I Padri Domenicani Cioffari e Distante presentano il ‘Calendario 2024’ della Basilica di San Nicola

LIVALCA - Da poco è in distribuzione il quarto numero del Bollettino di San Nicola (il primo numero ufficiale risale al giugno del 1952) che racchiude il calendario del 2024.

In ‘camera caritatis’ vi dico che ormai è passato il convincimento che stiamo trattando di un qualcosa superato dalle moderne tecnologie che ti aggiornano in continuazione (… mi sembra ieri che a fine d’anno eravamo piacevolmente assediati da clienti - anche non clienti - che ci chiedevano calendari… al riguardo Mario Cavalli elargiva senza parsimonia: calendari da cucina, per bambini, da salotto, umoristici ed ‘artistici’) su tutto e su quanto manca alla ‘notte dell’addio’, ma il calendario curato dai padri domenicani Distante e Cioffari ci regala, in questo numero splendido fin dall’impaginazione, il racconto di dodici miracoli del taumaturgo Nicola, corredati da un ventaglio iconografico che spazia dai ‘Codici miniati’ a stupende icone, da Giotto a Agnolo Gaddi, da Lorenzetti a Gentile da Fabriano e altri.

Una battuta di Luigi che domenica, all’amico Tarallo Savino che chiedeva «…ma il Bari quando andrà in serie A”, ha risposto «…alle calende greche» mi consente una sfiziosa divagazione… di quelle che tanto piacciono ai nostri inserzionisti. Calende, dal verbo latino calo-as-avi-atum-are tradotto come convocare e chiamare a raccolta, ha dato vita al ‘calendario’ ancor oggi in uso e che si deve a Giulio Cesare che, nella sua veste di pontifex maximus, adattò quello solare egiziano che contava 365 giorni, inserendo ogni 4 anni un giorno. Va precisato che in antichità presso i romani il termine calendario indicava il registro in cui erano indicate le date delle scadenze dei debiti, dei prestiti e anche degli interessi: di solito si segnalava che queste operazioni (‘usurae’) venivano fatte scadere alle ‘Kalendae’, ossia il primo giorno di ciascun mese del calendario romano. Queste notizie ci pervengono da Svetonio Gaio (75 d.c.- 150 ?) che nel suo «De vita Caesarum» ci tramanda informazioni avvincenti. A tal proposito mi preme puntualizzare che spesso in video si attribuiscono alcune nozioni proprio alla «Vita dei Cesari» di Svetonio, errando: ultimamente è stata citata come fonte in accadimenti che avevano per protagonista l’imperatore Antonio Pio (138 d.C. -161), ma, tralasciando il fatto che Svetonio era già morto a quella data, va puntualizzato che l’opera partendo da Cesare arriva a Domiziano (96 d.C). Ritengo che lo svarione sia così frequente che moltissimi storici parlando dell’opera di Svetonio la indicano come «Le vite dei dodici Cesari», ossia da Cesare a Domiziano, onde evitare antipatici ‘abbagli’.

Tornando alle ‘calende greche’ proprio perché i greci non contemplavano nel loro calendario ‘calende’ si usa nel significato ‘giorno che verrà quasi mai’ (Svetonio attribuisce la frase all’imperatore Augusto che nel caso di cattivi pagatori, ripeteva salderanno il loro debito alle ‘calende greche’).

Ritorniamo a Padre Distante che con queste toccanti parole annuncia il Calendario 2024: «In questo particolare momento della storia dell’umanità (per i miei attenti e affezionati lettori ricordo che, quando il rettore ha redatto questo periodo, Israele e Hamas non erano in guerra), colpita prima da una crisi sanitaria a livello globale, quindi da una guerra che sta sconvolgendo gli equilibri mondiali, desidero esprimere riconoscente gratitudine a voi che continuate a perseverare nel riporre piena fiducia nel potente patrocinio di San Nicola, testimone di Cristo medico di ogni infermità e principe della pace» e, subito dopo, passa il testimone a padre Gerardo Cioffari che ci sottopone dodici miracoli del Santo, uno per ogni mese, tramandatici dalla memoria sia d’Oriente che d’Occidente. Due parole sull’amico Gerardo - ha avuto in mio fratello Raffaele, Lello per tutti, un fidato ‘collaboratore’ nel senso che ogni richiesta in ambito lavorativo-editoriale andava esaudita oltre ogni ‘ragionevole’ dubbio - che, nativo di Calitri in provincia di Avellino, ha studiato nel seminario della Madonna dell’Arco a Napoli, ma già per il noviziato era a Bari nel 1960/61. Cioffari ha sempre raccontato che il suo interesse per gli studi su San Nicola non è nato a Bari o presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, ma a New York, nei primi anni ’70, leggendo direttamente sul New York Times che alcuni ortodossi ritenevano che i cattolici avessero declassato la figura di San Nicola: la causa era da attribuire alla mancanza di documentazione affidabile sulla storicità di quel Santo cui Vito Maurogiovanni nel 2005 dedicò un volume dal titolo «Un gran Santo» (Levante, Bari). Al solito ci volle l’abilità-autorità di padre Damiano Bova che nel 1987, in occasione del IX Centenario della Traslazione del Santo, riuscì a far approvare dal Capitolo che Gerardo scrivesse una «Vita di San Nicola». Con grande spirito critico, in quell’occasione presente anche lo storico di Bari Vito Antonio Melchiorre, Cioffari ammise che molti confratelli non erano d’accordo, ma si riuscì a strappare l’approvazione pur se risicata. Con cognizione di causa preciso, chiaramente è una mia libera interpretazione, che è difficile che padre Damiano non raggiunga lo scopo prefisso e che non è facile arginarlo, non ho detto ‘contraddirlo’. Cioffari da quel momento, con uno studio rigoroso e appassionato, è diventato uno dei maggiori storici viventi su San Nicola.

