BARI - E’ stato pubblicato oggi dall’Istat il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile dei Territori (BEST) in Puglia: per l’occasione c’è stato oggi in Presidenza un incontro di lavoro fra i vertici amministrativi della Regione e i rappresentanti dell’Istat che hanno seguito la stesura del rapporto per approfondire i dati pubblicati.
La ricercatrice dell’Istat, Monica Carbonara, ha illustrato il rapporto Bes Puglia, commentando il posizionamento pugliese nei vari domini e soffermandosi sui punti di forza e debolezza della regione.
Il sistema di indicatori BesT, riferiti alle province e città metropolitane italiane, che l’Istat diffonde annualmente dal 2018, comprende un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) e le integra con ulteriori indicatori di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Nell’edizione 2023 gli indicatori sono in totale 70, distribuiti in 11 dei 12 domini del BesT
Ciascun Report BesT presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: la posizione nel contesto nazionale ed europeo, i punti di forza, gli svantaggi, le disparità territoriali, le evoluzioni recenti. Queste letture, proposte annualmente, si completano con alcuni indicatori sul territorio,la popolazione, l’economia.
Le migliori performance pugliesi - è emerso - si osservano nei domini ambiente, salute, sicurezza.
Emergono diverse punte di eccellenze pugliesi (le rinnovabili, la minor esposizione ai rischi idrogeologici, il miglior contesto ambientale, minori livelli di inquinamento, la percentuale di scuole accessibili, minori denunce per furti, rapine e borseggi, la presenza di aree protette.
Il posizionamento della Puglia nei diversi indicatori che compongono i vari domini del BEST è sempre pressoché in linea rispetto al Mezzogiorno e in diversi casi migliore anche del dato italiano.
In altri casi laddove il posizionamento pugliese è peggiore si osservano comunque miglioramenti da un anno all’altro.
Inoltre, con la legge regionale 31 ottobre 2019 n. 47, la Regione Puglia ha inserito nei propri documenti di programmazione gli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile. Si tratta di un caso unico fra le regioni italiane.
Ancor prima della legge, negli stessi documenti di programmazione dell’Ente, il Documento di Economia e Finanza (Def) e relativa nota di aggiornamento in primis, curati dall’Assessorato al Bilancio è stato dato ampio spazio agli indicatori BES e agli SDGs dell’agenda ONU 2030, a testimoniare la rilevanza che le politiche di sostenibilità e di benessere assumono ai fini della programmazione delle politiche.
La stessa Corte di Conti nazionale ha dato ampio risalto di ciò nella recente Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni 2019-2022.
Nell’ambito dell’Assessorato al Bilancio, la Sezione Statistica della Regione, cui è affidata la definizione dei suddetti documenti è organo del Sistema Statistico Nazionale (al cui vertice c’è l’Istat) e collabora alla produzione, raccolta, diffusione dei dati ufficiali di statistica pubblica. La stessa struttura si occupa anche del monitoraggio degli indicatori statistici pugliesi ai fini di programmazione e valutazione delle politiche, anche con il contributo dell’Istat stessa attraverso tavoli di confronto e accordi di collaborazione.
Molte delle criticità osservate nel rapporto odierno sul Best pubblicato oggi riguardano il sistema Paese o il Mezzogiorno. Si pensi al progressivo invecchiamento della popolazione, al calo della natalità (sebbene la Puglia si difenda rispetto alle altre regioni), al fenomeno dei NEET, ai più elevati tassi di disoccupazione che si osservano nel Mezzogiorno, alla minore partecipazione femminile al mondo del lavoro, nel numero dei laureati e diplomati. La Puglia si colloca al di sopra del Mezzogiorno negli indicatori del dominio Lavoro.
Le criticità riguardano comunque i minori redditi rispetto alle regioni più ricche, la diffusione della banda larga che è peraltro in continua espansione, la minore offerta del TPL (comunque maggiore rispetto al Mezzogiorno), la capacità di brevettazione, l’affollamento degli istituti di pena, la disponibilità di verde urbano.
Si tratta tuttavia, di valori che anche se non positivi, sono comunque in linea o con valori superiori rispetto al Mezzogiorno.
“I dati – commenta il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - restituiscono l’idea di una regione dinamica, che ha ancora risultati di ottimo livello rispetto alle altre regioni del Sud e che cerca di emergere anche grazie ai grandi investimenti fatti con una gestione virtuosa delle politiche europee.
È fondamentale adesso che il governo sblocchi l’FSC per superare le criticità e non frenare il percorso di miglioramento della qualità della vita e del benessere economico equo e sostenibile, frutto di tanti anni di lavoro della Regione Puglia”.
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I dati BEST sono descritti in vari “domini”: di seguito, una elaborazione a cura dell’Ufficio statistico della Regione Puglia:
Dominio salute:
La Puglia presenta 4 indicatori su 6 migliori del resto delle regioni del Mezzogiono, in particolare, con la speranza di vita alla nascita (0,7 anni in più) e la mortalità evitabile (-2 residenti per 10 mila abitanti) e in misura minore anche per la mortalità per tumore.
Rispetto all’Italia sono 2 gli indicatori migliori, in particolare la “mortalità per demenza e malattie del sistema nervoso” e in misura marcata migliore del dato italiano.
