Casili: 'Presenteremo una norma per abrogare l’articolo del Bilancio con cui si elimina la doppia conformità'


BARI - “Presenteremo una norma nel prossimo consiglio utile per abrogare l’articolo approvato in legge di Bilancio sull'eliminazione della doppia conformità, perché riteniamo che sia incostituzionale. Già in sede di discussione della manovra avevo evidenziato le problematiche legate a questo ‘condono’, tanto da votare contro insieme al gruppo del M5S, e ritengo che si debba riparare all’errore commesso”. Lo dichiara il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili.

“Dispiace - continua Casili - che non si sia avuto il coraggio di discutere di questa modifica nel momento più opportuno, ovvero l’approvazione della nuova legge sulle ristrutturazioni edilizie avvenuta lo scorso 12 dicembre, probabilmente per non inficiare tutto il lavoro fatto con un articolo che rischiava di essere impugnato. Si è preferito infilare l’articolo in Bilancio, nonostante il referto tecnico negativo da parte degli uffici. Non ci sorprende la risposta forte da parte Italia Nostra, di ingegneri, architetti e urbanisti, fermamente contrari a questa modifica della norma nazionale. Una strada già tentata da altre Regioni, le cui norme sono state impugnate. Dare la possibilità ai responsabili degli abusi edilizi o ai proprietari degli immobili di ottenere la sanatoria se l’intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica vigente alla presentazione della domanda, eliminando la doppia conformità prevista dalla legislazione nazionale, è una scelta grave, che di fatto premia chi costruisce in maniera abusiva. La doppia conformità infatti è stata stabilita dal legislatore nazionale proprio per evitare che gli strumenti urbanistici fossero modificati per sanare gli abusi. Un scelta che avrà effetti anche sul piano casa che si applicherà anche in futuro agli immobili leggittimati. Tutti aspetti su cui si sarebbe dovuto riflettere maggiormente prima di approvare l’articolo. La fretta con cui si è deciso di procedere, senza un preventivo confronto con ordini, associazioni e tutti gli attori interessati, appare francamente incomprensibile. Un vero peccato per una Regione che prova a dotarsi di regole chiare in una cornice urbanistica più organica, invece si continua a propinare emendamenti da retroguardia”.

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