BARI - La X edizione del Festival letterario ‘Pagine di Russia’, organizzato dalla Stilo Editrice in collaborazione con la Cattedra di russo dell’Università degli Studi di Bari, sarà dedicata al tema dell’emigrazione russa, visto in una prospettiva storica che parte almeno dal 1922 – quando la cosiddetta «nave dei filosofi» venne costretta ad abbandonare l’Unione Sovietica – e arriva al 2022, all’ennesima emigrazione di massa russa in conseguenza dell’invasione dell’Ucraina del “Ventiquattro febbraio”.
Il rapporto tra la prima ondata del 1922 e l’ultima del 2022 è stato sottolineato da un gruppo di giovani artisti musicali russi emigrati che l’anno scorso hanno pubblicato un album in cui venivano messi in musica i versi di quella prima generazione di poeti (la cosiddetta «generazione inosservata») che era stata costretta ad abbandonare la propria terra natale cento anni fa. Il titolo dell’album, Dopo la Russia, riprendeva quello della prima raccolta di versi scritti in emigrazione della poetessa russa Marina Cvetaeva. Con la X edizione il Festival si propone di riflettere sulla storia e sul raffronto tra le varie ondate migratorie russe con un programma che nel titolo volge a interrogativo proprio il ricordato volume cvetaeviano «Dopo la Russia? Cent’anni di solitudini e dissenso».
La rassegna si avvale della presenza dello studioso russo Mikhail Velizhev, professore dell’Università di Grenoble e autorevole rappresentante di questa ultima tendenza all’emigrazione dalla Russia, che, proprio nella prima serata del festival sarà intervistato dai direttori del Festival e potrà così trasmettere la sua diretta testimonianza di intellettuale ‘fuoriuscito’. Nei giorni successivi, altre tre lezioni di slavisti italiani metteranno in luce alcuni aspetti delle ondate migratorie del passato e del futuro: Agnese Accattoli (mercoledì 8 novembre) illustrerà quella che ebbe inizio dopo la Rivoluzione d’Ottobre e caratterizzò la formazione di colonie russe in tutti i maggiori paesi dell’Europa; Marco Sabbatini (giovedì 9 novembre) parlerà invece dell’emigrazione ‘interna’ nei decenni successivi alla II guerra mondiale, quando molti intellettuali russi non lasciarono il paese ma continuarono a diffondere il proprio messaggio attraverso lo strumento del samizdat. Martina Napolitano (venerdì 10 novembre) ci aiuterà a fare ipotesi sul futuro della Russia per tentare di capire quali scenari e decisioni attendono lo sviluppo di questo paese, quali strade prenderanno i suoi cittadini, come e quando finirà la guerra.
Come tradizione, il festival prevede una serie di appuntamenti a margine delle conferenze, che si caratterizzano per originalità e approccio pluridisciplinare e performativo. L’8 novembre si terrà un incontro dal titolo Otto slavisti in libreria, che vedrà la partecipazione di diversi russisti italiani e stranieri, con approfondimenti a sfondo letterario e accompagnamento musicale di Giuseppe Liuzzi e Paolo Fioretti. Il 9 novembre Massimo Maurizio presenterà con Claudia Olivieri Diario della fine del mondo (Stilo 2023) della giovane poetessa russa Natal’ja Ključareva, una delle più lucide testimonianze delle nefaste conseguenze della guerra russo-ucraina. Infine, il 10 novembre ci sarà la serata conclusiva del festival, sempre presso Zaum, durante la quale si celebrerà il XX anniversario della rivista di culture dei paesi slavi «eSamizdat», alla presenza dei fondatori (Alessandro Catalano e Simone Guagnelli) e degli attuali direttori Emilio Mari e Anita Frison.
Tutti gli incontri pomeridiani avranno luogo al Centro Polifunzionale Studenti (Ex Palazzo delle Poste) e le conferenze dei giorni 8, 9 e 10 novembre 2023 saranno trasmesse anche in streaming sulla pagina FB dell’editrice e sul sito www.stiloeventi.it; gli eventi performativi, che avranno inizio alle ore 20,00, saranno invece ospitati dalla Libreria Prinz Zaum (via Cardassi 93).
