BARI – Alta chirurgia del tratto gastrico, ma anche del distretto fegato, bile e pancreas sono la nuova frontiera chirurgica nella ASL Bari. Con la novità che questo tipo di interventi complessi, di natura oncologica o per le condizioni di estrema fragilità del paziente, vengono effettuati su pazienti “svegli”.
Succede sistematicamente all’Ospedale “DI Venere” di Bari e altre chirurgie aziendali hanno già eseguito interventi in urgenza. «Abbiamo gestito diversi pazienti – spiega Michele Simone, direttore della Chirurgia del Di Venere e del Dipartimento di Area Chirurgica – operati in anestesia spinale, ossia da svegli. Fra gli ultimi casi, un paziente cardiopatico severo, operato al cuore anni prima ed affetto da un tumore al pancreas, ha subito un intervento di duodenocefalopancreasectomia, nota come DCP, da completamente sveglio e appena dopo sette giorni è tornato a casa».
Una sfida importante per la chirurgia dell’Upper GI, che comprende lo stomaco, l’esofago, fegato e pancreas: sistemi estremamente delicati, ricchi di innervazioni e vascolarizzazione, connessi fra loro anatomicamente e funzionalmente, che svolgono una funzione vitale di estremo impatto sulla qualità della vita.
«L’approccio con paziente sveglio – continua il dott. Simone – ha reso possibili operazioni complesse su pazienti anziani con gravi comorbidità cardiologiche e non, colpiti da neoplasie intestinali, particolarmente provati dal punto di vista delle condizioni generali e, malgrado tutto, hanno beneficiato di un trattamento chirurgico radicale esteso non solo sul pancreas ma anche sullo stomaco ed il colon retto».
La cura oncologica chirurgica prevede non solo l’asportazione dell’organo ma, soprattutto, la rimozione dei linfonodi, ove potrebbe insinuarsi la malattia, compromettendone la sopravvivenza. Così sono state eseguite estese gastrectomie con linfectomie radicali in soggetti non adatti all’anestesia generale.
L’arma in più è arrivata dalla stretta collaborazione tra l’équipe chirurgica e i colleghi anestesisti: «La combinazione delle diverse competenze – sottolinea ancora il chirurgo - ha permesso di affrontare una prova decisamente sfidante, di superare i limiti grazie alla vasta esperienza accumulata dagli anestesisti del Di Venere nel campo dei tagli cesarei, ortopedici e non solo, con paziente sveglio. Questa è una risorsa professionale preziosissima per l’effettuazione di interventi di alta chirurgia che, altrimenti, non si sarebbe potuto eseguire».
In più, l’uso di protocolli all’avanguardia come l’ERAS - un percorso di cure specifiche per ottenere il recupero precoce dei pazienti sottoposti a chirurgia maggiore - permette a questi pazienti di mettersi rapidamente in piedi e di ritornare alla realtà familiare e lavorativa in modo autonomo. «Non dimentichiamo – conclude il direttore del Dipartimento di Area Chirurgica - che parliamo di pazienti estremamente delicati e che la presenza di più specialisti, dal chirurgo all’internista, dal cardiologo al neurologo e senza tralasciare tutti gli altri sanitari del Di Venere, permette di superare limiti diversamente non valicabili e con risultati eccellenti».
Succede sistematicamente all’Ospedale “DI Venere” di Bari e altre chirurgie aziendali hanno già eseguito interventi in urgenza. «Abbiamo gestito diversi pazienti – spiega Michele Simone, direttore della Chirurgia del Di Venere e del Dipartimento di Area Chirurgica – operati in anestesia spinale, ossia da svegli. Fra gli ultimi casi, un paziente cardiopatico severo, operato al cuore anni prima ed affetto da un tumore al pancreas, ha subito un intervento di duodenocefalopancreasectomia, nota come DCP, da completamente sveglio e appena dopo sette giorni è tornato a casa».
Una sfida importante per la chirurgia dell’Upper GI, che comprende lo stomaco, l’esofago, fegato e pancreas: sistemi estremamente delicati, ricchi di innervazioni e vascolarizzazione, connessi fra loro anatomicamente e funzionalmente, che svolgono una funzione vitale di estremo impatto sulla qualità della vita.
«L’approccio con paziente sveglio – continua il dott. Simone – ha reso possibili operazioni complesse su pazienti anziani con gravi comorbidità cardiologiche e non, colpiti da neoplasie intestinali, particolarmente provati dal punto di vista delle condizioni generali e, malgrado tutto, hanno beneficiato di un trattamento chirurgico radicale esteso non solo sul pancreas ma anche sullo stomaco ed il colon retto».
La cura oncologica chirurgica prevede non solo l’asportazione dell’organo ma, soprattutto, la rimozione dei linfonodi, ove potrebbe insinuarsi la malattia, compromettendone la sopravvivenza. Così sono state eseguite estese gastrectomie con linfectomie radicali in soggetti non adatti all’anestesia generale.
L’arma in più è arrivata dalla stretta collaborazione tra l’équipe chirurgica e i colleghi anestesisti: «La combinazione delle diverse competenze – sottolinea ancora il chirurgo - ha permesso di affrontare una prova decisamente sfidante, di superare i limiti grazie alla vasta esperienza accumulata dagli anestesisti del Di Venere nel campo dei tagli cesarei, ortopedici e non solo, con paziente sveglio. Questa è una risorsa professionale preziosissima per l’effettuazione di interventi di alta chirurgia che, altrimenti, non si sarebbe potuto eseguire».
In più, l’uso di protocolli all’avanguardia come l’ERAS - un percorso di cure specifiche per ottenere il recupero precoce dei pazienti sottoposti a chirurgia maggiore - permette a questi pazienti di mettersi rapidamente in piedi e di ritornare alla realtà familiare e lavorativa in modo autonomo. «Non dimentichiamo – conclude il direttore del Dipartimento di Area Chirurgica - che parliamo di pazienti estremamente delicati e che la presenza di più specialisti, dal chirurgo all’internista, dal cardiologo al neurologo e senza tralasciare tutti gli altri sanitari del Di Venere, permette di superare limiti diversamente non valicabili e con risultati eccellenti».