San Nicola e Bari celebrano l’80° genetliaco di P. Gerardo Cioffari O.P. da Calitri

LIVALCA - Calitri è un piccolo, grazioso comune di circa 4200 abitanti, situato a 530 metri sul livello del mare a cui - parere personale non condiviso dai più - non giova quell’appellativo di “Positano d’Irpinia”. Quotidianamente vede scorrere il fiume Ofanto che nasce a 715 m. s.m. a circa trenta chilometri di distanza, precisamente a Sant’Angelo dei Lombardi, per poi sfociare in Adriatico a nord-ovest di Barletta. La sua lunghezza di 134 chilometri lo porta ad essere il più grande fiume del mare Adriatico a Sud del Reno, fiume che, spesso lo dimentichiamo, è uno dei più lunghi d’Europa con i suoi 1300 chilometri.

Ora per i miei giovani lettori devo ricordare che la famosa battaglia di Canne (216 a.C. ) si svolse su queste rive … il fiume si chiamava allora in latino Aufidus e Annibale … ‘fece la festa’ ai romani.

Va ricordato anche che Calitri dista 72 chilometri da Avellino, di cui è provincia, ma appena 30 da Melfi e 34 da Rionero in Vulture in Basilicata: ecco spiegato il motivo per cui, errando nella forma ma non nella sostanza, spesso i nati in questo territorio vengono considerati ‘lucani’ (da non dimenticare che la Basilicata dal 1932 al 1947 fu chiamata Lucania).
Nel 2020 a Calitri è stato rieletto sindaco, con una lista civica, Michele Di Maio con 1931 preferenze che rappresentano circa il 63% degli aventi diritto. Questo sindaco nel 2020 ha ricevuto l’ambito riconoscimento “Premio 100 Ambasciatori Nazionali” organizzato dall’Associazione LIBER, di cui è presidente il noto attore e regista Carlo Verdone. L’evento conclusivo svoltosi presso il nostro Senato ha ribadito le finalità dell’iniziativa: selezionare 100 rappresentanti di Aziende e Comuni Italiani “… capaci di sfidare la crisi guardando al futuro, lungo quei sentieri dove la competitività fa leva sulla sostenibilità, la cultura, la creatività e i saperi, sulla coesione sociale dei territori e comunità”, ma anche precisando che “… valorizzare un territorio significa anche connettere tecnologia e storia locale, cultura produttiva e ambiente, infrastrutture e gusto del luogo… considerarlo come un deposito di valori”. Mi chiedo cosa stia preparando un sindaco tanto attivo e capace per rendere omaggio ad una personalità così autorevole ed eminente come padre Gerardo Cioffari? Calitri che ha dato i natali a Vito Alfonso Margotta: nato nel 1856, laureato presso l’Università di Napoli in Matematica e assistente della stessa Università presso la Cattedra di Astronomia, in seguito si laureò in Ingegneria Civile e durante la Prima Guerra Mondiale si fece promotore di un ingegnoso piano di costruzioni ferroviarie da utilizzare esclusivamente come impiego bellico; non pochi sono i figli illustri come Francesco e Giuseppe Tozzoli (non fratelli), Alfonso Gesualdo, Angelo Maria Maffucci, Savatore Scoca e altri.

