La chiesa di San Giovanni gerosolimitano a Bitonto (secc. XV-XVIII)


VITTORIO POLITO - Recentemente è stato pubblicato dal Centro Ricerche di Storia e Arte di Bitonto (BA), la rivista “Studi Bitontini” (Edipuglia Ed.), contenente, tra l’altro, la nota di Vito Ricci, noto storico e ricercatore “La chiesa di San Giovanni gerosolimitano a Bitonto (secc. XV-XVIII)” .

Nella nota citata, l’autore ci fa sapere che a Bitonto, lungo l’attuale via Mercanti, denominazione assunta alle fine del XVII secolo a causa della presenza di numerose botteghe e in precedenza nota come via di Porta Barisana, si trovavano diversi edifici religiosi sorti in epoche differenti tra l’arco del Sedile di Sant’Anna e l’arco del Marchese, tra cui le cappelle private di Sant’Anna, annessa al palazzo della famiglia Rogadeo, e di Santa Maria della Pietà, annessa alla dimora palaziata della famiglia Bovio, la parrocchia di San Giacomo e la chiesa di San Giovanni gerosolimitano, appartenente alla commenda dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni gerosolimitano, noto dal 1530 come Ordine di Malta.

L’intitolazione della chiesa è quella consueta dell’Ordine: San Giovanni Battista, il patrono dell’Ordine; nei documenti è indicata sia come San Giovanni gerosolimitano che come San GiovanniBattista.

Vito Ricci ha cercato di illustrare l’origine di questa chiesa valutando l’ipotesi di un suo legame con l’abazia della Santissima Trinità di Venosa, primo insediamento benedettino e poi baliaggio giovannita. L’autore, prendendo le mosse da alcuni precedenti ebrevi lavori, vuole approfondire le vicende storiche di tale chiesa e contribuire all’apporto di nuove notizie sugli aspetti architettonici dell’edificio e su quelli urbanistici riguardanti un quartiere assai importante della città di Bitonto, ossia quello compreso tra la Cattedrale e la via dei Mercanti. Essa rientrava tra i beni facenti parte della commenda a cui dava il titolo a partire almeno dall’inizio del XV secolo, quando si ha la prima menzione della chiesa nei documenti, sino alla fine del Settecento, allorchél’edificio religioso, ormai in precarie condizioni, veniva dismesso e venduto a privati dal commendatore Gadaleta. Particolarmenteimportanti risultano un inventario della fine del Seicento, redatto in occasione dell’affitto dei beni della commenda, e un cabreo(raccolta di privilegi), della seconda metà del Settecento.

Nelle sue ricerche, Ricci, si interessa della presenza degli Ordini religioso-militari nel Mezzogiorno italiano e in Puglia, con particolare riguardo alle strategie insediative e all’economia, e della storia economica e sociale in Terra di Bari tra Medioevo e prima Età moderna. Ha pubblicato la monografia ‘I Templari nella Puglia Medievale’ (Edizioni Dal Sud, 2009); dal 2010 ad oggi ha all’attivo diversi contributi nelle riviste Studi Bitontini, Medioevo Adriatico. Ricerche della Società internazionale per lo studio dell’Adriatico nell’età medievale, Porphyra – International Academic Journal in Byzantine Studies, Nicolaus. Studi storici, Archivio Storico Pugliese, in atti di convegni e in pubblicazioni miscellanee. È socio ordinario della Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani (LARTI), del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto e socio fondatore dell’Associazione del Centro Studi normanno svevi.

Ha tenuto interventi sugli Ordini religioso-militari e su argomenti di Storia medievale in incontri, conferenze, seminari e convegni in Puglia e in altre Regioni italiane.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto