MOLFETTA - Le Fiamme gialle della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura della Repubblica del Tribunale di Trani, avente ad oggetto beni nella disponibilità di un medico che, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe effettuato prestazioni specialistiche in assenza di autorizzazioni all’esercizio della professione in regime “extramoenia”.
La misura cautelare, funzionale alla confisca, che ha interessato beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 180.000 euro, è stata disposta all’esito di una complessa ed articolata attività di indagine che ha consentito di segnalare il medico all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato – art. 640 comma 2, n.1 c.p. – (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).
Il valore del sequestro corrisponde al profitto derivante dal reato suindicato, pari all’indennità di esclusività percepita nell’arco temporale durante il quale sono state accertate le condotte illecite.
In particolare, il medico, nonostante avesse scelto di esercitare la propria attività di libero professionista solamente all’interno della struttura pubblica, percependo mensilmente un compenso aggiuntivo sulla retribuzione, svolgeva anche attività libero-professionale in forma autonoma “extramoenia”. Per tali fatti, il professionista è stato segnalato anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari per ipotesi di danno erariale.
I dati acquisiti nell’ambito del procedimento penale, a seguito di nulla osta rilasciato dall’Autorità Giudiziaria, sono stati, inoltre, utilizzati per recuperare a tassazione i corrispettivi percepiti dal professionista per le visite specialistiche effettuate “in nero” presso la propria abitazione quantificati in oltre 100.000 euro.
La misura cautelare, funzionale alla confisca, che ha interessato beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 180.000 euro, è stata disposta all’esito di una complessa ed articolata attività di indagine che ha consentito di segnalare il medico all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato – art. 640 comma 2, n.1 c.p. – (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).
Il valore del sequestro corrisponde al profitto derivante dal reato suindicato, pari all’indennità di esclusività percepita nell’arco temporale durante il quale sono state accertate le condotte illecite.
In particolare, il medico, nonostante avesse scelto di esercitare la propria attività di libero professionista solamente all’interno della struttura pubblica, percependo mensilmente un compenso aggiuntivo sulla retribuzione, svolgeva anche attività libero-professionale in forma autonoma “extramoenia”. Per tali fatti, il professionista è stato segnalato anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari per ipotesi di danno erariale.
I dati acquisiti nell’ambito del procedimento penale, a seguito di nulla osta rilasciato dall’Autorità Giudiziaria, sono stati, inoltre, utilizzati per recuperare a tassazione i corrispettivi percepiti dal professionista per le visite specialistiche effettuate “in nero” presso la propria abitazione quantificati in oltre 100.000 euro.
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