TARANTO - Con l’autore del volume intervengono Rinaldo Melucci (presidente della Provincia di Taranto e sindaco di Taranto), Aldo Patruno (dirigente del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia), Grazia Di Bari (consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia), Annamaria Candela (dirigente sezione Tutela e valorizzazione del patrimoni culturali), Fabiano Marti (assessore allo spettacolo del Comune di Taranto), Paolo Ponzio (presidente del Teatro pubblico pugliese), Alessandro Toppi (direttore responsabile della rivista culturale La Falena), Vincenzo Bellini (presidente del distretto Puglia Creativa), Giuseppe Basilotta (presidente dell’Associazione delle compagnie e dei teatri d’innovazione), Silvia Godelli (ex assessore regionale alla Cultura) e gli operatori del settore. Coordina la giornalista Antonella Gaeta.
Una compagnia teatrale nata alla fine dei «rivoluzionari» anni Settanta, ostinata a operare in una città del Sud difficile come Taranto, dominata dallo stabilimento siderurgico ex Italsider, ex Ilva, ex ArcelorMittal, ora Acciaierie d’Italia. È il Crest, la cui vicenda narrata nel libro «Un teatro sotto le ciminiere» (Titivillus) dal saggista e critico teatrale Massimo Marino, tarantino trapiantato a Bologna, docente al Dams di Bari e premio speciale Ubu 2022 per il suo volume su Giuliano Scabia, ha ispirato una serie di incontri in programma nella giornata di lunedì 27 novembre all’Auditorium TaTà , al quartiere Tamburi. Partendo dal libro di Marino, verrà raccontata l’esperienza del Crest in periferia per la quale la compagnia presieduta da Clara Cottino ha appena ricevuto a Torino un premio speciale dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.
Della vicenda Crest si parlerà , dalle ore 10 alle 13, durante un incontro condotto dalla giornalista Antonella Gaeta al quale interverranno Rinaldo Melucci (presidente della Provincia di Taranto e sindaco di Taranto), Aldo Patruno (dirigente del Dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia), Grazia Di Bari (consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia), Annamaria Candela (dirigente sezione Tutela e valorizzazione del patrimoni culturali), Fabiano Marti (assessore allo spettacolo del Comune di Taranto) e Paolo Ponzio (presidente del Teatro pubblico pugliese).
Nel pomeriggio, dopo un trasferimento in autobus e una passeggiata nei luoghi abitati dal Crest in città , si tornerà al TaTà per parlare del disagio del fare teatro in periferia con lo stesso Massimo Marino, con Alessandro Toppi, che è direttore responsabile della rivista culturale La Falena, con Vincenzo Bellini, presidente del distretto Puglia Creativa, con Giuseppe Basilotta, presidente dell’Associazione delle compagnie e dei teatri d’innovazione, e con Silvia Godelli, che da assessore alla Cultura e Turismo della Regione Puglia ai tempi della giunta Vendola seguì nel 2009 l’apertura del TaTà al quartiere Tamburi grazie al progetto Teatri abitati. Un obiettivo raggiunto dal Crest dopo anni di nomadismo alla ricerca di un luogo stabile, per poter meglio creare e agire sul territorio, spiega Marino, raccontando la vocazione del Crest al teatro per le nuove generazioni, al lavoro nelle scuole e nei quartieri di una città frammentata, smarginata, una città «groviera», come la definì Alessandro Leogrande.
Marino rivela un teatro nato nelle periferie culturali d’Italia, dimostrando quanto siano vitali le esperienze svoltesi lontano dai grandi centri, anche sotto le ciminiere pestilenti di una fabbrica ingombrante, coinvolgendo il lettore attraverso spettacoli per i più piccoli, favole e storie di iniziazione che spesso assomigliano a incubi. Ma pure parlando di narrazioni sulla storia e il presente di Taranto e creazioni rivolte a un pubblico adulto o senza limiti di età , come «Ultimo round», il nuovo spettacolo di Gaetano Colella e Andrea Simonetti sulla storia del pugile sinti Johann «Rukelie» Trollmann che alle 19.15 verrà presentato al pubblico in anteprima come evento di chiusura dell’iniziativa.