BARI - I Finanzieri della Compagnia di Molfetta e i Carabinieri del Nucleo Forestale di Bari hanno eseguito in data odierna un decreto di sequestro preventivo per reati ambientali, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica di quella sede, avente ad oggetto il compendio aziendale di un’impresa operante nel settore del recupero di rifiuti speciali.
Il provvedimento di sequestro ha interessato un’area di circa 2.200 mq, impianti ed attrezzature industriali per il trattamento e la trasformazione dei rifiuti, automezzi (tra cui un’auto di lusso e una moto di grossa cilindrata) e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato di oltre un milione di euro.
La misura cautelare è stata disposta all’esito di un’articolata attività di indagine che ha consentito di accertare l’immissione, in un’area in cui insistono anche attività agroalimentari, di odori molesti e polveri contenenti metalli pesanti (tra cui alluminio, zinco, bario, manganese, cromo, cadmio, cobalto etc..) e la giacenza di rifiuti in misura maggiore rispetto ai quantitativi autorizzati, in violazione dei regolamenti e delle norme dettate dal Testo Unico sull’Ambiente.
L’amministratore della società è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione di rifiuti non autorizzata in violazione dell’art. 256 del D. Lgs. n. 152/2006 (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa). Parimenti è stata deferita alla competente A.G. la società in argomento ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 in materia di “Responsabilità amministrativa degli Enti dipendente da reato”.
L’operazione di servizio testimonia la costante attenzione riposta dai Carabinieri Forestali e dalla Guardia di Finanza a tutela dell’ambiente e a contrasto dell’inquinamento indiscriminato, in quanto potenziale pericolo per la salute dei cittadini e per l’ecosistema.
Il provvedimento di sequestro ha interessato un’area di circa 2.200 mq, impianti ed attrezzature industriali per il trattamento e la trasformazione dei rifiuti, automezzi (tra cui un’auto di lusso e una moto di grossa cilindrata) e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato di oltre un milione di euro.
La misura cautelare è stata disposta all’esito di un’articolata attività di indagine che ha consentito di accertare l’immissione, in un’area in cui insistono anche attività agroalimentari, di odori molesti e polveri contenenti metalli pesanti (tra cui alluminio, zinco, bario, manganese, cromo, cadmio, cobalto etc..) e la giacenza di rifiuti in misura maggiore rispetto ai quantitativi autorizzati, in violazione dei regolamenti e delle norme dettate dal Testo Unico sull’Ambiente.
L’amministratore della società è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione di rifiuti non autorizzata in violazione dell’art. 256 del D. Lgs. n. 152/2006 (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa). Parimenti è stata deferita alla competente A.G. la società in argomento ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 in materia di “Responsabilità amministrativa degli Enti dipendente da reato”.
L’operazione di servizio testimonia la costante attenzione riposta dai Carabinieri Forestali e dalla Guardia di Finanza a tutela dell’ambiente e a contrasto dell’inquinamento indiscriminato, in quanto potenziale pericolo per la salute dei cittadini e per l’ecosistema.
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