BARI - Sono state oltre cento le firme raccolte questa mattina al gazebo allestito dal M5S a Bari in occasione del firma day per il salario minimo subito. Presenti il deputato Gianmauro Dell’Olio, i consiglieri comunali Antonello Delle Fontane e Italo Carelli e i consiglieri municipali Gaetano Colella e Giuseppe Bondanese.
“Anche oggi sono stati tanti i cittadini - dichiara il deputato Gianmauro Dell’Olio - che hanno voluto dare il loro contributo per chiedere l’approvazione della proposta di legge sul salario minimo e far sentire la propria voce. Una proposta che portiamo avanti insieme alle altre forze di opposizione. Non ci faremo fermare dal tentativo del Governo di bloccare questo provvedimento e dal parere del CNEL, da cui emerge chiaramente come la proposta di legge non sia stata correttamente analizzata. Parliamo di oltre 4 milioni di lavoratori lontani dal percepire un salario minimo di 9 euro l’ora. È importante portare avanti questa battaglia, per cui ricordiamo che si può continuare a firmare anche online. Non possiamo continuare a essere tra i 5 paesi in Europa a non avere salario minimo e non è sufficiente lasciare questo tema alla contrattazione collettiva come invece vorrebbero la ministra Calderone e il CNEL di Brunetta”.
“Anche oggi sono stati tanti i cittadini - dichiara il deputato Gianmauro Dell’Olio - che hanno voluto dare il loro contributo per chiedere l’approvazione della proposta di legge sul salario minimo e far sentire la propria voce. Una proposta che portiamo avanti insieme alle altre forze di opposizione. Non ci faremo fermare dal tentativo del Governo di bloccare questo provvedimento e dal parere del CNEL, da cui emerge chiaramente come la proposta di legge non sia stata correttamente analizzata. Parliamo di oltre 4 milioni di lavoratori lontani dal percepire un salario minimo di 9 euro l’ora. È importante portare avanti questa battaglia, per cui ricordiamo che si può continuare a firmare anche online. Non possiamo continuare a essere tra i 5 paesi in Europa a non avere salario minimo e non è sufficiente lasciare questo tema alla contrattazione collettiva come invece vorrebbero la ministra Calderone e il CNEL di Brunetta”.