FOGGIA - Nel processo "Omnia Nostra" che riguarda la Mafia del Gargano, il giudice del tribunale di Bari, Valeria Isabella Valenzi, ha emesso diciannove condanne che spaziano dalle pene detentive di un anno a ergastolo. Queste condanne sono state inflitte agli imputati che avevano scelto di essere giudicati tramite il rito abbreviato.
Altri imputati hanno optato per il rito ordinario e si trovano attualmente sotto processo a Foggia. La condanna all'ergastolo è stata pronunciata per il capo mafioso Marco Raduano, già precedentemente condannato a 19 anni di reclusione e attualmente latitante dopo essere evaso dal carcere di Badu 'e Carros (Nuoro) lo scorso febbraio.
Le pene inflitte includono 13 anni e 4 mesi di reclusione per Francesco Notarangelo, 13 anni per Pietro Rignanese, 12 anni e 8 mesi di reclusione per Antonio Zino, 12 anni e 4 mesi per Antonio Quitadamo, e 12 anni per Lorenzo Caterino. Undici anni e 4 mesi di reclusione sono stati assegnati a Leonardo Ciuffreda e Giuseppe Della Malva, mentre 11 anni sono stati stabiliti per il collaboratore di giustizia Danilo Pietro Della Malva e Michele D'Ercole.
Le indagini che hanno portato a questo processo sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e hanno portato agli arresti di 32 persone, accusate di vari reati tra cui associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio, estorsioni, detenzione di droga, rapina e detenzione di armi. Durante il blitz, sono stati smantellati due clan storici del Gargano, la batteria criminale dei Romito-Lombardi-Ricucci e il clan dei Raduano. Il nome dell'inchiesta, "Omnia Nostra," deriva da un'intercettazione in cui gli indagati dichiaravano "qui è tutta roba nostra," sottolineando l'ampia portata delle attività illegali, che spaziavano dal commercio del pesce alla frode sui fondi destinati al pascolo, fino al tentativo di ottenere marchi di origine protetta (DOP) per prodotti agroalimentari senza i necessari requisiti.
Altri imputati hanno optato per il rito ordinario e si trovano attualmente sotto processo a Foggia. La condanna all'ergastolo è stata pronunciata per il capo mafioso Marco Raduano, già precedentemente condannato a 19 anni di reclusione e attualmente latitante dopo essere evaso dal carcere di Badu 'e Carros (Nuoro) lo scorso febbraio.
Le pene inflitte includono 13 anni e 4 mesi di reclusione per Francesco Notarangelo, 13 anni per Pietro Rignanese, 12 anni e 8 mesi di reclusione per Antonio Zino, 12 anni e 4 mesi per Antonio Quitadamo, e 12 anni per Lorenzo Caterino. Undici anni e 4 mesi di reclusione sono stati assegnati a Leonardo Ciuffreda e Giuseppe Della Malva, mentre 11 anni sono stati stabiliti per il collaboratore di giustizia Danilo Pietro Della Malva e Michele D'Ercole.
Le indagini che hanno portato a questo processo sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e hanno portato agli arresti di 32 persone, accusate di vari reati tra cui associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio, estorsioni, detenzione di droga, rapina e detenzione di armi. Durante il blitz, sono stati smantellati due clan storici del Gargano, la batteria criminale dei Romito-Lombardi-Ricucci e il clan dei Raduano. Il nome dell'inchiesta, "Omnia Nostra," deriva da un'intercettazione in cui gli indagati dichiaravano "qui è tutta roba nostra," sottolineando l'ampia portata delle attività illegali, che spaziavano dal commercio del pesce alla frode sui fondi destinati al pascolo, fino al tentativo di ottenere marchi di origine protetta (DOP) per prodotti agroalimentari senza i necessari requisiti.