Bari, gli iniettano sangue infetto: risarcimento dopo 40 anni

BARI - Quaranta anni fa, un uomo del nord barese subì un grave errore durante un ricovero al Policlinico, dove una trasfusione gli iniettò sangue infetto con il virus dell'epatite C. Dopo una lunga battaglia legale, il Ministero della Salute ha riconosciuto un risarcimento di 337mila euro. Tuttavia, nonostante il verdetto favorevole, il pagamento è ancora in sospeso.

Il paziente, minorenne all'epoca dell'incidente, ha continuato la sua causa finché il Ministero della Salute non ha accettato di corrispondergli il risarcimento. Tuttavia, nonostante la sentenza favorevole, il denaro tarda ad arrivare e il termine di 120 giorni è scaduto.

Gli avvocati dell'uomo, Ferdinando Fanelli e Mariangela Di Liddo, hanno presentato un giudizio di ottemperanza al Tar di Bari. La richiesta chiede ai giudici amministrativi di ordinare al Ministero di procedere finalmente al pagamento. Il Tar ha accolto la richiesta, stabilendo che l'uomo dovrebbe ricevere il suo risarcimento entro 90 giorni.

Questa decisione segna un passo significativo per il paziente, che dopo quattro decenni di attesa, vedrà finalmente giustizia e compensazione per i danni biologici subiti a causa di un errore medico.

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