FRANCESCO GRECO - L’Italia tutta, dalle Alpi alle Madonie, lo ricorda: alla news dei ricoveri multipli (da aprile sino alla fine il 12 giugno) di Berlusconi, si precipitò a Milano dal suo paese in Puglia (Alliste, operoso centro agricolo a sud di Gallipoli, Lecce) e inalberò il cartello che tutti i tg portarono nelle case degli italiani.
Un fan del Cavaliere, senza se e senza ma. Ha il suo autografo tatuato sul braccio destro, ogni anno il 29 settembre, compleanno del Cavaliere, andava ad Arcore per gli auguri, addirittura si fece espellere a scuola perché litigava con i prof. di sinistra. E si beccò una denuncia quando disse in giro di aver testimoniato al processo De Gregorio: era una bufala.
Ad Alliste nelle piazze e i bar qualcuno approvò cotanto entusiasmo, altri presero le debite distanze autocensurando le loro opinioni.
«L'ho saputo – disse Marco alla news del primo ricovero - dalla radio in macchina; non volevo crederci. Mi sono pietrificato, mi sono sentito male. Mia madre ha dovuto gettarmi l'acqua in faccia per farmi riprendere: ho dovuto prendere un calmante. Essendo un leone, ero convinto che avrebbe superato anche questa”.
E alla notizia della fine, tornò nelle case della gente singhiozzando: “Per me era un amico, in lui non ho mai visto un politico. Ci ha dato una nuova luce, una luce di speranza. Ha cambiato la storia dell'Italia. Ha caratterizzato tutta la mia vita: lo seguivo da quando avevo 15 anni. Mentre gli amici giocavano a calcio, leggevo i libri che parlavano di lui. Per me era un punto di riferimento importantissimo, un pilastro. Per lui ho troncato anche relazioni amorose con le ragazze…».
Addirittura. E ora che non c’è più?: «Mi rimarrà il suo insegnamento. Silvio ripeteva sempre: l'amore vince sull'invidia e sul mondo, bisogna sempre avere il sole in tasca, per donarlo alle altre persone con un sorriso. Voglio dirgli ancora una volta grazie. Grazie per tutto: per l'insegnamento di libertà, di stare al mondo moderno, del suo ottimismo. Per me era come un padre”. Marco ha quindi seguito l’agonia e poi la dipartita di Berlusconi sino all’ultimo minuto (era anche a Milano, ai funerali in Duomo), versando generose lacrime a favor di telecamera.
Da allora il 31enne al suo cognome, Macrì, ne ha addirittura aggiunto un secondo, ovvio: Berlusconi, il suo mito. Che magari lo ha nominato nel testamento, chissà… A scorrere il suo background si apprende che da ragazzo aveva avuto la vocazione ed era entrato in seminario (i “Servi del Cenacolo”, a Casarano, Lecce), ma ne fu scacciato perché – forse suggestionato dalle gesta del suo beniamino, tentando di emularle - sorpreso nel letto di una giovane e prosperosa suora. Citazione provinciale della Monaca di Monza di Manzoni: “la poverina rispose…”.
Un personaggio di tale spessore trash, e tuttavia genuino, non poteva sfuggire al carrozzone dello spettacolo che ha elevato la spazzatura a paradigma estetico: anzi, li cercano come il pane l’affamato e l’acqua nel deserto.
Mediaset se n’è ricordata, forse guardando i tg di aprile, maggio e giugno scorsi e adesso il frate dimezzato, che come la quasi moglie/vedova on.le Marta Fascina è ancora in lutto per la perdita e che in questi mesi ha rafforzato il suo sentimento per il de cuius, apparirà nella prima puntata della nuova stagione del serale di Canale 5 “Ciao Darwin”. Lo vuole come ospite il conduttore del programma demenziale tutto battutine con doppi sensi e altro ciarpame, Paolo Bonolis, che si dice abbia preso casa (villa) a Santa Maria di Leuca.
L’ex seminarista siederà fra due scollate pornostar (vestite da suore?). Forse è solo il primo step di una carriera: magari poi ci sarà il Grande Fratello. O l’Isola dei Famosi. A Trastevere direbbero che ha svortato. E dire che tutto ebbe inizio con un cartello davanti al “San Raffaele” di Milano. Gli appassionati di tv nazionalpopolare contano i giorni e le ore che mancano alla prima puntata del programma Mediaset (prevista tra la fine di questo mese e gli inizi del prossimo, forse l’ultima stagione di Bonolis).
Quest’anno il programma avrà per sottotitolo Giovanni, 8.7: forse per far contento frate Marco Macrì-Berlusconi da Alliste, che qualche pagina del Vangelo deve averla letta in convento, magari insieme alla suora. E forse anche il suo mèntore dall’aldilà: non si è sempre vantato di avere una zia suora?