Cioffari merita un riconoscimento in Consiglio Comunale, magari alla presenza di studenti: la sua storia semplice e pur avvincente, il suo appassionato modo di seguire la sua ‘strada’, a prescindere, sono un esempio reale e veritiero (spesso le fantasiose ricostruzioni di carriere eccezionali che ci regala il ‘video’… sono state ‘vissute’ a tavolino) da portare come esempio. Proverò velocemente a ricostruire la sua vita, partendo da una normale infanzia e ‘frugando’ nella mia memoria per trovare le ‘parche’ confidenze che fra Gerardo mi ha concesso in anni di feconda collaborazione. Gerardo nasce il 1 dicembre 1943 a Calitri, figlio di una signora impegnata tutto il giorno nella coltivazione della terra, per cui spesso si è trovato come vice-madre la sorella Maria di tre lustri più grande di lui. I suoi ricordi di infanzia sono normalissimi, come quelli di tutti i nati nel decennio ’40 del secolo scorso: pochi giocattoli, tanta disponibilità ad assecondare la famiglia e nessuna richiesta ‘eccessiva’. Il padre svolgeva un lavoro di responsabilità e prestigio per quel tempo: recarsi giornalmente ad Avellino per espletare tutte le pratiche di documenti che richiedevano cultura, intraprendenza e velocità. Vivere al servizio degli altri per ricavarci il sufficiente per ‘sfamare’ la famiglia. Il termine esatto per identificare questo lavoro era ‘corriere’. Spesso Cioffari, con quel sorriso che devi essere ‘bravo’ ad interpretare in ogni sfumatura, precisa che il genitore “… rispettava i santi, ma non amava i preti”, quindi possiamo tranquillamente affermare che era di formazione ‘anticlericale’. In casa Cioffari circolavano riviste illustrate e testi storici, ma il nostro Gerardo rammemora di aver letto un romanzo pubblicato a dispense dal titolo “Sonia” (onestamente non individuato nei miei ricordi) in cui emergeva la figura di Michail Aleksandrovic Bakunin (1814-1876), scrittore e politico russo non solo teorico, ma valido esponente dell’anarchia. Una leggerissima divagazione, tanto apprezzata dal direttore del «Giornale di Puglia», mi porta a precisare che Bakunin pur avendo conosciuto Karl Marx (1818-1883) non entrò mai in amicizia con lui, mentre si sentiva in sintonia con Pierre Proudhon (1809-1865) in virtù di una perfetta similitudine con la parola libertà: «Solo dogma, sola legge, sola base morale per gli uomini». Bakunin, nonostante fosse di famiglia agiata e nobile (il padre, ex diplomatico liberale, passò molti anni nel nostro paese) visse, anche lui, alcuni anni da noi a Locarno, ospite dell’anarchico barlettano Carlo Cafiero (1846-1892), perché angustiato da una deficitaria situazione economica e forse anche deluso dalla stagione politica vissuta; si trasferirà prima a Lugano e, poi, a Berna dove morirà. Vi riporto un passo della sua dottrina: «L’autodeterminazione del popolo sulla base di un’assoluta uguaglianza, della libertà umana completa e multiforme, senza la minima ingerenza di qualsiasi potere, anche provvisorio o di transizione, cioè senza la mediazione di qualsiasi stato».
Questo apparente superfluo ‘excursus’ mi permette di precisare che quando Cioffari comunicò, con il rispetto a quel tempo d’obbligo, al genitore che lui intendeva dare un seguito a quella vocazione già manifestatasi, il padre, un uomo che aveva fatto della ‘libertà la sua ragione di vita’, non poteva esimersi dal concedere il benestare. Gerardo non ha mai precisato se il padre, prima dell’approvazione, avesse provato a spiegargli che il ‘mestiere del prete’ avrebbe comportato anche delle rinunce. Del periodo degli studi conosco poco, se non che l’anno di noviziato è stato praticato a Bari (1961), dopo un corso di perfezionamento presso la scuola del Santuario della Madonna dell’Arco, nel quartiere di Sant’Anastasia in Napoli.

“Dopo aver girato l’Italia” non sono mie le parole, approda a Roma per dedicarsi agli studi teologici e qui ha l’opportunità di ‘consacrarsi’ maggiormente allo studio della lingua russa - non è un contentino concesso al padre, ma una chiara esigenza personale - direttamente presso l’ambasciata russa (la ‘fonte’ che mi ha trasmesso la notizia è pronta a testimoniare che ha appreso l’informazione direttamente dal soggetto protagonista).