Ora vi elenco, a partire dal mese di gennaio, i miracoli di cui si occupa Cioffari; molti li conosciamo - quasi tutti ad eccezione di due - ma vi sono riportate, in maniera diretta e mai prolissa, precisazioni che NOI devoti di San Nicola non dovremmo ignorare: Gennaio “Il miracolo dei naviganti” quello in cui il Santo in persona si presenta su una nave il cui equipaggio non riesce più a governare, dicendo: «Ecco, mi avete chiamato e sono venuto in vostro aiuto» e si unisce ai marinai e tutti insieme riescono ad approdare in un porto tranquillo; Febbraio “Il miracolo del grano” in cui il Santo in tempo di carestia fece scaricare del grano nel porto di Mira, nonostante il parere contrario del capitano della nave che partita da Alessandria era diretta a Costantinopoli, assumendo ogni responsabilità in prima persona. Quando la nave arrivò a destinazione, nonostante avesse alleggerito di molto il carico del grano, il peso risultò quello della partenza; Marzo “Il miracolo della manna”, nonostante le tante versioni del racconto resta sempre il segnale della protezione del Santo, consapevole che la manna “allontana ogni energia nemica e perniciosa”; Aprile “Il miracolo di Adeodato (cioè donato da Dio) dovete leggervelo per saperne di più “un vento impetuoso avvolse la sala e il ragazzo non fu più visto”; Maggio “Il miracolo dell’arcivescovo Antonio Puteo” in cui i fedeli baresi ‘scopriranno’ quello che hanno sempre intuito, ossia che i rapporti tra Basilica e Cattedrale non sono mai stati idilliaci. Nel 1570 l’arcivescovo Antonio Puteo fu ‘aggredito’ da una violenta febbre… “subito avvertii nel mio corpo una grande quiete e tranquillità”; Giugno “Il miracolo dell’icona frustata” un barbaro rubò un’icona del Santo perché gli avevano riferito che era raffigurato uno molto potente. Tornato a casa depose l’icona, certo che eventuali ladri sarebbero stati alla larga, invece gli fu rubato tutto la stessa notte, tranne l’immagine sacra. Irritato si mise a frustare l’icona e andò a dormire.

San Nicola apparve ai ladri persuadendoli a restituire la refurtiva, che quella notte stessa tornò al suo posto: “Constatando la potenza di San Nicola il barbaro non solo si fece battezzare, ma costruì una bella chiesa in suo onore”; Luglio “Il miracolo di Pietro del Monte Athos” che tutti conoscete per cui mi limiterò a riportarvi le seguenti parole “San Nicola e la Vergine gli rivelarono dove fermarsi a vivere la vita ascetica”; Agosto “Il miracolo del bambino di Kiev”, in cui San Nicola salva un bambino nelle acque del fiume Dnepr e lo lascia all’interno della cattedrale di Santa Sofia, in modo che possa essere restituito ai disperati genitori “Trovarono un bambino tutto bagnato sotto l’icona di San Nicola”; Settembre “L’ebreo e il cristiano spergiuro” un cristiano che giurò il falso dicendo di aver restituito un prestito ad un ebreo e che muore investito da un carro e “L’ebreo pregò il santo di restituire la vita al cristiano e San Nicola lo resuscitò»; Ottobre “Il miracolo della coppa d’oro”, in una città di mare come la nostra, è conosciuto da tutti per cui mi limiterò a riferire che i genitori che avevano cercato di trattenere per loro la coppa d’oro, facendone fare una copia, “Riabbracciarono gioiosamente il figlio tornato dal fondo del mare”; Novembre “Carlo II d’Angiò”, che fu re di Napoli per 24 anni dal 1285 al 1309, fu sconfitto in battaglia dagli aragonesi e, fatto prigioniero, fu condotto a Messina dove la regina Costanza lo condannò alla decapitazione, ma Carlo “Devotissimo di San Nicola e Santa Maria Maddalena, durante la notte che precedette l’esecuzione, invocò il loro aiuto” e al mattino la regina Costanza dispose che fosse trasferito in Aragona come prigioniero e tre anni dopo fu liberato. Grato di tutto ciò divenne il più generoso benefattore di San Nicola e il famoso Tesoro di cui si parla si deve alla sua prodigalità; Dicembre “La grande icona di Stefano Uroš III in cripta” che, accecato dal padre, su istigazione della matrigna, fu salvato da San Nicola “Stefano, non temere, gli occhi te li conservo io” e lui, per riconoscenza, donò la splendida icona alla Basilica; va precisato che, sbagliando, per qualche secolo questa effigie è stata considerata la vera immagine del nostro Santo.