Nella cornice OFF del festival sabato 11 novembre ad Andria, presso l’Officina San Domenico, Martina Napolitano e Massimo Maurizio saranno ospiti del talk ‘Parliamo di’ organizzato da CapitalSud aps a partire dalla lettura di Diario della fine del mondo di Natal’ja Ključareva.
Per info: progetti.stiloeditrice@gmail.com
Il rapporto tra la prima ondata del 1922 e l’ultima del 2022 è stato sottolineato da un gruppo di giovani artisti musicali russi emigrati che l’anno scorso hanno pubblicato un album in cui venivano messi in musica i versi di quella prima generazione di poeti (la cosiddetta «generazione inosservata») che era stata costretta ad abbandonare la propria terra natale cento anni fa. Il titolo dell’album, Dopo la Russia, riprendeva quello della prima raccolta di versi scritti in emigrazione della poetessa russa Marina Cvetaeva. Con la X edizione il Festival si propone di riflettere sulla storia e sul raffronto tra le varie ondate migratorie russe con un programma che nel titolo volge a interrogativo proprio il ricordato volume cvetaeviano «Dopo la Russia? Cent’anni di solitudini e dissenso».
La rassegna si avvale della presenza dello studioso russo Mikhail Velizhev, professore dell’Università di Grenoble e autorevole rappresentante di questa ultima tendenza all’emigrazione dalla Russia, che, proprio nella prima serata del festival sarà intervistato dai direttori del Festival e potrà così trasmettere la sua diretta testimonianza di intellettuale ‘fuoriuscito’. Nei giorni successivi, altre tre lezioni di slavisti italiani metteranno in luce alcuni aspetti delle ondate migratorie del passato e del futuro: Agnese Accattoli (mercoledì 8 novembre) illustrerà quella che ebbe inizio dopo la Rivoluzione d’Ottobre e caratterizzò la formazione di colonie russe in tutti i maggiori paesi dell’Europa; Marco Sabbatini (giovedì 9 novembre) parlerà invece dell’emigrazione ‘interna’ nei decenni successivi alla II guerra mondiale, quando molti intellettuali russi non lasciarono il paese ma continuarono a diffondere il proprio messaggio attraverso lo strumento del samizdat. Martina Napolitano (venerdì 10 novembre) ci aiuterà a fare ipotesi sul futuro della Russia per tentare di capire quali scenari e decisioni attendono lo sviluppo di questo paese, quali strade prenderanno i suoi cittadini, come e quando finirà la guerra.
Come tradizione, il festival prevede una serie di appuntamenti a margine delle conferenze, che si caratterizzano per originalità e approccio pluridisciplinare e performativo. L’8 novembre si terrà un incontro dal titolo Otto slavisti in libreria, che vedrà la partecipazione di diversi russisti italiani e stranieri, con approfondimenti a sfondo letterario e accompagnamento musicale di Giuseppe Liuzzi e Paolo Fioretti. Il 9 novembre Massimo Maurizio presenterà con Claudia Olivieri Diario della fine del mondo (Stilo 2023) della giovane poetessa russa Natal’ja Ključareva, una delle più lucide testimonianze delle nefaste conseguenze della guerra russo-ucraina. Infine, il 10 novembre ci sarà la serata conclusiva del festival, sempre presso Zaum, durante la quale si celebrerà il XX anniversario della rivista di culture dei paesi slavi «eSamizdat», alla presenza dei fondatori (Alessandro Catalano e Simone Guagnelli) e degli attuali direttori Emilio Mari e Anita Frison.
Tutti gli incontri pomeridiani avranno luogo al Centro Polifunzionale Studenti (Ex Palazzo delle Poste) e le conferenze dei giorni 8, 9 e 10 novembre 2023 saranno trasmesse anche in streaming sulla pagina FB dell’editrice e sul sito www.stiloeventi.it; gli eventi performativi, che avranno inizio alle ore 20,00, saranno invece ospitati dalla Libreria Prinz Zaum (via Cardassi 93).
Nella cornice OFF del festival sabato 11 novembre ad Andria, presso l’Officina San Domenico, Martina Napolitano e Massimo Maurizio saranno ospiti del talk ‘Parliamo di’ organizzato da CapitalSud aps a partire dalla lettura di Diario della fine del mondo di Natal’ja Ključareva.
Per info: progetti.stiloeditrice@gmail.com