Montesardo paese di Vescovi, spunta il terzo a cui ha dato i natali


FRANCESCO GRECO
- Professo a Roma (S. Andrea della Valle), il 7 marzo 1614, fu Arcivescovo di Brindisi-Ostuni (Archidiocesis Brundusina-Ostunensis) dal primo marzo 1638 al 9 gennaio 1640 e in questa veste consacrò, il 14 marzo del 1639, la bellissima chiesa di Sant’Irene, splendore barocco nel centro storico di Lecce. Fu poi Arcivescovo della Diocesi di Conversano-Monopoli (Dioecesis Conversanensis-Monopolitana) per ben 11 anni (1640-1651).

Sua Eccellenza Monsignor Francesco Sorgente era nato a Montesardo (Lecce), nel Capo di Leuca, paese di origine messapica. Si ignora l’anno.

Perché diventa un "caso"? Perché è il terzo prelato a cui Montesardo ha dato i natali, sempre nel Seicento. Fatto che lo fa finire nel guinness dei primati.

Si ha dunque notizia, sinora, di tre. Gli altri due sono fratelli: Monsignor Francesco Antonio Balduino, che fu Vescovo di Alessano (Lecce) dal 15 novembre 1531 sino alla morte avvenuta nel 1539 (il mese è incerto).

Il fratello minore, Belisario (nato fra il 1518 e il 1520, nella foto rappresentato in un’opera di Francesco Calignano), fu Vescovo della diocesi di Larino (Campobasso) ed è passato alla Storia per il suo autorevole intervento al Concilio di Trento (1545-1563, durò ben 18 anni) nella veste di teorico della Controriforma.

Al religioso nato nelle "ricche Puglie" si deve, fra l’altro, l’idea della sanzione della bestemmia pronunciata in pubblico, diffusa a quel tempo. A patto che fosse stata udita da due testimoni, poiché, come si diceva all’epoca "testis unus, testis nullus". L’istituzione dei registri parrocchiali e altre novità importanti tuttora in vigore.

Uomo della Chiesa Universale, è negli annali della Chiesa anche come fondatore del primo seminario della cristianità nella cittadina molisana (26 gennaio 1564), quasi 460 anni fa.

A Larino fecero seguito altri, sorti in rapida successione. Lo ricorda, nel 1939, il bergamasco Giovanni Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII (il Papa buono, "portate la carezza del Papa ai vostri bambini"). Scrive: "Ecco il Seminario di Larino. E’ aperto il 26 gennaio 1564 dal Vescovo Belisario Balduino, un reduce dal Concilio di Trento. Vivrà come potrà in poche e povere stanze, con rendite tenuissime ma intanto è arrivato buon primo".

Aggiunge Giuseppe Mammarella, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino: "A Larino si cominciò con 12 alunni. Tra il XVIII e il XIX secolo ebbe una floridezza eccezionale. Arrivò a ospitare quasi 200 studenti, poiché fioriva ‘in qualunque ranco di scienza’ ed era provveduto di ‘dotti e rispettabili Maestri’, tanto da essere considerato ‘uno dei migliori del Regno’".

Nello stesso anno sorgono seminari a Rieti (4 giugno), Milano, Camerino e Montepulciano (7 dicembre). Lo storico Ugo Pietrantonio fa l’elenco degli al-tri: Vladislavia e Posnania (Polonia), Perugia, Eichstatt (Germania), Pavia, Osimo, Cingoli, Jesi, Treviso, Lucca, Caiazzo, Parma, Reims (Francia). A Roma il primo febbraio 1565.

Balduino fu dottore in "utroque jure" e, secondo lo stesso storico, si fece notare sin da subito per "la sua profonda cultura e la forte personalità, congiunta ad una capacità di maneggio delle cose politiche, che lo facevano ritenere uno dei più ragguardevoli uomini del secolo, richiamarono ben presto l’attenzione dell’allora Arcivescovo di Napoli, G. P. Carafa (futuro Papa Paolo IV), che lo volle a sé vicino". Fu proclamato Vescovo di Larino il 17 giugno 1555, consacrato il 17 luglio. Celebrò tre Sinodi. Nel 1573 fece edificare l’episcopio ancora esistente un Piazza del Duomo.

"Pur travagliato da tante persecuzioni ed avversità - aggiunge - "che gli causarono infinite sofferenze, fisiche e morali, diede il meglio delle sue energie nell’interesse della Diocesi e la sua gente". Morì a Larino nel febbraio 1591. Il 6 marzo gli successe il vicentino Girolamo Vela.

A Montesardo l’illustre prelato non ha una via che lo ricordi (una invece è intitolata al filosofo Girolamo Balduino). Ha avuto una piazza, dietro la Chiesa Madre, ma nel Novecento il barone Sauli di Tiggiano (nel paese c’erano anche i Romasi e i Ronzi con lo stesso titolo) se la intestò. Tuttora è intitolata al latifondista. Una delibera comunale per riparare il torto e ripristinare lo statu quo ante è sempre di là da venire.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto