Bari e il percorso identitario di Fra’ Giacomo
VITTORIO POLITO - Che Bari sia una grande città non vi sono dubbi e bisognerebbe ringraziare ed applaudire chi si interessa ad essa per la sua storia, per i suoi monumenti, per il suo dialetto, per il suo bel Lungomare e, soprattutto, per San Nicola che la protegge.
Qualche lustro fa Giuseppina Boccasile, già dirigente scolastico, pubblicò per la WIP Edizioni un interessante volume relativo alla storia di una zona di Bari denominata “Fra’ Giacomo”, nell’intento di consegnare alla memoria della città non solo un pezzo di storia che pochi conoscono, nella speranza che i resti di quella zona di Bari possano rimanere evidenti.
Stiamo parlando di una ricerca minuziosa, sia sul piano storico che sul piano giuridico, che l’autrice propone in questo saggio sull’ex Convento dei Cappuccini, ove sono presenti oggi la Suola “Mazzini”, l’ex ENEL oggi di proprietà dell’Università, ecc. insistente in una zona di Bari denominata anticamente “Contrada Fra’ Giacomo”, quella delimitata a sua volta dai quartieri San Rocco, Picone, San Pasquale e Sant’Antonio. Il Convento ha ospitato i Cappuccini fino al 1864, quando fu ceduto al Comune di Bari per essere adibito a lazzaretto.
Nel 1800 la “Contrada” assunse grande importanza in occasione della costruzione del Palazzo Ateneo, del Palazzo delle Ferrovie di Corso Italia (ora dell’Università) e della scuola elementare “Umberto” e “Margherita”. La zona interessata è precisamente quella in cui è presente, attualmente, la Parrocchia di Santa Croce, il cui suolo per la costruzione del Convento fu donato da Onorato Zizzi e le spese per la realizzazione dell’edificio a carico dei “signori della città e degli oboli ricavati dalla chiesa”.
Nel 1861 un decreto di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, soppresse tutti gli ordini religiosi ed il patrimonio ecclesiastico passò allo Stato.
Successivamente con la Costituzione Repubblicana, lo Stato, applicando le pari opportunità, sottrasse gli Enti che svolgevano attività di beneficenza e i loro patrimoni furono consegnati ai Comuni, per cui l’Opera Pia Asilo di Pietà e tutto il patrimonio connesso passò al Comune di Bari con l’obbligo di realizzare nell’ex Convento la scuola elementare e la scuola materna.
Il testo è arricchito con documenti e immagini della zona e del sottosuolo.
Per completezza va detto che Giuseppina Boccasile è impegnata in varie attività ed è autrice di vari saggi, tra i quali, “Il potere dell’educazione all’immagine per lo sviluppo del linguaggio nella comunicazione”; “Benvenuto Max (ebrei e antifascisti in Puglia)”, quest’ultimo curato con Vito Antonio Leuzzi per l’Istituto di storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea; “Giandomenico Petronj interprete dell’ammodernamento e dei nuovi bisogni sociali di Terra di Bari”.