Barletta-Bitonto, Schelotto e quel coraggio di tirare un rigore pesante...


NICOLA RICCHITELLI
- Alla fine, con buona pace del grande Francesco De Gregori, un rigore è un rigore, se metti la palla alle spalle del portiere sarai ricordato come Fabio Grosso in Germania nel 2006, se lo sbagli come Roberto Baggio a Pasadena nel 1994.

Ci sono rigori che segnano un prima e un dopo, vedi quello di Francesco Totti contro l’Olanda nella semifinale europea del 2000 – “il cucchiaio” lo consacrò definitivamente al mondo - o quello che lo stesso ex capitano della Roma ai mondiali del 2006 calciò contro l’Australia e che ci mandò diritti ai quarti all’ultimo secondo con i supplementari alle porte.

Ma non perdiamoci nella storia, restiamo qui a Barletta, incastonati nel 15' del secondo tempo di un Barletta – Bitonto, valida per la quinta giornata del girone H del campionato nazionale di serie D.

Risultato fermo sullo 0-0 e tre punti che sarebbero di vitale importanza per entrambe le compagini, l’estremo difensore neroverde Tarolli mette giù il capitano del Barletta, Ezequiel Schelotto, dapprima il “C.Puttilli” scoppia in una esaltazione generale, poi la tensione prende il sopravvento, dalla Curva Nord passando per la gradinata fino ad arrivare alla tribuna, il tempio del calcio barlettano cala in silenzio surreale.

El Galgo sa che deve prendersi questa responsabilità, è il capitano, è arrivato da Buenos Aires per prendere per mano il popolo biancorosso. Lui sa che paura o no su quel dischetto ci deve andare. Ci va, nel suo sguardo non vi è il minimo segno di paura a dire il vero, ha indossato maglie importanti e calcato campi prestigiosi: sa come si fa…

Palla a destra e alla sinistra del portiere e risultato che si sblocca. Ci sono rigori che segnano un prima e un dopo o forse no. La partita finirà 3-0 per il Barletta e forse finirà negli archivi come la solita partita, ma prima e dopo quel rigore c’è tanto. Ci sono tre punti che non sono solo tali ma che pesano più di altri; quei tre punti sono la speranza di una città che con i colori biancorossi fa bella mostra di sé. Quei colori sono il suo orgoglio e la seconda pelle. All’orizzonte si vedono i Sassi di Matera: ci andranno ma non come turisti ma come tifosi.

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