Nel 1970 è ordinato sacerdote e qualcuno, probabilmente i diretti superiori, notata la sua passione per la letteratura russa, lo invita a proseguire consigliandolo di virare verso la teologia (Guarda caso - per Nicolas de Chamfort (1741-1794): «Il caso è il soprannome della Provvidenza» - lo stesso anno in cui il premio Nobel per la letteratura fu assegnato a Aleksandr Solzenicyn…).

Meticoloso perfezionista ecco padre Cioffari a New York per studiare con i migliori teologi russi del tempo presso il Seminary Vladimir: la sua padronanza del russo come lingua e la sua passione, per tutto ciò che non è stato ancora studiato con diligenza, non passa inosservata. E’ il periodo in cui colleziona Master sia in Italia che all’estero. I lettori si staranno chiedendo: San Nicola quando farà il suo ingresso nella vita di padre Cioffari? A voler essere precisi, come ben sanno i numerosi lettori che mi seguono sul «Giornale di Puglia», non trascuro mai ogni evento che veda San Nicola in primo piano, per cui ricordo loro che, in data 12 ottobre 2023 nel comunicare l’uscita del nuovo Calendario 2024 della Basilica, ho raccontato dell’illuminazione avuta da Cioffari a New York quando lesse sul New York Times che noti ortodossi erano convinti che i cattolici avessero ‘sminuito’ l’immagine di San Nicola. Cioffari indagò e il risultato fu che mancavano documenti ufficiali che attestassero la storicità di San Nicola. Fu il priore Damiano Bova che, in occasione del IX Centenario della Traslazione (1087-1987), invitò padre Cioffari a scrivere “Una vita di San Nicola”. La statistica racconta che quando fu proposto al Capitolo della Basilica di legittimare il tutto con un voto, il risultato fu favorevole, ma poco ‘confortante’: ci fu un solo voto di scarto a favore di padre Cioffari, ossia la metà dei confratelli non lo riteneva idoneo al compito, giustificato dal fatto che il Cioffari di ieri era dotato di uno ‘spirito’ critico, quasi poco devozionale. Potrei dirvi che Gerardo ha sempre movimentato gli incontri in cui era chiamato ad esprimersi, in virtù di un carattere poco accomodante … concedetemi l’eufemismo. Una volta lo avevo sentito esprimersi in favore del bianco e nero e, silenziosamente, pensai un altro juventino: per fortuna (sua) approfondii meglio e misi a fuoco che intendeva precisare come a Calitri, quando lui era ragazzo, vi erano molti padri domenicani che lo ‘incantavano’ in virtù di quel vestito in bianco-nero.

Da quella meritoria spinta di padre Damiano Bova, il calabrese di Bivongi in grado di ‘cambiare’ il corso di qualsiasi esistenza, padre Cioffari si è impegnato giornalmente e totalmente per diventare il miglior ambasciatore vivente di San Nicola nel mondo. Schematicamente vi riferisco che nel 1987 Cioffari pubblicò il suo libro più ‘ricercato’ «S. Nicola nella critica storica» e qualcuno - uno dei pochissimi che consigliava per affetto, solo per affetto - fece presente che non era il caso di dirottare tutto sul ‘Bollettino di San Nicola’, pubblicazione che veniva edita mensilmente e spedita copiosamente in tutto il mondo.

Nel 1990 veniva registrato un atto con cui si dava connotazione giuridica al ‘Centro Studi Nicolaiani’ e si stabiliva per statuto che il presidente fosse il rettore pro- tempore della Basilica e il direttore padre Gerardo Cioffari. Colui che seguì tutta l’operazione, stabilendo che il centro fosse autonomo in tutto, amministrazione compresa, fu Padre Damiano Bova, priore in quegli anni. Spiegare perché l’operazione avvenne in Milano, nello studio del notaio Nicola Grimaldi non è compito mio. Da allora ad oggi Cioffari continua ad essere il direttore.

