Colpo alla criminalità: 25 membri del clan Cipriano di Bitonto condannati per criminalità organizzata


BARI - Il Tribunale di Bari ha emesso una sentenza che ha colpito duramente il clan Cipriano di Bitonto, condannando 25 persone, tra capi e membri, a pene detentive che variano da 18 anni e sei mesi a un anno e quattro mesi. La Gup Antonella Cafagna ha presieduto il processo, che ha visto gli imputati giudicati con rito abbreviato, affrontando accuse di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, porto e detenzione di armi, detenzione di droga ai fini di spaccio, estorsione e violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale. In alcuni casi, è stata riconosciuta anche l'aggravante mafiosa.

La pena più severa, di 18 anni, è stata inflitta a Francesco Colasuonno, 36 anni, e a Giuseppe Pastoressa, 34 anni. I due sono stati giudicati colpevoli di aver "diretto e organizzato" l'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti in diverse zone, tra cui Bitonto, Palo del Colle e il nord Barese. Rocco Mena, 35 anni, uno dei "preposti" alle piazze di spaccio nel centro storico di Bitonto, è stato condannato a 14 anni di reclusione.

L'indagine denominata "Porta Robustina", che ha portato agli arresti nel 2022 e alle attuali condanne, ha avuto origine dalle violente aggressioni a mano armata tra il gruppo Colasuonno-Cipriano e quello associato a Domenico Conte, per il controllo dello spaccio nel centro storico di Bitonto. In uno scontro a fuoco tra i gruppi rivali il 30 dicembre 2017, la tragica morte per errore dell'anziana sarta di 84 anni, Anna Rosa Tarantino, ha rappresentato uno degli eventi più drammatici legati a questa inchiesta.

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