VITTORIO POLITO - Il titolo di un recente Convegno recita: “Tumori e
screening: L’importanza della prevenzione”. La prevenzione? Un termine che
non ha più ragione di esistere nel campo sanitario, se si tiene conto
dell’andamento attuale del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, che Lino
Patruno noto giornalista e scrittore, ha definito “La Sanità dei ricchi e le liste
d’attesa ci rendono sudditi”. Affermazione quanto mai attendibile, se si tiene
conto che prevenzione, diagnosi precoce, disponibilità di ausili, non sono
possibili a causa delle infinite liste d’attesa.
La sanità è il complesso delle condizioni di salute di una collettività, di una popolazione che gli amministratori della cosa pubblica hanno il compito di sorvegliare: nel nostro caso il Ministero della Salute e il Consiglio superiore di sanità, a livello nazionale, e l’Assessorato Regionale alla Sanità a livello locale, per far si che le eventuali patologie dell’individuo siano avvantaggiate da un rapido ausilio medico, o quanto meno per non procurare ulteriori danni alla salute. Esattamente il contrario di quanto avviene oggi in Italia.
Prevenire significa arrivare prima, fare qualcosa prima di altri, nel nostro caso il termine si traduce in “impedire”. Si avete letto bene perché la Sanità pubblica italiana sta cedendo il passo a quella privata impedendo agli utenti il ricorso al S.S.N. Infatti recentemente un medico ha richiesto (24.10.2023), una “TAC cranio” da eseguire entro 10 giorni e il CUP della ASL Bari (Policlinico) lo ha prenotato dopo 4 mesi (prenotazione 716685 da eseguire, assurdamente, il 7 febbraio 2024), costringendo il paziente a rivolgersi ad un centro privato al fine di conoscere rapidamente la diagnosi. La scelta di un privato deve esse volontaria e non costretta dal disservizio sanitario nazionale. Di questo passo anche le prescrizioni del medico di base non hanno più ragione di esistere.
I Convegni, le raccomandazioni, i consigli di medici e scienziati non servono proprio a nulla se non a promettere cose impossibili, dal momento che se volete eseguire un esame in tempi brevi dovete rivolgervi al privato. Ecco spuntare come funghi studi medici, laboratori analisi, studi dentistici, studi radiologici, tutti pronti a sostituire il Servizio Sanitario Nazionale. Per non parlare degli scandali che hanno interessato recentemente alcuni medici dell’Oncologico di Bari che si facevano pagare, farmaci dispensati del S.S.N. Questi signori non hanno o non vogliono capire che gli esami sono da eseguire tempestivamente per risolvere i quesiti diagnostici e per poter fare rapidamente una diagnosi, dal momento che se si scopre una patologia che richiede celeri provvedimenti, il medico può disporre il da farsi. Eseguire un esame diagnostico dopo mesi o anni dalla richiesta non ha alcun senso, anzi può essere solo dannoso.
Da qui le carenze del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale che, altro non fanno, che accompagnare più velocemente possibile l’utente della sanità verso il peggioramento della condizione di salute, forse al fine di liberarsene il più speditamente possibile?
La sanità è il complesso delle condizioni di salute di una collettività, di una popolazione che gli amministratori della cosa pubblica hanno il compito di sorvegliare: nel nostro caso il Ministero della Salute e il Consiglio superiore di sanità, a livello nazionale, e l’Assessorato Regionale alla Sanità a livello locale, per far si che le eventuali patologie dell’individuo siano avvantaggiate da un rapido ausilio medico, o quanto meno per non procurare ulteriori danni alla salute. Esattamente il contrario di quanto avviene oggi in Italia.
Prevenire significa arrivare prima, fare qualcosa prima di altri, nel nostro caso il termine si traduce in “impedire”. Si avete letto bene perché la Sanità pubblica italiana sta cedendo il passo a quella privata impedendo agli utenti il ricorso al S.S.N. Infatti recentemente un medico ha richiesto (24.10.2023), una “TAC cranio” da eseguire entro 10 giorni e il CUP della ASL Bari (Policlinico) lo ha prenotato dopo 4 mesi (prenotazione 716685 da eseguire, assurdamente, il 7 febbraio 2024), costringendo il paziente a rivolgersi ad un centro privato al fine di conoscere rapidamente la diagnosi. La scelta di un privato deve esse volontaria e non costretta dal disservizio sanitario nazionale. Di questo passo anche le prescrizioni del medico di base non hanno più ragione di esistere.
I Convegni, le raccomandazioni, i consigli di medici e scienziati non servono proprio a nulla se non a promettere cose impossibili, dal momento che se volete eseguire un esame in tempi brevi dovete rivolgervi al privato. Ecco spuntare come funghi studi medici, laboratori analisi, studi dentistici, studi radiologici, tutti pronti a sostituire il Servizio Sanitario Nazionale. Per non parlare degli scandali che hanno interessato recentemente alcuni medici dell’Oncologico di Bari che si facevano pagare, farmaci dispensati del S.S.N. Questi signori non hanno o non vogliono capire che gli esami sono da eseguire tempestivamente per risolvere i quesiti diagnostici e per poter fare rapidamente una diagnosi, dal momento che se si scopre una patologia che richiede celeri provvedimenti, il medico può disporre il da farsi. Eseguire un esame diagnostico dopo mesi o anni dalla richiesta non ha alcun senso, anzi può essere solo dannoso.
Da qui le carenze del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale che, altro non fanno, che accompagnare più velocemente possibile l’utente della sanità verso il peggioramento della condizione di salute, forse al fine di liberarsene il più speditamente possibile?