LIVALCA - Sembra ieri che con genuino orgoglio mi scriveva: «Caro Gianni ecco il
catalogo di cui ti parlavo. Esporre negli spazi della Fondazione Cassa dei Risparmi di
Forlì è stato un traguardo, dal momento che sono stati accolti solo artisti del
territorio. Io sono stato l’unica eccezione. Torno a salutarti caramente, Vito».
Questo mi scriveva un anno fa Vito Matera: l’artista che, temprato da studi classici, si era laureato in Filosofia con una tesi in Estetica sui problemi dello spazio pittorico. Vito da poche ore ha intrapreso quel viaggio che, secondo Seneca «Niente è sicuro fuorché la morte» risulta essere una certezza che ci accomuna tutti.
A ottobre 2022 avevo scritto delle note su Vito perché vi era una sua mostra presso il Castello Ruffo di Scilla e avevo precisato che della sua carriera artistica si era lungamente occupato il comune amico Raffaele Nigro e avevo riportato a memoria questo periodo: «In un panorama artistico orientato verso i poli dell’arte concettuale, urbanocentrica e tecnocratica Vito Matera continua la sua ricerca in chiave antropologica stemperata da un linguaggio poetico e giocoso» aggiungendo che ero in sintonia su tutto e, pur conoscendo la goliardia di Nigro, avevo dubbi su quel giocoso. Sempre nella lettera sopra citata Matera aveva precisato: «Ti invierò un catalogo e, dalle foto che vi sono riportate, potrai capire perché Raffaele parla di giocosità: il mio lato ludico in quelle opere è evidente». Alcuni giorni dopo in una telefonata densa di ricordi ci siamo accordati sulla parola leggerezza: le opere di Vito si fanno largo nello spazio e volano come fogli o foglie in balia del vento. Chiaramente si stava parlando di scultura, ma il senso del tutto valeva anche per la pittura.
La continua ricerca di Matera - non a caso l’adorata moglie Giovanna lo definiva ‘ricercatore e cercatore’ - lo portava in vecchie masserie in cui era palpabile la tradizione contadina a scovare attrezzi o materiali da cui trarre ispirazione per le sue originalissime creazioni. Una sera in cui nella sua dimora estiva notavo le sue opere disseminate nell’ambiente con ‘leggerezza’, quasi volesse occultarle, gli chiesi dell’ispirazione e lui mi rispose: «La Murgia è una mia continua base per creare opere artistiche». Peccato che si era trasferito a Forlì, avrei potuto donargli tanti oggetti dell’arte grafica da cui avrebbe ricavato capolavori senza tempo, ma la vita richiede ‘spietatezza’ che non tutti possiedono e, quindi, inutile ricamarci su… non a caso Wilde ci ha lasciato: «L’unica differenza tra un ‘santo’ e un peccatore è che ogni ‘santo’ ha un passato e, ogni peccatore, un futuro».
Nel 2018 con generosità aveva aderito al progetto che prevedeva il pluripremiato romanzo di Nigro “I fuochi del Basento” raccontato da Trifone Gargano e illustrato proprio da Matera: lodevole iniziativa della Progedit di Gino Dato affinché il mondo di Nigro fosse comunicato ai giovani. L’impegno di Matera fu notevole: a conferma della sua totale disponibilità non solo per gli amici, ma nel ricercare stimoli nuovi per immergersi in atmosfere che gli avrebbero consentito di dare sfogo alla sua fantasia. Matera penso faccia parte di quel numero di persone che siano state amate in vita per la semplicità e coerenza con cui hanno affrontato il loro viaggio, quindi sono sicuro che non valga per lui quella frase di Wilde: «Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra».
Vito nel posto in cui sei andato ritroverai tuo padre che è riuscito a riaprire una bottega di orafo, ma più che altro dirige una grande orchestra che giornalmente arruola nuovi musicisti: vedrai che presto incontrerai anche Michele Dell’Aquila che ti porrà domande su quella ‘leggera’ rivista “Fragile”, ma tu non dovrai dirgli quello che ti ho accennato io: solo al mio arrivo saprete quanto sia ‘Fragile’ la verità. Spero che Nigro ti abbia spiegato in vita il suo: «Vito Matera è un pittore chiarista volante sfottente sognante espressionista fumettante guizzante illustrante e ironico». In Cielo qualcuno potrebbe volere delucidazioni: la fantasia non ti manca per illustrare il tutto al meglio… anche con una nuova opera artistica.
