TARANTO - Una platea attenta e numerosa, costituita soprattutto dagli operatori del settore, ha partecipato alla terza edizione del workshop "In Puglia il cibo è cultura" che si è tenuto a Taranto.
Il ricco programma che ha fornito dati e prospettive di grande interesse, ma anche suggestioni e riflessioni che dimostrano come l'enogastronomia rappresenti non solo una cultura ben radicata nelle tradizioni locali, ma anche uno straordinario volano per il turismo pugliese.
Ha aperto i lavori Paolo Ponzio, presidente del Teatro Pubblico Pugliese. «La cultura e il cibo, servono a nutrire il corpo e l’anima. Mettere insieme cibo e cultura significa mettere insieme l’essere umano, l’umanità, nelle tante sfaccettature, nelle tante passioni. Si deve fare in modo che la cultura diventi realmente il pane, il cibo del nostro quotidiano, una cultura da esportare nel mondo».
Il pane è stato il filo conduttore del workshop, un alimento che simboleggia appunto la cultura del cibo, perché ha un ruolo significativo nel patrimonio delle comunità pugliesi e la sua preparazione è un’arte antica che richiede dedizione a abilità. Proprio attorno al pane si sviluppa il Progetto internazionale "Breads of the Unesco Creative Cities" che è stato presentato dal suo ideatore Giuseppe Biagini in collegamento dagli Stati Uniti. Il pane sinonimo di lavoro, fatica, ma anche casa e convivialità. L’iniziativa ha l’obiettivo di preservare il valore dei pani tradizionali nel mondo.
Il "welfare culturale" è stato l'argomento che ha trattato Filomena Corbo, coordinatrice del Centro interdipartimentale "Cibo in Salute" dell’Università di Bari. Corbo ha focalizzato il suo intervento sul benessere, soffermandosi in particolare sulla nutraceutica, che non ha ancora una normativa comunitaria. «I nutraceutici sono componenti degli alimenti funzionali, come l’olio extravergine di oliva, che hanno effetti positivi per il benessere e la salute. Sono presenti nel cioccolato fondente, ma anche nelle mandorle di Toritto, nel carrubo, nelle carota di Polignano, nella cipolla di Acquaviva, nelle lenticchie di Altamura, solo per citare alcuni prodotti tipici pugliesi. Occorrerebbe – ha sottolineato Corbo – applicare una detassazione sugli alimenti che fanno bene». Per Roberta Garibaldi, tra i maggiori esperti del settore e autrice del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, «l’enogastronomia è diventata il perno di ogni viaggio e ha ancora grandi potenzialità». Infatti rappresenta «una grande opportunità da cogliere per le imprese di produzione locali». Garibaldi, dopo aver sostenuto che bisogna puntare a nuove professioni, ha sottolineato che le priorità per il turista sono «la bellezza e l’integrità del paesaggio, la cultura, le tradizioni e gli itinerari disponibili sul territorio». Per Garibaldi «è necessario innovare le tipologie di esperienze, diversificandole e collegandole con altre tipologie, che possono riguardare anche l’arte o l’archeologia».
È seguito il talk, coordinato dalla giornalista Antonella Millarte, che ha visto la partecipazione di Fabrizio Flavio Baldassarre, docente di economia e gestione delle imprese dell’Università di Bari, che ha ribadito la necessità di ridurre il mis-match fra domanda e offerta di lavoro e ha sottolineato il ruolo fondamentale degli Istituti Tecnici Superiori. Dalila D’Allocco, ricercatrice di storytelling ha sottolineato l’importanza di comunicare la tradizione attraverso i nuovi canali con la possibilità di raggiungere nuovi target. Vincenzo Leggieri, presidente Comunità Daune - Cooperativa di Comunità di Accadia, ha illustrato i progetti del comune che fa parte dei borghi dei Monti Dauni, legati al finanziamento di 20 milioni di euro rivenienti dal PNRR. Quelli che ora sono i ruderi del rione Fossi, zona antica del piccolo comune, saranno al centro di un progetto di rigenerazione. Si tornerà a far rivivere il rione con la creazione di due percorsi e la realizzazione di 180 posti letto, un atelier della creatività dedicato agli artisti e un’altra area dedicata all’enogastronomia.
Aldo Patruno, direttore turismo e cultura della Regione Puglia sostiene che "quello enogastronomico rappresenta un driver fondamentale per spingere e qualificare il processo in atto di destagionalizzazione - nel tempo, oltre i mesi balneari, e nello spazio, oltre le località più gettonate - e internazionalizzazione del turismo in Puglia. La cultura del cibo e del vino, infatti, in quanto espressione più profonda del patrimonio identitario pugliese, concorre attivamente a diversificare il prodotto e l’offerta turistica pugliese, favorendo quel nuovo modello di sviluppo sostenibile indispensabile per il Sud e, in particolare, per le aree interne, gli entroterra, i paesaggi rurali e i borghi pugliesi".
Gran finale del workshop con l’originale performance teatrale molto apprezzata "Le Pupe di pane": un viaggio immaginario attraverso una rappresentazione di cinque brave attrici sulla tradizionale preparazione del pane.