LECCE - Dopo oltre 4 mesi di lavoro ininterrotto di tecnici e volontari del Centro recupero tartarughe marine del Museo di Calimera, è finalmente giunta al termine, almeno per la Provincia di Lecce, la stagione delle nidificazioni di tartarughe marine 2023.
Una stagione che a detta degli esperti, già ai sui esordi, si preannunciava come la più prolifica della storia, ma ha superato tutte le sue aspettative, tanto da meritarsi l’appellativo di “Stagione dei Record”.
Tuttavia, due sono i fattori da considerarsi fondamentali per questo successo, il primo legato al grande lavoro dei volontari e degli operatori impegnati su tutto il territorio italiano, il secondo è strettamente connesso al cambiamento climatico e ad un aumento considerevole delle temperature del mare; tale fenomeno ha portato ad un’impennata delle nidificazioni, che si sono attestate a 449 in tutta la nostra penisola italiana, permettendo la nascita di oltre 20.000 piccole tartarughe.
La Provincia di Lecce, ha avuto risultati degni di nota (1911 tartarughe nate), confermandosi un territorio ricco di spiagge che non solo hanno una spiccata vocazione turistica, ma garantiscono le condizioni idonee alla deposizione e allo sviluppo delle uova di tartaruga.
Trentatré, sono i nidi rinvenuti quest’anno sul litorale della Provincia di Lecce, di cui ben 31 solo sul versante ionico e solo 2 su quello adriatico. Tutto ciò non è dovuto al caso, di fatti il litorale ionico è maggiormente monitorato dai volontari, residenti nelle vicinanze, che giornalmente hanno ispezionato oltre 10 km di costa; ma di rilevante importanza è la morfologia delle spiagge “scelte” dalle mamme di Caretta caretta, come quelle del litorale di Ugento, dove, negli ultimi mesi, hanno visto la luce oltre 1000 esemplari di Caretta caretta (per l’esattezza 1097) e quelle del litorale di Salve che ha registrato più di 700 piccoli nati.
"Com’è noto – sottolinea Piero Carlino, Direttore del Centro Recupero Tartarughe Marine di Calimera – le tartarughe marine Caretta caretta appartengono a una specie tutelata e che necessita di misure adeguate di protezione. Le azioni di monitoraggio e assistenza alla schiusa, attualmente, data la forte pressione turistica e l’elevato grado di antropizzazione delle coste, sono l’unico modo per garantire il successo delle nidificazioni e non mettere a rischio il futuro della specie".
Un primato eccezionale, soprattutto per la zona antistante al Campeggio “Riva di Ugento” dove le tartarughe hanno evidentemente trovato un habitat favorevole, tra un sistema dunale in perfetta salute, uno scarso inquinamento luminoso e quiete notturna.
Ha giocato un ruolo fondamentale, per monitoraggio, assistenza, messa in sicurezza dei nidi e vigilanza su tutto il litorale, il posizionamento, all’interno del Campeggio, del Campo base del Centro Recupero. Ovviamente l’azione del Centro Calimerese è stata estesa su tutto il litorale provinciale, ma i numeri più importanti di successo in rapporto alla lunghezza della spiaggia e al numero di nidi, sono stati registrati proprio sulla spiaggia antistante al Campeggio Riva di Ugento: 530 le uova deposte, 406 i piccoli venuti alla luce, in soli 700 mt di litorale.
Questo legame profondo tra gli esemplari di Caretta caretta e il litorale ugentino non è certo una novità. Negli anni scorsi, così come durante l’estate appena archiviata, sono stati registrati numeri interessanti. La fascia costiera in questione, in particolare quella ricadente nel Parco naturale regionale Litorale di Ugento, si presta perfettamente alla loro riproduzione grazie al mare cristallino e all’ambiente di alto valore naturalistico dai connotati unici.
"Il fatto che le tartarughe abbiano scelto proprio la nostra spiaggia per deporre le uova è un segno di fiducia nell'integrità del nostro ambiente costiero che ci riempie di orgoglio – commenta Fabio M. Ricci, direttore del Camping Resort Riva di Ugento –. Una conferma del lavoro costantemente svolto da noi e dalle collaborazioni con le realtà del territorio per tutelare e preservare la salute del nostro ecosistema marino, dunale e retrodunale".
La gestione di tutti questi nidi non sarebbe mai stata possibile senza la collaborazione con i Comuni, che hanno fornito il loro supporto assecondando ogni richiesta, con le Guardie Costiere che hanno prontamente risposto ad ogni segnalazione velocizzando il lavoro degli operatori del CRTM, con gli stabilimenti balneari che hanno prestato aiuto costantemente, e a Legambiente Salve che ha affiancato il CRTM in ogni azione di monitoraggio e salvaguardia per il litorale di Salve.