BARI - Il Comune di Bari si trova al centro di una controversia riguardante la tassa di soggiorno, con la Federalberghi Puglia che annuncia l'intenzione di impugnare l'ordinanza del TAR Puglia. La sospensiva è stata respinta, ma l'associazione alberghiera ritiene il provvedimento ingiusto, sottolineando la mancanza di riconoscimento del danno grave e irreparabile.
La Federalberghi Puglia ha espresso la sua intenzione di portare il caso dinanzi al Consiglio di Stato, poiché ritiene che la decisione del TAR non tenga conto della circostanza secondo cui il Comune di Bari avrebbe ammesso di non aver concluso il procedimento prima di introdurre la tassa di soggiorno. Questo aspetto, afferma l'associazione, viola il principio per il quale l'individuazione della destinazione dei proventi della tassa deve essere preventiva e non postuma alla raccolta.
L'ordinanza del TAR sembra basarsi su affermazioni strumentali, secondo la Federalberghi, meritando quindi di essere impugnata. Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi, dichiara che le argomentazioni dell'associazione a sostegno del ricorso riflettono la lunga battaglia contro un'imposta considerata iniqua e inopportuna.
La Federalberghi evidenzia il problema dell'abusivismo ricettivo a Bari, stimando che oltre il 50% delle strutture ricettive operi in nero, con oltre 800 strutture che non pagano la tassa di soggiorno. Questa situazione, oltre a causare mancate entrate al Comune, danneggia l'economia turistica cittadina in termini di concorrenza sleale. L'associazione sottolinea che questa "urgenza" deve essere affrontata per garantire equità fiscale e tutelare chi rispetta le regole nel settore alberghiero.
La Federalberghi Puglia ha espresso la sua intenzione di portare il caso dinanzi al Consiglio di Stato, poiché ritiene che la decisione del TAR non tenga conto della circostanza secondo cui il Comune di Bari avrebbe ammesso di non aver concluso il procedimento prima di introdurre la tassa di soggiorno. Questo aspetto, afferma l'associazione, viola il principio per il quale l'individuazione della destinazione dei proventi della tassa deve essere preventiva e non postuma alla raccolta.
L'ordinanza del TAR sembra basarsi su affermazioni strumentali, secondo la Federalberghi, meritando quindi di essere impugnata. Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e pugliese della Federalberghi, dichiara che le argomentazioni dell'associazione a sostegno del ricorso riflettono la lunga battaglia contro un'imposta considerata iniqua e inopportuna.
La Federalberghi evidenzia il problema dell'abusivismo ricettivo a Bari, stimando che oltre il 50% delle strutture ricettive operi in nero, con oltre 800 strutture che non pagano la tassa di soggiorno. Questa situazione, oltre a causare mancate entrate al Comune, danneggia l'economia turistica cittadina in termini di concorrenza sleale. L'associazione sottolinea che questa "urgenza" deve essere affrontata per garantire equità fiscale e tutelare chi rispetta le regole nel settore alberghiero.