LECCE - I venti di guerra in Israele soffieranno anche in Puglia perché avranno ripercussioni sulle dinamiche economiche. L’instabilità generata dal recente attacco, infatti, non preoccupa solo il Medio Oriente ma tutto il mondo perché gli scambi commerciali sono destinati a rallentare. Gli altri Stati e le singole regioni potranno subirne le conseguenze in maniera proporzionale all’andamento della bilancia commerciale (che è il rapporto tra le esportazioni e le importazioni).
È quanto emerge da un report realizzato dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto dal data analyst Davide Stasi. “La Puglia esporta verso Israele molto di più di quanto importi – spiega Davide Stasi – Nel primo semestre di quest’anno, infatti, abbiamo esportato beni e prodotti made in Puglia verso Israele per un valore complessivo di 40 milioni e mezzo di euro rispetto ai 9,6 milioni di euro riferiti ai prodotti importati. La bilancia commerciale è dunque molto in attivo. Questo si verifica quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, con conseguente ingresso netto di capitale monetario”.
“I prodotti manifatturieri e in minor misura agroalimentari rappresentano la quasi totalità dell’export verso Israele – sottolinea Stasi – Nel 2022, le esportazioni dalla Puglia verso Israele hanno raggiunto il valore di 65,9 milioni di euro, mentre l’anno prima era di 49 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è importante anche perché determina il tasso di cambio delle rispettive monete. Guardando all’andamento di medio e lungo termine, le esportazioni verso Israele risultano in crescita, mentre relativamente basse sono rimaste le importazioni dei prodotti, perché l’economia israeliana risente dei continui conflitti che si sono susseguiti negli anni, sconvolgendo il sistema sociale e decimando la popolazione”.
“Ma soprattutto – evidenzia Stasi – i conflitti portano alla distruzione delle infrastrutture. I ponti e le strade, infatti, hanno sempre un ruolo strategico per il trasporto dei beni di prima necessità , dei materiali e delle attrezzature di vario genere”.
È quanto emerge da un report realizzato dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto dal data analyst Davide Stasi. “La Puglia esporta verso Israele molto di più di quanto importi – spiega Davide Stasi – Nel primo semestre di quest’anno, infatti, abbiamo esportato beni e prodotti made in Puglia verso Israele per un valore complessivo di 40 milioni e mezzo di euro rispetto ai 9,6 milioni di euro riferiti ai prodotti importati. La bilancia commerciale è dunque molto in attivo. Questo si verifica quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, con conseguente ingresso netto di capitale monetario”.
“I prodotti manifatturieri e in minor misura agroalimentari rappresentano la quasi totalità dell’export verso Israele – sottolinea Stasi – Nel 2022, le esportazioni dalla Puglia verso Israele hanno raggiunto il valore di 65,9 milioni di euro, mentre l’anno prima era di 49 milioni di euro. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è importante anche perché determina il tasso di cambio delle rispettive monete. Guardando all’andamento di medio e lungo termine, le esportazioni verso Israele risultano in crescita, mentre relativamente basse sono rimaste le importazioni dei prodotti, perché l’economia israeliana risente dei continui conflitti che si sono susseguiti negli anni, sconvolgendo il sistema sociale e decimando la popolazione”.
“Ma soprattutto – evidenzia Stasi – i conflitti portano alla distruzione delle infrastrutture. I ponti e le strade, infatti, hanno sempre un ruolo strategico per il trasporto dei beni di prima necessità , dei materiali e delle attrezzature di vario genere”.