Dominio Istruzione e formazione:
La Puglia si colloca meglio delle resto delle Regioni del Mezzogiorno in 6 indicatori su 9: in particolare per la competenza numerica, per la competenza alfabetica, per il passaggio all’università, per i bambini che usufruiscono dei servizi comunali per l’infanzia.
Si colloca meglio rispetto al dato italiano nella partecipazione al sistema scolastico dei bambini 4-5- anni, ma peggio sulla competenza numerica e alfabetica non adeguata, nei NEET, nel numero di diplomati e laureati e dei bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia. La mortalità infantile è di poco (0,6 per 1000 nati vivi) inferiore al dato nazionale.
In persone con almeno il diploma si evidenzia un miglioramento tra il 2019 ed il 2022 più accentuato rispetto al dato del Mezzogiorno e dell’Italia.
Dominio Lavoro e conciliazione tempi di vita:
In 5 su 6 indicatori la Puglia si colloca meglio del Mezzogiorno, in particolare per il tasso di mancata partecipazione al lavoro giovanile (migliore di 5,6 per 10000 occupati), per il tasso di mancata partecipazione al lavoro, per il tasso di occupazione giovanile, per il tasso di occupazione 20-64 anni.
Tutti i sei indicatori pugliesi sono al di sotto del corrispondente valore italiano, in particolare per il tasso di mancata partecipazione al lavoro giovanile e al tasso di occupazione 20-64 anni, anche se è da evidenziare un miglioramento nel tempo più accentuato rispetto agli altri territori confrontati.
Dominio benessere economico
In 3 indicatori su 4 la Puglia si colloca meglio rispetto al Mezzogiorno. Ma è peggiore del dato italiano rispetto alla retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (per circa 6 mila euro) e nell’importo medio annuo pro capite dei redditi pensionistici (2532 euro).
Dominio relazioni sociali:
La Puglia ha dati migliori sia rispetto al Mezzogiorno, sia rispetto all’Italia per la percentuale di scuole accessibili (+6,3 in più rispetto al Mezzogiorno e +2,3% in più rispetto al dato italiano). Molto al di sotto del dato italiano risulta però la percentuale di organizzazioni non profit.
Dominio Politica e istituzioni:
La Puglia ha dati peggiori di Mezzogiorno e Italia, con una differenza di circa il 30% di affollamento degli istituti di pena (che non rientrano però nelle competenze regionali) e per gli amministratori comunali con meno di 40 anni. I dati sono migliori rispetto al Sud per la partecipazione elettorale e per gli amministratori comunali donne. La Puglia registra valori tutti al di sotto dei valori nazionali in questo dominio. Si evidenzia una riduzione delle presenze più accentuata rispetto agli altri due territori nell’affollamento degli istituti di pena tra il 2019 ed il 2022.
Dominio sicurezza:
La Puglia ha indicatori migliori rispetto al Mezzogiorno e in 3 su 6 rispetto al dato nazionale. Nelle denunce di borseggio e rapine i dati sono inferiori al Sud eall’ Italia. Ci sono meno denunce di furto in abitazione rispetto all’Italia.
Dominio Paesaggio e patrimonio culturale:
La Puglia ha dati peggiori sia rispetto al Mezzogiorno, sia rispetto all’Italia. Il dominio comprendei musei, aziende agrituristiche e verde storico. Le differenze non sono comunque particolarmente apprezzabili.
Dominio Ambiente
La Puglia ha dati migliori in 9 indicatori su 12 rispetto al Mezzogiorno e in 7 su 12 rispetto all’Italia.
Nella disponibilità di verde urbano ha dati peggiori in misura rilevante rispetto al Sud e all’Italia; i dati sono peggiori per la raccolta differenziata rispetto all’Italia, ma la Puglia produce meno rifiuti urbani in misura rilevante. Ha percentualmente più aree protette rispetto all’Italia.
Si colloca molto al di sopra del dato del Mezzogiorno e dell’Italia per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La Puglia ha dati di gran lunga migliori degli altri territori di riferimento per la concentrazione media di PM10 e di PM2.5 e per la minore percentuale di popolazione esposta a rischio frane e alluvioni.
Innovazione ricerca e creatività:
La Puglia ha dati migliori solo nella minore mobilità dei laureati rispetto al Mezzogiorno. In tutti gli altri indicatori, capacità di brevettazione e percentuale di addetti alle imprese culturali i dati risultano peggiori.
Dominio Qualità dei servizi:
Rispetto al Mezzogiorno la Puglia ha 5 indicatori migliori su 8: in particolare nei valori per abitante dei posti/km offerti dal trasporto pubblico locale, nei valori percentuali del servizio di raccolta differenziata, nei posti letto per specialità ad elevata assistenza, nella minore emigrazione ospedaliera in altre regioni. E’ migliore rispetto al mezzogiorno per la percentuale di posti letto ospedalieri. E’ peggiore che altrove la percentuale su 10000 abitanti di medici specialisti. Peggiore anche la copertura di rete fissa ultra veloce, anche se questa migliora in maniera più significativa rispetto agli altri territori tra il 2020 ed il 2022.