Non da amico di Cioffari, ma da semplice cultore di tutto ciò che riguarda San Nicola vi invito a procurarvi il Calendario 2024, troverete brevemente una miriade di notizie che vi faranno amare ancora di più San Nicola e rendere omaggio al suo studioso per eccellenza che nel tempo ha perso quel suo rigore intransigente che lo faceva apparire quasi ‘introverso’ e oggi ti regala tre sorrisi che non sono di circostanza: è solo un modo per comunicarti ‘garbatamente’ che non vi sarà un… quarto.

Il Calendario è abbellito da magnifici quadri con riproduzioni che illustrano per immagini il significato del miracolo: probabilmente la loro scelta si deve al rettore padre Giovanni, da sempre impegnato a ‘scovare’ bellezze che appaghino cuore e vista. Ora dovrei dirvi che padre Distante è nato lo scorso secolo nell’anno che ha sfornato le teste più argute e capaci di un paio di generazioni, ma preferisco tacere onde evitare che qualcuno del ‘Gruppo Amici di San Nicola rilevi un interesse, inesistente, da parte di chi scrive.

Il dipinto che ha per titolo “Miracolo delle navi granaie” si trova presso la Galleria degli Uffizi di Firenze e si deve a Lorenzetti Ambrogio, fratello del più famoso Pietro, di cui ignoriamo la data di nascita dal momento che viene classificato come ‘pittore senese del ‘300’, ma siamo quasi certi che sia morto durante la peste del 1348. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che la sua formazione artistica sia avvenuta a contatto con la cultura giottesca fiorentina, non a caso appare molto impegnato nelle ‘ricerche spaziali’, fin dai suoi primi lavori.

Altro capolavoro che ci regala il calendario è un’opera di Gentile da Fabriano (Fabriano 1370-Roma 1427), pittore molto attivo a Venezia fin dai primi anni del ‘400. “Miracolo di pellegrini alla tomba di San Nicola” il titolo che, per chi voglia ammirarlo in originale, si trova a Washington presso la National Gallery of Art. La morte lo colse a Roma mentre stava cercando di portare a termine “Le Storie del Battista” in S. Giovanni in Laterano, affresco di rara spontaneità, che vide anni dopo il giovane pittore Pisanello proseguire e terminare l’opera.

Del pittore Giordano Luca (Napoli 1634-1705) vi è proposto “Il miracolo di Aedeodato” che si trova nella Chiesa di Santa Brigida in Napoli, la parrocchia si erge nella parte storica del capoluogo campano in via Santa Brigida. I miei ricordi sono che il Giordano ha affrescato l’intera cupola, di cui forse fa parte il dipinto che riguarda Aedeodato, e il suo corpo è sepolto nella stessa chiesa.

Se vi capita di andare a Madrid provate a visitare il palazzo reale, molti di quegli affreschi sono opera del talentuoso Luca Giordano, inoltre se vi spostate presso il borgo della capitale spagnola vi si trova il monastero di El Escorial, in cui vi è un cospicuo numero di edifici decorati con grande maestria da spagnoli e italiani quasi tutti ‘anonimi’: Luca Giordano è uno di questi.

Ancora solo 4 frasi che possono aprire il cuore alla speranza e ridare al ‘Calendario’ quel ruolo che la storia gli ha riservato:

«La bellezza salverà il mondo» F. Dostoevskij

«Ci fu un tempo in cui era bello vivere nella nostra Ucraina» T. Ševcenko

«La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire» A. Einstein

«I santi sono individui che hanno fatto di tutto, pur di finire sui… CALENDARI» E. Costa.

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