(MiroslavaChrienova/Pixabay) |
Accucciati al calduccio del mainstream. Sotto il segno del massimo della disonestà intellettuale. Skyline old Italy 2023.
Ma la Storia dice altro. Anno di grazia 1348, peste nera a Firenze. In pochi mesi la popolazione (intorno ai 100mila abitanti) sarà ridotta dei tre quinti: sopravviveranno in 33mila. Chi se lo poteva permettere se ne andò in campagna. Lo scrittore Giovanni Boccaccio con sei ragazze e due amici. Si salvarono. Così nacque il “Decamerone”.
Anno di disgrazia 2020, l’OMS trasforma il Covid 19 da epidemia a pandemia. I governi (Conte in primis) approvano lockdown, chiudono in casa milioni di persone. Democraticamente. Abbiamo negli occhi le immagini del ragazzo che corre solitario sulla spiaggia inseguito da un tale in divisa. Come di quelli che fanno il bagno a mare in mascherina.
La popolazione non si è ridotta di tre quinti, per ora. E comunque, i Paesi senza lockdown, che si sono affidati al senso di responsabilità dei loro cittadini, hanno avuto meno vittime. Chiudere i popoli, democraticamente, forse potrebbe configurare il reato di sequestro di persona.
Vulgata: fidiamoci della scienza. Ok, fidiamoci, ma anche Montagnier e De Donno sono scienza mica stregoneria. E poi, siamo sicuri che lo Stato ci crede visto che per eventuali eventi avversi declina ogni responsabilità e ti fa firmare una liberatoria?
Luc Montagnier (Nobel 2008 per la Medicina) lo disse: vaccinare durante una pandemia è pericoloso, si rischia di creare varianti e innescare un algoritmo esponenziale nei contagi. Com’è accaduto nelle case di riposo. E’ stato ignorato e riletto come un cialtrone. Sempre democraticamente.
Ne abbiamo viste di ogni in questi 40 mesi vissuti spericolatamente, con sprezzo del ridicolo. Se è vero quel che sospetta qualcuno, che si poteva curare a domicilio e che hanno ospedalizzato per lucrare, siamo davanti al burrone. I medici che avevano dubbi sono stai emarginati. A casa senza un soldo. Alcuni radiati. Vuol dire che il business viene prima dell’uomo e che ci vorrebbe un nuovo Umanesimo che lo rimetta al centro, posto che lo è mai stato.
Il dott. Giuseppe De Donno guariva, nel suo ospedale a Mantova, col plasma iperimmune. A costo zero e senza ospedalizzazione. Un giornalismo serio e responsabile avrebbe intervistato i pazienti invece di trattarlo come un esaltato, ridicolizzato dai media, emarginato dai colleghi. Non resse alla pressione. Si suicidò. Democraticamente.
Sempre democraticamente, sono secretati i contratti d’acquisto fra i Paesi europei e le multinazionali produttrici del siero sperimentale. Come altrettanto democraticamente si sono bypassate le autopsie dei caduti, che sono trapassati quasi sempre soli. Attaccati all’ossigeno che, qualche untore miscredente e qualche no-vax dice, non faceva bene ai loro polmoni.
Milioni di cittadini sono stati costretti a inocularsi col ricatto del pane da portare a casa ai figli. I dubbiosi dichiarati “sorci”, qualcuno ha suggerito di chiuderli nei lager. Il tutto sempre democraticamente, s’intende. Ogni dignità umana formattata, la sovranità sul proprio corpo calpestata.
“Non pensate di invocare il principio della libertà per sottrarvi alla vaccinazione”, ha detto il Capo dello Stato. Democraticamente. Manco un dittatore avrebbe osato tanto. Ma chi doveva farlo notare, quelli che corrono dietro ai deliri di Fabrizio Corona per riempire pagine e palinsesti di aria fritta?
Sempre democraticamente, il Papa: “Vaccinarsi è un atto d’amore” (il Vaticano ha addirittura coniato una moneta!) e Mario Draghi: “Fra vaccinati si è al sicuro”. Ora dobbiamo pensare che Bruno Vespa, tridosato e infettato, sta fra gli infetti? Così fosse, c’è qualcuno che fa il furbo e non la conta giusta. Infatti si mormora di vaccinazioni placebo. E non vorremmo che un brutto giorno si venisse a sapere che chi oggi si sbraccia, dentro e fuori le istituzioni (lanciafiamme inclusi) per far vaccinare gli altri, avesse appunto fatto il furbo. Scuola Andreotti: a pensar male fai peccato, però...
E comunque, senza volerlo, da testimonial si vax Vespa è diventato un’icona no vax. Sono soddisfazioni. Chi lo avrebbe mai detto, democraticamente?
Su tale canovaccio sfaccettato, magmatico, oggi si parla di nuove varianti e di altre dosi per i “fragili” (quali i parametri per definirli?) perché i contagi, ci dicono, sono aumentati. Occorre ancora credere per fede. La locuzione è vuota, priva di significato. Aumentati rispetto a quando? Al 2020? 2021? 2022? 2023? Democraticamente non ce lo dicono.
Come fingono di non sapere che negli USA la quarta dose l’hanno fatta appena il 7% degli americani e che le azioni Pfizer sono crollare (da inzio 2023) da 51 a 30 dollari, fallimento vicino. Ma da noi non lo sanno.
Va un sacco l’espressione “malore improvviso”. Altrettanto priva di filologia. Si può morire di infarto, ictus, incidente stradale, ma un “malore improvviso” non vuol dire nulla e comunque non porta necessariamente alla morte.
Siamo diventati un Paese cupo, omertoso. Migliaia di persone muoiono all’improvviso, altre diventano disabili e si continua a negare ogni collegamento col (quasi) vaccino? Cosa succederà quando saranno costretti a farlo? La locuzione ”eventi avversi” è demonizzata da istituzioni e media.
In Veneto un autobus carico di turisti finisce nel burrone, 22 persone muoiono, c’è il sospetto di un infarto dell’autista e il mainstream si sbraccia per dire che è tutto normale? E nessuno rassicura, democraticamente, la gente che prende l’autobus per andare al lavoro o in gita turistica?
Come la guerra: l’offensiva ucraina è fallita, lo sanno anche a Kiev, non ancora al Quirinale e a Palazzo Chigi, dove si sostiene l’Ucraina senza e senza ma, si continua a mandare armi (così poi siamo in stand bye per la ricostruzione: un’etica criminale) che non si sa dove finiscono, o lo si sa troppo bene.
Orwell aveva già detto tutto: è un mondo distopico, il male diventa bene, il cattivo si spaccia per buono e la menzogna creduta verità. Basta saperlo per salvarsi la vita. O provarci. Democraticamente.