BARI - In apertura della seduta odierna del Consiglio comunale, il Presidente del Consiglio Michelangelo Cavone ha voluto testimoniare la piena condanna alla violenza di genere dell’intero Consiglio comunale di Bari con la lettura di un messaggio condiviso dai Consigli comunali delle principali città italiane.
“A pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, un altro atroce femminicidio si è appena consumato nei confronti di una giovane studentessa. Questo richiamo doloroso alla realtà è un segno che non possiamo e non dobbiamo ignorare. La violenza di genere è una piaga che attraversa le barriere di età, classe sociale e cultura, colpendo indistintamente le nostre madri, figlie, sorelle e amiche. È un problema che riguarda tutti noi, come individui e come società e davanti al quale non si può più tacere. Dobbiamo lavorare insieme per creare una comunità che promuova il rispetto reciproco, l'uguaglianza e la solidarietà.
La violenza sulle donne che si spinge fino al femminicidio è un problema culturale e sociale e purtroppo lo squilibrio di potere nei rapporti fra i sessi è ancora forte. C’è un cambiamento ma non è rapido, non c’è stata ancora una vera svolta perché i messaggi che arrivano dalla società sono contrastanti. Non è più il tempo delle parole, è il tempo di agire. Ognuno di noi al meglio delle proprie possibilità, ognuno di noi attuando azioni concrete superando ideologie e steccati mentali.
Con questo messaggio congiunto, che unisce in un’unica voce i presidenti dei consigli comunali delle principali città italiane, chiediamo ai nostri rappresentanti parlamentari di agire in maniera celere per contrastare un fenomeno che purtroppo è in costante crescita e dichiariamo la nostra piena condanna a qualsiasi atto di violenza. Forte sarà il nostro impegno perché ogni comunità diventi un luogo sicuro e solidale per le donne, dove possano vivere libere dalla paura e dove ognuna, indistintamente, possa godere della sua vita in tutta sicurezza e dignità.
In questo momento di dolore, ci uniamo nel cordoglio alla famiglia di Giulia e di tutte le famiglie distrutte da femminicidi, che la loro memoria sia onorata da azioni concrete atte ad estirpare la violenza di genere dalla nostra società.
Voglio ricordare anche i nomi delle vittime baresi di femminicidio: Santa Scorese, Anna Costanzo, Palmina Martinelli e Chiara Brandonisio."
A portare la sua testimonianza di vittima di violenza è intervenuta Angelica Ladisa che ha letto i nomi delle vittime di femminicidio in Italia dall’inizio del 2023. Dal 1 gennaio al 19 novembre 2023 sono stati 295 gli omicidi compiuti, 106 sono state le vittime donne, di cui 84 uccise in ambito familiare/affettivo, di queste 55 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (dati del report redatto dal Servizio analisi criminale della Direzione Centrale della Polizia Sicurezza del Ministero dell’Interno).
“Quello che voglio dire alle ragazze e alle donne – ha detto Angelica – è di prestare attenzione al primo segnale di violenza, al primo pugno sbattuto sul tavolo, al primo atto di sopraffazione. Quei gesti rappresentano la prima avvisaglia di una potenziale violenza presente in quella persona. Non sottovalutate mai questi segnali iniziali, poiché spesso costituiscono un chiaro campanello d'allarme.”
“A pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, un altro atroce femminicidio si è appena consumato nei confronti di una giovane studentessa. Questo richiamo doloroso alla realtà è un segno che non possiamo e non dobbiamo ignorare. La violenza di genere è una piaga che attraversa le barriere di età, classe sociale e cultura, colpendo indistintamente le nostre madri, figlie, sorelle e amiche. È un problema che riguarda tutti noi, come individui e come società e davanti al quale non si può più tacere. Dobbiamo lavorare insieme per creare una comunità che promuova il rispetto reciproco, l'uguaglianza e la solidarietà.
La violenza sulle donne che si spinge fino al femminicidio è un problema culturale e sociale e purtroppo lo squilibrio di potere nei rapporti fra i sessi è ancora forte. C’è un cambiamento ma non è rapido, non c’è stata ancora una vera svolta perché i messaggi che arrivano dalla società sono contrastanti. Non è più il tempo delle parole, è il tempo di agire. Ognuno di noi al meglio delle proprie possibilità, ognuno di noi attuando azioni concrete superando ideologie e steccati mentali.
Con questo messaggio congiunto, che unisce in un’unica voce i presidenti dei consigli comunali delle principali città italiane, chiediamo ai nostri rappresentanti parlamentari di agire in maniera celere per contrastare un fenomeno che purtroppo è in costante crescita e dichiariamo la nostra piena condanna a qualsiasi atto di violenza. Forte sarà il nostro impegno perché ogni comunità diventi un luogo sicuro e solidale per le donne, dove possano vivere libere dalla paura e dove ognuna, indistintamente, possa godere della sua vita in tutta sicurezza e dignità.
In questo momento di dolore, ci uniamo nel cordoglio alla famiglia di Giulia e di tutte le famiglie distrutte da femminicidi, che la loro memoria sia onorata da azioni concrete atte ad estirpare la violenza di genere dalla nostra società.
Voglio ricordare anche i nomi delle vittime baresi di femminicidio: Santa Scorese, Anna Costanzo, Palmina Martinelli e Chiara Brandonisio."
A portare la sua testimonianza di vittima di violenza è intervenuta Angelica Ladisa che ha letto i nomi delle vittime di femminicidio in Italia dall’inizio del 2023. Dal 1 gennaio al 19 novembre 2023 sono stati 295 gli omicidi compiuti, 106 sono state le vittime donne, di cui 84 uccise in ambito familiare/affettivo, di queste 55 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (dati del report redatto dal Servizio analisi criminale della Direzione Centrale della Polizia Sicurezza del Ministero dell’Interno).
“Quello che voglio dire alle ragazze e alle donne – ha detto Angelica – è di prestare attenzione al primo segnale di violenza, al primo pugno sbattuto sul tavolo, al primo atto di sopraffazione. Quei gesti rappresentano la prima avvisaglia di una potenziale violenza presente in quella persona. Non sottovalutate mai questi segnali iniziali, poiché spesso costituiscono un chiaro campanello d'allarme.”
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