Bilancio, Casili: 'Abbiamo votato contro l’art.61 perché siamo contro i condoni. La norma non andava discussa in bilancio'


BARI - “Con il gruppo del M5S abbiamo votato convintamente contro l’articolo 61 sull’accertamento di conformità, sia perché siamo contro i condoni, sia perché non ritenevamo la legge di bilancio la sede per ‘infilare’ questa norma. Meno di dieci giorni fa abbiamo approvato il nuovo piano casa dopo un'ampia discussione sia in commissione che in Consiglio. Ci chiediamo perché non parlare in quella sede di questo condono, che poi improvvisamente è diventato così urgente da non poter neanche aspettare l’Omnibus a gennaio?”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili

“Dare la possibilità ai responsabili degli abusi edilizi o ai proprietari degli immobili - continua Casili - di ottenere la sanatoria se l’intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica vigente alla presentazione della domanda, eliminando la doppia conformità prevista dalla legislazione nazionale, è nei fatti un condono neanche tanto mascherato. La doppia conformità infatti è stata stabilita dal legislatore nazionale proprio per evitare che gli strumenti urbanistici fossero modificati per sanare gli abusi.

Occorre valutare anche altre storture che inevitabilmente seguiranno all’approvazione della norma: è vero che gli effetti penali sono fatti salvi, come accade anche in altre regioni, e si interviene solo sugli aspetti amministrativi, ma nei fatti la condanna si svuoterà, perché la regolarizzazione amministrativa non consente la demolizione dell’immobile che è il vero deterrente. Occorre poi verificare gli effetti sul piano casa che si applicherà anche in futuro agli immobili legalizzati. Tutti aspetti su cui si sarebbe dovuto riflettere maggiormente, mentre ieri l’articolo è stato approvato in maniera frettolosa e senza tenere conto delle conseguenze.

Non possiamo premiare chi costruisce senza permessi e senza il minimo rispetto per il paesaggio, l’ambiente e il territorio. Di questo passo perché mai i Comuni dovrebbero fare i PUG e quindi pianificare, se hanno in mano strumenti che gli consentono di intervenire in modo disorganico sul territorio? E poi ci lamentiamo del fatto che meno di 40 Comuni pugliesi oggi abbiano un PUG. Noi questa schizofrenia urbanistica non la condividiamo perché, come in passato, oltre a creare storture macroscopiche, crea false aspettative e incertezza negli investimenti”.

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