BARI - Fismo Confesercenti ha chiesto all’assessore alle Politiche economiche della Regione Puglia, Alessandro Delli
Noci, il posticipo dei saldi invernali già fissati per il 6 gennaio 2024. La proposta della Confederazione indica la prima
settimana di febbraio 2024 per una serie di ragioni: le condizioni climatiche, con le protratte temperature estive durante
il periodo autunnale in corso, hanno pesantemente condizionato in negativo il lancio della vendita dei capi invernali. Le
attività commerciali ‘tradizionali’ non hanno il tempo necessario per commercializzare le merci a prezzo pieno e si
vedono costrette a ‘svendere’ per seguire l’onda dettata dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ed il
commercio online.
‘Il tema delle vendite di fine stagione necessita oggi di rivedere le norme che le disciplinano: i saldi, su pressione della grande distribuzione, partono attualmente in un periodo eccessivamente precoce rispetto al ‘fine stagione’ – lamenta Benny Campobasso presidente nazionale Fismo Confesercenti e Confesercenti Puglia –, i quali, se si espletassero nel ‘giusto’ periodo, rappresenterebbero un’occasione di grande ritorno economico sia per gli operatori commerciali sia per i consumatori. Inoltre, la dura politica commerciale delle grandi piattaforme del commercio elettronico, grazie alle economie di scala applicate al sistema, consente di vendere i prodotti di abbigliamento a prezzi molto competitivi potendo contare su ridotti costi del personale e infrastrutturale anche in considerazione di un regime fiscale difforme tra il commercio applicato ai negozi fisici e online’.
‘Il tema delle vendite di fine stagione necessita oggi di rivedere le norme che le disciplinano: i saldi, su pressione della grande distribuzione, partono attualmente in un periodo eccessivamente precoce rispetto al ‘fine stagione’ – lamenta Benny Campobasso presidente nazionale Fismo Confesercenti e Confesercenti Puglia –, i quali, se si espletassero nel ‘giusto’ periodo, rappresenterebbero un’occasione di grande ritorno economico sia per gli operatori commerciali sia per i consumatori. Inoltre, la dura politica commerciale delle grandi piattaforme del commercio elettronico, grazie alle economie di scala applicate al sistema, consente di vendere i prodotti di abbigliamento a prezzi molto competitivi potendo contare su ridotti costi del personale e infrastrutturale anche in considerazione di un regime fiscale difforme tra il commercio applicato ai negozi fisici e online’.
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Economia