresenta uno dei principali freni alla crescita del Salento. Sarà la voglia d’impresa, sarà l’apertura della partita Iva vista come alternativa alla disoccupazione, sarà anche il crescente ricorso agli incentivi per l’auto-imprenditorialità. Sta di fatto che la provincia di Lecce registra, ancora una volta, un aumento del numero delle aziende. Va detto – aggiunge – che il Salento è storicamente caratterizzato da una fitta rete di micro, piccole e medie imprese, ma questa peculiarità, che in passato ha consentito di sviluppare un sistema produttivo specializzato e molto flessibile, rappresenta oggi un elemento di rischio perché comporta una minore competitività su un mercato sempre più globale».
Dopo gli interventi dei sindacati Valentina Fragassi (Cgil), Ada Chirizzi (Cisl) e Mauro Fioretti (Uil), moderati da Enza Pasqua, responsabile Agenzia flussi Inps Lecce, ha concluso i lavori Vincenzo Tedesco, direttore regionale Inps Puglia, evidenziando l’importante ruolo svolto dall’Inps per la tenuta sociale del Paese.
Dopo gli indirizzi di saluto rivolti dall’arcivescovo metropolita Michele Seccia e dal vicepresidente della Provincia Antonio Leo, ha aperto i lavori Salvatore Labriola, presidente del comitato provinciale Inps di Lecce. «Il rendiconto sociale di fine mandato – ha detto Labriola – ha preso in esame lo stato di salute del welfare nel 2022 nella nostra provincia, in uno scenario socio-economico caratterizzato da profonde trasformazioni ed evoluzioni che la crisi pandemica ha imposto. L’utilizzo sempre più esteso delle tecnologie e delle applicazioni digitali – ha aggiunto – hanno accelerato i trend di cambiamento in atto in tutti i comparti produttivi e lo stato di emergenza ha obbligato l’Inps ad affrontare l’annoso problema di un sistema digitale che appariva datato e poco rispondente alla grande domanda di sopravvivenza delle famiglie. Negli ultimi quattro anni, il comitato ha esaminato ben 12.285 ricorsi, accogliendone 497».
Hanno preso la parola, poi, Antonio Balzano, direttore provinciale Inps Lecce che ha snocciolato i numeri contenuti nel rendiconto 2022 e Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico di «Aforisma School of Management» che ha illustrato la situazione socio-economica nel Salento.
È stato sottolineato che, in linea con la tendenza nazionale e regionale, l’andamento demografico resta negativo, in conseguenza di un aumento dei decessi e di una diminuzione progressiva delle nascite. Inoltre, si rileva un andamento prevalentemente crescente del numero degli emigrati, mentre il numero degli immigrati segue un andamento oscillatorio.
Sul versante del mercato del lavoro, in provincia di Lecce, è possibile osservare un aumento del tasso di occupazione a fronte di una riduzione sia del tasso di disoccupazione sia del tasso di inattività. Tra il 2021 ed il 2022 il numero di assunzioni è aumentato, così come il numero di cessazioni di rapporti di lavoro, provocando una sostanziale riduzione del saldo netto, dato in linea con quanto accade a livello regionale che nazionale. Nel quadriennio 2019-2022, il numero delle pensioni liquidate ha subìto lievi oscillazioni, ma l’importo medio mensile risulta più basso sia della media regionale sia di quella nazionale. Ad oggi risultano erogate circa 219mila pensioni.
Per Stasi, «l’eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale salentino rappresenta uno dei principali freni alla crescita del Salento. Sarà la voglia d’impresa, sarà l’apertura della partita Iva vista come alternativa alla disoccupazione, sarà anche il crescente ricorso agli incentivi per l’auto-imprenditorialità. Sta di fatto che la provincia di Lecce registra, ancora una volta, un aumento del numero delle aziende. Va detto – aggiunge – che il Salento è storicamente caratterizzato da una fitta rete di micro, piccole e medie imprese, ma questa peculiarità, che in passato ha consentito di sviluppare un sistema produttivo specializzato e molto flessibile, rappresenta oggi un elemento di rischio perché comporta una minore competitività su un mercato sempre più globale».
Dopo gli interventi dei sindacati Valentina Fragassi (Cgil), Ada Chirizzi (Cisl) e Mauro Fioretti (Uil), moderati da Enza Pasqua, responsabile Agenzia flussi Inps Lecce, ha concluso i lavori Vincenzo Tedesco, direttore regionale Inps Puglia, evidenziando l’importante ruolo svolto dall’Inps per la tenuta sociale del Paese.