Stai tranquillo la tua Giovanna continuerà a fare quello che ha sempre fatto: essere la tua MUSA fedele, fattiva, entusiasta di quel pittore e scultore sposato solo per AMORE.
Questo mi scriveva un anno fa Vito Matera: l’artista che, temprato da studi classici, si era laureato in Filosofia con una tesi in Estetica sui problemi dello spazio pittorico. Vito da poche ore ha intrapreso quel viaggio che, secondo Seneca «Niente è sicuro fuorché la morte» risulta essere una certezza che ci accomuna tutti.
A ottobre 2022 avevo scritto delle note su Vito perché vi era una sua mostra presso il Castello Ruffo di Scilla e avevo precisato che della sua carriera artistica si era lungamente occupato il comune amico Raffaele Nigro e avevo riportato a memoria questo periodo: «In un panorama artistico orientato verso i poli dell’arte concettuale, urbanocentrica e tecnocratica Vito Matera continua la sua ricerca in chiave antropologica stemperata da un linguaggio poetico e giocoso» aggiungendo che ero in sintonia su tutto e, pur conoscendo la goliardia di Nigro, avevo dubbi su quel giocoso. Sempre nella lettera sopra citata Matera aveva precisato: «Ti invierò un catalogo e, dalle foto che vi sono riportate, potrai capire perché Raffaele parla di giocosità: il mio lato ludico in quelle opere è evidente». Alcuni giorni dopo in una telefonata densa di ricordi ci siamo accordati sulla parola leggerezza: le opere di Vito si fanno largo nello spazio e volano come fogli o foglie in balia del vento. Chiaramente si stava parlando di scultura, ma il senso del tutto valeva anche per la pittura.
La continua ricerca di Matera - non a caso l’adorata moglie Giovanna lo definiva ‘ricercatore e cercatore’ - lo portava in vecchie masserie in cui era palpabile la tradizione contadina a scovare attrezzi o materiali da cui trarre ispirazione per le sue originalissime creazioni. Una sera in cui nella sua dimora estiva notavo le sue opere disseminate nell’ambiente con ‘leggerezza’, quasi volesse occultarle, gli chiesi dell’ispirazione e lui mi rispose: «La Murgia è una mia continua base per creare opere artistiche». Peccato che si era trasferito a Forlì, avrei potuto donargli tanti oggetti dell’arte grafica da cui avrebbe ricavato capolavori senza tempo, ma la vita richiede ‘spietatezza’ che non tutti possiedono e, quindi, inutile ricamarci su… non a caso Wilde ci ha lasciato: «L’unica differenza tra un ‘santo’ e un peccatore è che ogni ‘santo’ ha un passato e, ogni peccatore, un futuro».
Nel 2018 con generosità aveva aderito al progetto che prevedeva il pluripremiato romanzo di Nigro “I fuochi del Basento” raccontato da Trifone Gargano e illustrato proprio da Matera: lodevole iniziativa della Progedit di Gino Dato affinché il mondo di Nigro fosse comunicato ai giovani. L’impegno di Matera fu notevole: a conferma della sua totale disponibilità non solo per gli amici, ma nel ricercare stimoli nuovi per immergersi in atmosfere che gli avrebbero consentito di dare sfogo alla sua fantasia. Matera penso faccia parte di quel numero di persone che siano state amate in vita per la semplicità e coerenza con cui hanno affrontato il loro viaggio, quindi sono sicuro che non valga per lui quella frase di Wilde: «Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra».
Vito nel posto in cui sei andato ritroverai tuo padre che è riuscito a riaprire una bottega di orafo, ma più che altro dirige una grande orchestra che giornalmente arruola nuovi musicisti: vedrai che presto incontrerai anche Michele Dell’Aquila che ti porrà domande su quella ‘leggera’ rivista “Fragile”, ma tu non dovrai dirgli quello che ti ho accennato io: solo al mio arrivo saprete quanto sia ‘Fragile’ la verità. Spero che Nigro ti abbia spiegato in vita il suo: «Vito Matera è un pittore chiarista volante sfottente sognante espressionista fumettante guizzante illustrante e ironico». In Cielo qualcuno potrebbe volere delucidazioni: la fantasia non ti manca per illustrare il tutto al meglio… anche con una nuova opera artistica.
Stai tranquillo la tua Giovanna continuerà a fare quello che ha sempre fatto: essere la tua MUSA fedele, fattiva, entusiasta di quel pittore e scultore sposato solo per AMORE.