VITTORIO POLITO - L’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel 2003, in occasione della Festa della Donna, inviò un messaggio al Ministro delle Pari Opportunità che così concludeva: «La presenza femminile in Italia trova ancora inadeguata diffusione nelle istituzioni e nel mondo politico. È un divario che va certamente colmato, non solo per ampliare le pari opportunità , ma anche perché grande ne sarà il vantaggio per la vita pubblica. Nelle democrazie nelle quali la presenza femminile è già pienamente affermata anche nelle istituzioni si avverte maggiore equilibrio nel dibattito tra le parti, maggiore vicinanza tra istituzioni e società civile».
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna “Donne per la Pace” (8.3.2017), disse tra l’altro: «Ãˆ ormai acquisito - ma è sempre stato evidente - che il lavoro femminile, la crescita demografica, l’educazione dei figli sono fattori decisivi non solo per la tenuta sociale di una società ma anche per il suo sviluppo economico. Promuovere e difendere le donne, i lori diritti, la loro tutela, il loro lavoro, il loro inserimento nei processi decisionali significa aprire, concretamente, prospettive di pace. Si tratta di alcune importanti testimonianze dell’impegno femminile nella società e nella comunità internazionale che manifestano, ma non esauriscono, un universo di ricchezza, generosità e dedizione. A loro, e a tutte le donne impegnate nel garantire e promuovere la pace, lo sviluppo, i diritti, la conoscenza, va il nostro rispetto e la nostra gratitudine.»
Ciò sta a significare l’importanza della donna in tutte le manifestazioni del genere umano e, curiosando tra le numerose notizie che ci sono state tramandate nel tempo, scopro significative testimonianze sul doveroso tributo di omaggio che è dovuto ad essa.
Bari e la Puglia, con le loro donne, pare abbiano dato un notevole contributo alla loro origine. A testimoniare l’apporto di omaggio verso la donna barese, viene in aiuto Plinio il Vecchio con la sua «Naturalis historia», attraverso la quale tramandò, insieme a parecchie esperienze personali, innumerevoli altre notizie. Tra queste, mi piace ricordare quella riportata da Vito Antonio Melchiorre nella sua pubblicazione «Donne baresi» (Adda Editore): «La tradizione storica, tramandata da Plinio, attribuisce l’origine della regione pugliese a dodici donne adolescenti e ad altrettante vergini, provenienti dall’opposta sponda illirica, riconoscendo implicitamente ad almeno una di tali coppie il merito di aver dato origine alla popolazione che fondò Bari», dimostrando che a quell’epoca la dignità femminile era perfettamente pari a quella maschile.
Anche Domenico Triggiani (1929-2005), noto scrittore e commediografo barese, ha dato il suo contributo alla importanza della donna con la commedia “Donne al potere”, tradotta successivamente in musical dal maestro Ignazio Civera (1903-1993). La Gazzetta del Mezzogiorno del 18.9.1982 così scriveva «Triggiani torna ora nelle vesti di autore teatrale, ripescando una commedia scritta negli anni ’50, “Donne al potere” ed ora tradotta in musical. Molta cura sarà dedicata alla messinscena nella grande cornice del Petruzzelli, un teatro che di per sé, dato l’enorme prestigio internazionale, è più che un buon viatico…».
Scrive Francesco De Martino su “Puglia Mitica” (Levante): «Triggiani immagina che nel Paese di Matacan la moglie del Capo del Governo e le mogli dei Ministri assumano rispettivamente le cariche di Capo del Governo dell’Amore, di Ministro della Felicità , dell’Amore, della Bellezza Interna e della Bellezza Estera e che, dopo aver imprigionato i rispettivi mariti amanti della guerra, riescano a stabilire una pace duratura basata sull’amore e sulla seduzione. Alla fine della commedia – in cauda venenum – le donne dopo un anno di potere liberano dalla prigione i loro mariti, ma dopo averli fatti giurare di riconoscere “come figli legittimi” quelli che intanto hanno messo al mondo insieme agli stranieri per ragioni demografiche».
Le donne baresi hanno dato lustro alla nostra città in vari campi, dalla cultura, al patriottismo, all’arte, alla poesia, alla musica, alla religione, per cui oggi sono da considerare insostituibili “costole”, non solo al fianco dell’uomo, come mogli e come madri, ma anche nelle molteplici ed indispensabili attività alle quali sono chiamate e che svolgono egregiamente e con tanta dignità e competenza. Ricordate pertanto che alle donne, soprattutto baresi, non fiori e chiacchiere, ma elogio e rispetto delle loro personalità e dignità .