Bari, riconoscimento dell’amministrazione comunale per Andrea Mori


BARI - Questa mattina, nella sala giunta di Palazzo di Città, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico ha consegnato uno speciale premio alla carriera ad Andrea Mori “per i 43 anni di impegno sociale, educativo e pedagogico a favore delle bambine e dei bambini della Città di Bari”.

All’evento hanno partecipato moltissimi educatori e operatori sociali, insegnanti E formatori che con Andrea Mori, fondatore della cooperativa sociale Progetto Città, sono cresciuti o hanno avuto l’occasione di collaborare nel tempo.

“Abbiamo voluto organizzare questo momento di festa - ha detto Francesca Bottalico - per ringraziare Adrea, e con lui simbolicamente tutte e tutti gli educatori della nostra città, dell’ impegno rivolto al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza per il diritto alla felicità, al gioco, alla libertà, all'immaginazione, agli spazi di vita sostenibili, alla meraviglia, al cambiamento, al presente e al futuro. Abbiamo sempre più bisogno di persone che, come Andrea, siano capaci di immaginare, narrare e costruire mondi accoglienti, liberi e inclusivi. Mondi di pace e di stupore come una delle ultime “stanze delle meraviglie” che quest'anno Andrea ha proposto trasformando un’idea in un luogo di emozioni, ogni oggetto di riciclo in uno strumento magico, ogni fantasia in un’emozione autentica condivisa. Oggi rendiamo omaggio a uno dei maestri di gioco della nostra città che per oltre 40 anni ha vissuto e offerto magia e meraviglia ai tantissimi bambini e bambine della città”.

A seguire hanno preso la parola Rosy Paparella, già garante regionale dei minori, Antonia Chiara Scardicchio, docente di pedagogia generale di Uniba e Licia Positò, dirigente scolastica, per raccontare ciascuna la propria esperienza professionale e personale con Andrea Mori.

“Vi ringrazio per avermi voluto celebrare anche oltre i miei meriti oggettivi - ha detto visibilmente emozionato Andrea Mori -. Non posso che ritrovarmi su alcune delle cose dette stamattina, che sento profondamente mie: mi ritrovo sicuramente nella tenacia e nella visione militante, perché credo che oggi più che mai sia necessario agire in modo militante, e noi educatori militanti dobbiamo conservare la consapevolezza della nostra fragilità. Molte delle persone presenti qui, oggi, le sento come figli, e sento questa responsabilità anche nei confronti di chi è cresciuto insieme a me: personalmente mi auguro che questa militanza ci porti ancora a coltivare la ricerca, a porci delle domande e non a darci semplicemente delle risposte. In questo periodo ad esempio sono impegnato a creare una sorta di grammatica della speranzìa che non è l’attesa di qualcosa che dovrà succedere ma piuttosto un insieme di competenze che dobbiamo conservare ed esercitare per trasformare in meglio noi stessi, gli altri e il luogo in cui viviamo. Ringrazio i compagni di strada di Progetto Città, con i quali sin dall’inizio abbiamo condiviso una visione e un percorso culturale e politico”.

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