Nello stesso anno della registrazione ebbe inizio la pubblicazione della rivista Nicolaus Studi Storici e nacquero le collane “Studi e testi” e “Memorie e documenti”: da pochi giorni è stato pubblicato l’ultimo Nicolaus 2023 (Rivista storico-teologica dei PP. Domenicani della Basilica di San Nicola) con direttore Gerardo Cioffari e responsabile Giovanni Matera… che un altro Giovanni aiutò onde dare grande autonomia ai fratelli domenicani. Uno dei pochi titoli cui Cioffari è legato consiste nel Dottorato in Scienze Ecclesiastiche Orientali conseguito a Roma verso la fine degli anni ’70.

I libri da lui pubblicati sono tantissimi ad iniziare dalla ‘leggendaria’ «La leggenda di Kiev» del 1980.
Navigando a vista nella mia memoria (solo Gerardo ha osato metterne in dubbio l’efficienza!) ricordo alcuni titoli di Cioffari: «Breve storia della teologia russa», il primo e il secondo volume dei «Domenicani nella storia», i tre volumi, in collaborazione con Miele, della «Storia dei Domenicani nell’Italia Meridionale», «Gli zar di Serbia, la Puglia e San Nicola», «Storia della Basilica di San Nicola. L’epoca normanno-sveva» e tanti altri, compreso l’ultimo nato che presenterà alle 18,00 del 12 dicembre 2023 nell’Aula Magna ‘Nicodemo’ dell’Istituto di Teologia ecumenico- patristica ‘San Nicola’, dal significativo titolo «La teologia russa nelle controversie ecumeniche».

Chiunque abbia seguito qualche conferenza di Cioffari ha dedotto che oltre ad aver insegnato la teologia russa, non nasconde di ammirarla infinitamente… come non ha mai nascosto di considerare il popolo russo un ‘grande popolo’. Un suo concetto basilare recita che la teologia cattolica è di esclusiva competenza dei sacerdoti e affini, quella russa anche dei laici. Vi voglio riportare una frase con cui in un incontro nel Salone della Provincia di Bari - quindi epoca in cui operava ancora - congedò un politico: «… nella storia non esistono santi e mostri …» con un sorriso che stava perdendo quella naturale affabilità campana, per indossare la non meno ‘tenebrosità’ lucana.

Quando avrò letto il volume sulle controversie ecumeniche della teologia russa potrò essere più chiaro.

Ormai da molti anni aiuta padre Cioffari in Biblioteca un simpatico ex maresciallo dei Bersaglieri, Francesco Innamorato, che asseconda e ‘protegge’ Gerardo con ammirevole amicizia e competenza. Di poche parole, conquista tutti: quando non può rispondere al quesito sottopostogli … ti regala quello sguardo genuino e sincero che solo chi ha avuto la grande fortuna di correre al ritmo della FANFARA può capire, interpretare, illustrare fino ad esserne… Innamorato.

Francesco Innamorato ogni anno si veste da Santa Claus e gira per la città vecchia portando doni; giorni fa è venuta in visita alla Basilica la Scuola Primaria Carnicella di Molfetta che ha consegnato al Santo lettere di bambini con richieste di doni (la foto allegata testimonia l’evento) e lui ha indossato l’abito e ritirato le missive. Quei doni che Cioffari da bambino ha avuto in maniera limitata (una sola trottola), per quella legge di ‘gravità’ difficile da spiegare ai non credenti, oggi si sono tramutati in copiosi e preziosi libri perché … ”Hoc erat in votis”.

PS:

Il ‘Gruppo Amici di San Nicola’ ringrazia padre Gerardo Cioffari per la sensibilità- disponibilità dimostrate nel rispondere ai tanti quesiti che ogni domenica gli vengono sottoposti inerenti il suo sapere e precisano: dal primo dicembre, tenuto conto dell’età, vi sarà una sola domanda per incontro. La foto scattata domenica scorsa con tutto il gruppo, che oggi pubblichiamo, entra nella disponibilità dell’archivio del nostro Papa … Luigi.

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